BASILEA
(lat. Basilia, Civitas Basiliensium; ted. Basel)
Città della Svizzera settentrionale, capoluogo del cantone omonimo, situata su un'ansa del Reno vicino al confine con la Germania e la Francia. Già menzionata, nel sec. 4°, da Ammiano Marcellino (Rerum gestarum libri, XXX, 3, 1) come Basilia e nella Notitia Galliarum come Civitas Basiliensium (MGH. Auct. ant., IX, 1, 1892, p. 552 ss.); a partire dal sec. 9° si trova sempre più frequentemente la denominazione B. o anche Bazela e simili; dalla metà del sec. 14° il nome della città diventa Basel.Primo nucleo dell'insediamento fu una fortificazione della 'civiltà dei campi di urne' situata all'estremità settentrionale del terrazzo alluvionale formatosi sulla riva sinistra del Reno alla confluenza del Birsig. In questo sito, dove più tardi sorse la cattedrale, si succedettero un oppidum rauracense e un castellum tardoromano; vestigia dell'insediamento di quest'ultimo periodo si sono trovate inoltre anche nell'area a sinistra della foce del Birsig. Sulla riva destra del Reno (dove in seguito si sviluppò la c.d. Piccola B.) sono conservate le fondamenta di un burgus, probabilmente il valentiniano "munimentum [...] prope Basiliam, quod appellant accolae Robur" (Ammiano Marcellino, ivi).Il primo vescovo che con certezza risiedette almeno temporaneamente a B. fu, all'inizio del sec. 7°, "Ragnacharius Augustanus et Basileae ecclesiarum praesul", proveniente dall'abbazia di Luxeuil in Haute-Saône (Iona, Vitae Columbani abbatis discipulorumque eius, II; MGH. SS rer. Mer., IV, 1902, p. 123). Solo in epoca carolingia tuttavia il vescovado di B. assunse un carattere di stabilità: il più antico elenco di vescovi (sec. 11°) inizia intorno al 740 con Walaus archiepiscopus (Das alte Bistum Basel, 1972). Il vescovo Heito (803-823), che fu anche abate di Reichenau (805 ca.-823), riorganizzò il vescovado e fece costruire il nuovo edificio della cattedrale; allora dovette essere istituita l'immunità vescovile e l'area venne fortificata sul perimetro delle mura tardoantiche (Berger, 1965). Dopo il 912 B. passò al regno dell'Alta Borgogna. Nel 917 fu devastata dagli Ungari. Nel 1006 fu incorporata nell'impero da Enrico II, che dotò riccamente la cattedrale rinnovata. Intorno al 1080 il vescovo Burcardo di Fenis (1072-1107) fece erigere la prima cinta di fortificazione della città medievale (Urkundenbuch, 1890-1910, I, nr. 9). Nel 1180 un decreto imperiale proibì la costruzione di abitazioni fortificate all'interno della città senza un'autorizzazione vescovile (ivi, nr. 49). Nel 1185 un decreto papale vietò che i canonici possedessero più di una casa ciascuno nell'area della cattedrale (Trouillat, 1852-1867, I, nr. 258), e ciò dimostra come l'originaria vita communis tra i membri del Capitolo fosse già stata abbandonata.Una prima menzione del pedaggio dimostra che nel 1225 il ponte sul Reno era già stato costruito. In rapporto con tale costruzione dovette essere lo sviluppo sistematico della Piccola B. sulla riva destra del Reno, dove presso St. Theodor sorse il villaggio di Niederbasel. Nel 1226 fu autorizzata la prima corporazione (Urkundenbuch, 1890-1910, I, nr. 108); in questo periodo si ebbero nuove fondazioni religiose fra cui nel 1233 quella dei Domenicani (ivi, nr. 127). Nel 1247 fu imposto a B. l'interdetto, dopo che la popolazione aveva distrutto il palazzo vescovile (ivi, nr. 195). Nel 1349 la città fu colpita dalla peste e da una rivolta antisemita di estrema violenza (Guth-Dreyfuss, 1985).Una veduta d'insieme della città forse precedente al 1400, opera di un anonimo maestro, è nota attraverso diverse copie, tra cui quella di Matthäus Merian (1609); un'altra veduta, di Wilhelm Pleydenwurff, compare nel Liber chronicorum di Hartmann Schedel del 1493 (Baer, 1932, p. 98).La necropoli di Aeschenvorstadt, lungo la strada che esce dalla città in direzione S-E, è attestata con continuità dal sec. 4° al 7° (Moosbrugger-Leu, 1982, p. 37 ss.) mentre per gran parte dell'Alto Medioevo il castello sulla collina del duomo (Münsterhügel) ebbe la funzione di centro della regione. Il perdurare della sua