Condottiero italiano (Solza, Bergamo, 1400 - Malpaga 1475); militò sotto Braccio da Montone e Muzio Attendolo Sforza, e con quest'ultimo si guadagnò fama nello scontro dell'Aquila (1424); quindi, al soldo di Venezia nella guerra contro Filippo Maria Visconti (1431), seppe fronteggiare validamente le avversità della rotta, cui il Carmagnola aveva trascinato il suo esercito. Dopo una lunga parentesi (1432-37) al seguito del Gattamelata, fu ancora con questi al servizio di Venezia durante la seconda fase della guerra col Visconti (1437-41). Ma dopo la pace di Cremona (20 nov. 1441), passò al soldo dei Visconti (1442), per tornare alcuni anni dopo (1448) al servizio della Repubblica, a fianco di Francesco Sforza. È il periodo dei suoi maggiori successi: dalla battaglia di Caravaggio alla campagna nel Bresciano, nel Bergamasco, nel Parmense, alle battaglie di Romagnano Sesia e Borgomanero. Ma non ottenne il comando supremo, e nel 1451 si associò a Francesco Sforza nemico ormai di Venezia. Non combatté però contro di essa, anzi dopo la pace di Lodi (1454) tornò al suo servizio e ottenne finalmente l'ambito bastone di comando. Ma consumò gli ultimi anni di vita nel castello di Malpaga, accortamente impedito di rispondere ai richiami che gli venivano e dalla Francia e dal papa.