forza d'attrazione è provato dagli insediamenti alamanni, accertati dalle necropoli, nella zona antistante la riva destra del Reno (Martin, 1979). Una necropoli presso il Bernerring con sepolture di nobili franchi testimonia dell'integrazione di B. nel regno merovingio (Martin, 1976).Sono pochi gli elementi architettonici di epoca altomedievale del castello, e ciò è indice di un ampio riuso della costruzione romana. Ancora dopo il 600 un certo Gunso coniava monete a B. (Wielandt, 1971), ma nei seguenti centocinquanta anni circa subentrò una temporanea perdita d'importanza della città, cui si collegò una fase di spopolamento. Risalgono a questo periodo i fondi di capanna di impronta rurale ritrovati nella piazza del duomo (Helmig, 1982); quest'ultima subì una totale trasformazione quando fu costruita la nuova cattedrale voluta dal vescovo Heito (803-823).La cinta muraria del vescovo Burcardo, eretta nell'ultimo quarto del sec. 11°, inglobò per la prima volta nella città l'insediamento a valle del Birsig; il percorso delle mura è documentato per quanto riguarda il tratto sull'altura a sinistra del Birsig, mentre per il tratto a E è assai controverso. Nella prima metà del sec. 13° questa cinta fu sostituita dalle c.d. mura cittadine interne, più robuste, che vennero edificate per lunghi tratti solo pochi metri più avanti rispetto alle precedenti, quasi nel loro fossato (d'Aujourd'hui, Bing, 1988). Nello stesso secolo vennero fortificati a E il sobborgo di St. Alban, a O quello di Spalen, nonché la Piccola B., che aveva avuto una rapida evoluzione dopo la costruzione del primo ponte sul Reno (Baer, 1932, p. 315). Allo sviluppo economico contribuirono anche i bacini realizzati in questo stesso secolo per convogliare l'acqua necessaria alle attività artigianali. Particolarmente importante fu il bacino di St. Alban, tuttora esistente, che dal sec. 14° serviva alla produzione di carta dello stabilimento monastico di Dalbeloch. Il crescere della città sulla riva sinistra del Reno comportò, dopo un violento terremoto che nel 1356 rese necessario il restauro del coro della cattedrale, la costruzione delle c.d. mura cittadine esterne, lunghe km. 4 ca.; completate nel 1398, esse inglobarono i cinque sobborghi sorti intorno al nucleo cittadino presso i monasteri (Baer, 1932, p. 147 ss.). Con queste mura, provviste di quaranta torri e cinque porte, si concluse, fino all'epoca moderna, l'espansione della Grande B., mentre, con l'inclusione del convento di Klingental, ebbe termine anche la crescita della Piccola Basilea.Già in epoca tardoromana quella che in seguito prese il nome di Freie Strasse, che correva a O della collina del duomo, dovette avere primaria importanza, accanto alla strada maggiore che attraversava longitudinalmente il castello; importanza che si accrebbe ulteriormente, prima dello scadere del millennio, con l'obliterazione della strada del castello, dovuta alla costruzione della cattedrale carolingia, e con lo svilupparsi dell'insediamento in pianura (Herzog, de Meuron, 1974). Essa rimase l'asse centrale cittadino che conduceva dall'Aeschentor delle mura esterne, attraverso le arcate delle mura interne, al passaggio sul Birsig, al suo sbocco, al ponte sul Reno e quindi alla Piccola Basilea. Le altre strade di attraversamento percorrevano assialmente i sobborghi.Indagini archeologiche (1963-1974) effettuate nel duomo (in precedenza consacrato alla Vergine) hanno portato in luce, oltre a strutture celtiche e della prima e media epoca imperiale (Furger-Gunti, 1979), i resti di un imponente edificio tardoromano lungo il crocevia centrale del castello (Sennhauser, 1974). Non è accertato se questa costruzione, che nell'Alto Medioevo subì dei restauri, a quel tempo fosse già un edificio sacro, ipotesi resa tuttavia verosimile dal fatto che la sua ampiezza e il suo orientamento furono vincolanti per le successive chiese. È sicuramente attestata una costruzione di epoca carolingia, forse a tre navate con due torri di facciata cilindriche, cripta e recinzione nel centro del corpo longitudinale (Sennhauser, 1983; diversamente Maurer, 1981). Una cripta esterna a E, a tre navate, con orientamento diverso rispetto all'edificio principale, deve essere stata aggiunta in epoca tardocarolingia. All'inizio del sec. 11° venne costruito ex novo il c.d. Heinrichsmünster, una basilica a colonne, a tre navate, che aveva un coro rialzato semicircolare, con deambulatorio, cripta 'a sala' bipartita e torri laterali (Sennhauser, 1986). Solo in seguito vennero aggiunte all'edificio torri occidentali, di cui si sono conservati a N i resti nel tardomedievale Georgsturm. Nell'ultimo terzo del sec. 12°, forse a causa di un incendio, si procedette a una nuova ricostruzione, che conservò le cripte per il loro valore cultuale e ricalcò le dimensioni del duomo precedente inserendo in più il transetto. A questa fase della costruzione spetta anche il c.d. grande chiostro sul lato meridionale con la sala a E e la Magdalenenkapelle a S. Accanto a quest'ultima sorge il palazzo vescovile, di struttura sostanzialmente tardogotica. È ancora da chiarire invece la situazione per quanto riguarda la fase medievale degli edifici canonicali.La chiesa di St. Martin, che domina la collina del duomo, è generalmente considerata, sulla base della posizione e dell'intitolazione, la chiesa parrocchiale più antica della città. Tuttavia la storia remota di questa chiesa, documentata per la prima volta nel 1101, non è stata finora chiarita. Si sa che la costruzione poggia su resti di mura tardoromane e che dal sec. 10° servì anche come luogo di sepoltura. Altre chiese parrocchiali erano quella di St. Peter, di origine carolingia, situata in posizione elevata sulla sponda sinistra del Birsig (Maurer, 1981, p. 77 ss.), quella di St. Andreas, del sec. 11°, nella parte bassa della città (d'Aujourd'hui, Schön, 1987), e quella di St. Theodor, sorta su una necropoli altomedievale nella Piccola B. (d'Aujourd'hui, 1985).Il municipio, menzionato nel 1250 come domus judicii, ma poco dopo già come domus communitatis, si trovava in un primo tempo presso il mercato del pesce, nelle immediate vicinanze della Schifflände e del ponte sul Birsig. Nel sec. 14°, quando a causa del terremoto del 1356 fu necessaria una ricostruzione, era però già situato lungo la salita per la chiesa di St. Martin. L'edificio attuale risale al 1504 (Baer, 1932, p. 339 ss.).Antiche residenze nobiliari furono nel sec. 12° le torri addossate alla prima cinta muraria, in corrispondenza dell'attuale Heuberg; ad analogo scopo dovevano servire in prevalenza anche le torri della città bassa (d'Aujourd'hui, Bing, 1988). Nei secc. 13° e 14° la nobiltà costruì in posizione privilegiata, sulla sponda sinistra del Birsig, veri e propri palazzi, tra cui lo Schönes Haus, che conserva finestre a traforo in facciata e soffitti a travature riccamente dipinte. Di grande interesse è la ricostruzione dello sviluppo architettonico della città bassa. Alle costruzioni lignee antecedenti la fine del millennio seguirono nel sec. 11° unità costruttive separate una dall'altra, un poco arretrate rispetto al Birsig, alle quali nel sec. 12° si aggiunsero nuove fabbriche in direzione della via retrostante fino a formare una fila chiusa. In seguito, intorno al 1300, grazie a recinzioni, divisioni in lotti e ampliamenti verso il corso d'acqua, si affermò il sistema costruttivo c.d. a schiera di grande densità (Matt, Lavicka, 1984).Tra le fondazioni monastiche sono da menzionare: l'abbazia di St. Alban, sorta nel 1083 a S-E, fuori dalle mura, su di un luogo di culto più antico e dal sec. 12° dipendente dall'Ordine cluniacense; la canonica di St. Leonhard, istituita nel 1135 presso una chiesa già esistente al margine sudoccidentale della città, all'interno delle mura, e, subito fuori le mura, a S, il convento femminile delle Penitenti di St. Maria Magdalena in den Steinen. Nel 1233 si cominciò a costruire la chiesa dei Domenicani; nel 1250 anche i Francescani, già dal 1231 insediati nei dintorni occidentali della città, si trasferirono in una nuova chiesa, la Barfüsserkirche, eretta presso l'ospedale, tra il Birsig e la collina del duomo. Prima del 1300 le Clarisse e le Agostiniane si insediarono nella Piccola B. e gli Eremitani di s. Agostino sulla collina del duomo. All'inizio del sec. 15°, infine, fu fondata la certosa all'estremità meridionale della Piccola Basilea.Il duomo, che si può considerare un esempio paradigmatico del Tardo Romanico altorenano, dopo l'aggiunta di due navate laterali esterne formate da cappelle funerarie, appare come una basilica a pilastri a cinque navate, con tre campate coperte da volte a crociera costolonata (rifatte nel sec. 14°) nell'ampia navata centrale, un imponente transetto e un breve coro poligonale, ricostruito dopo il terremoto del 1356 da Johannes Parler. Nella facciata occidentale a doppia torre, realizzata in varie fasi dal 1250 al 1400, si aprono il portale strombato arcaizzante e, al di sopra, una semplice finestra a traforo. La torre settentrionale, più alta, è stata probabilmente costruita secondo un progetto di Ulrich von Ensingen (1350 ca.1419), quella meridionale è stata ampiamente rimaneggiata intorno al 1500. La facciata del transetto settentrionale, ancora sostanzialmente romanica, conserva nella Galluspforte (seconda metà del sec. 12°) quello che può ritenersi il prototipo dei portali di area tedesca per quanto riguarda l'uso di figure monumentali inserite sugli stipiti. Sopra il portale si apre un grande rosone circondato da figure che lo identificano come rappresentazione della Ruota della fortuna. All'interno, l'alzato tripartito del corpo longitudinale, in conci di arenaria rossa accuratamente apparecchiati, segue uno schema analogo a quello del duomo di Modena: in ogni campata, al di sopra di una coppia di arcate a sesto acuto, si trovano due tribune, ciascuna formata da una trifora incorniciata da un arco a muro, mentre al terzo livello, corrispondente al cleristorio, si aprono due monofore. Le tribune proseguono lungo il transetto formando un passaggio dalla navata al coro; quest'ultimo, rialzato su un'ampia cripta, si conclude con un deambulatorio su tre livelli.I capitelli, dell'ultimo quarto del sec. 12°, presentano una ricca decorazione, in parte figurata, con ricordi dell'arte lombarda. Alla stessa epoca risale anche la complessa decorazione scultorea della già ricordata Galluspforte, di stile affine, con figure dai volumi accentuatamente tondeggianti e panneggi con orlo a serpentina. Delle sculture del portale occidentale restano solo le figure degli archivolti, della seconda metà del sec. 13°; il resto è stato distrutto all'epoca della Riforma. Altre statue collocate sulla facciata occidentale, raffiguranti Enrico II, la sua consorte Cunegonda, il Seduttore e una vergine stolta, sono ciò che resta di un ciclo che illustrava la parabola delle vergini sagge e delle vergini stolte (1277-1298), derivato dal modello della cattedrale di Strasburgo. Nel terzo quarto del sec. 14° furono aggiunte sempre sulla facciata due grandi statue equestri di S. Giorgio e S. Martino, oggi sostituite da copie. Nel deambulatorio della cripta si conservano due immagini dipinte di vescovi, risalenti al 1202 e realizzate in uno stile che si rifà alla tradizione altorenana per il tramite della pittura su vetro. Nella navata centrale si può osservare un frammento di pavimento romanico: in un medaglione è rappresentato un drago a due colori. In una delle cappelle che si aprono nella navatella settentrionale si trova il dossale di S. Vincenzo, oggi composto da quattro rilievi con episodi della vita del santo, un'opera romanica di notevole qualità, della quale rimangono controverse datazione e provenienza (Beer, 1974). Alla stessa bottega è dovuto il dossale degli apostoli che si trova nella cappella Fröwler, a S; la lastra, probabilmente un tempo parte di una recinzione in rapporto con l'antependium d'oro dell'altare, mostra, al di sotto di un'arcata, tre coppie di apostoli, di forme classicheggianti, intenti a discutere tra loro. Nelle cappelle laterali si sono conservate numerose sculture funerarie, fra cui va menzionato il sarcofago della regina Anna d'Asburgo (m. nel 1281) e del figlioletto Carlo. I pezzi più importanti dell'antico tesoro del duomo vennero messi all'asta nel sec. 19°; il paliotto d'oro dell'altare con Cristo fra gli arcangeli e s. Benedetto e con i donatori - l'imperatore Enrico II e Cunegonda - si trova oggi al Mus. de Cluny a Parigi. Fra i pezzi del tesoro rimasti a B. (Historisches Mus.) sono da menzionare: un busto-reliquiario di S. Pantaleo in argento dorato, poggiante su leoni (1275 ca.); un busto-reliquiario di S. Orsola del primo terzo del sec. 14°; una statuetta-reliquiario d'oro di Davide, a mezza figura, di poco più tarda, con un cammeo antico raffigurante la testa di Medusa inserito al posto del volto; una statua d'argento di S. Cristoforo databile alla metà del sec. 15° ca. (Burckhardt, 1933).Nel grande chiostro - rinnovato a partire dal 1429 in forme tardogotiche, con volte a reticolo policrome e trafori in stile flamboyant nelle ampie finestre - si trovano numerosi monumenti funebri tardomedievali.La chiesa di St. Martin venne ricostruita, nella seconda metà del sec. 14°, in forma basilicale, con ampia navata centrale e breve coro poligonale. Come in altre chiese coeve, sui pilastri si trovano scolpiti gli stemmi delle più importanti famiglie di B.; vi si conservano inoltre numerosi frammenti molto restaurati di pitture murali tardogotiche.L'attuale chiesa di St. Peter è il risultato di molteplici trasformazioni e aggiunte tardomedievali. Il corpo longitudinale basilicale, a cinque campate, edificato nella seconda metà del sec. 14° sul modello dell'architettura degli Ordini mendicanti, è chiuso da uno jubé dietro al quale si apre un coro a terminazione rettilinea con volta a reticolo, della fine del 15° secolo. Tra i numerosi frammenti di pittura murale è di particolare rilevanza la nicchia sepolcrale con gli stemmi von Efringer nella navata laterale sud, con la rappresentazione della Sepoltura di Cristo, in presenza dei committenti, e delle sue ultime sofferenze prima della crocifissione. Le pitture, che presentano forti influssi boemi, sono state datate verso il 1350-1360 (Maurer, 1966, pp. 113-118) o verso il 1380-1390 (Raeber-Keel, 1978).La chiesa di St. Leonhard conserva la cripta 'a sala' romanica, con resti di un affresco raffigurante la Crocifissione (sec. 12°). L'edificio venne ricostruito dopo il terremoto del 1356 e nel 1480 venne nuovamente rifatto il corpo longitudinale. Nel coro poligonale si conservano frammenti di pitture murali della cerchia di Konrad Witz (1400/1410-1446), che coinvolgono abilmente lo spettatore nella rappresentazione. Nella cappella di St. Theobald, a fianco del coro, si trova la tomba policroma di Hüglin von Schönegg, con la doppia rappresentazione del cavaliere in abito militare, giacente e inginocchiato in adorazione.L'architettura mendicante è esemplarmente rappresentata da due costruzioni. La chiesa dei Domenicani (Predigerkirche), consacrata nel 1261, può essere considerata, nonostante il parziale rinnovamento delle campate del corpo longitudinale dopo il terremoto e la moderna ricostruzione dello jubé, il punto di partenza di uno stile altorenano nell'architettura dell'Ordine. Nell'intradosso delle finestre sono affrescate figure di santi con i committenti inginocchiati, che, come altre opere coeve politicamente significative, si distaccano dal linguaggio figurativo locale per l'impronta fortemente parleriana (Stamm, 1985, p. 53). L'elegante torretta fu edificata nel 1423 dall'architetto del duomo di Ulma, Hans Kun (notizie dal 1417 al 1435). Sul lato settentrionale della chiesa si trovava, fino al 1805, un cimitero, sulle cui mura era dipinto un ciclo con la Danza macabra, anch'esso della cerchia di Konrad Witz, oggi conservato nell'Historisches Mus. in stato frammentario.Di poco posteriore - inizio del sec. 14° - è la chiesa dei Francescani (Barfüsserkirche), divenuta alla fine del secolo scorso una delle sedi dell'Historisches Museum. L'edificio presenta una facciata occidentale a cui seguono un ampio corpo longitudinale e un profondo coro. I pilastri cilindrici, privi di capitelli e d'imposta e poggianti su alte basi poligonali, furono uno dei modelli per il rinnovamento della chiesa dei Domenicani. Le grandi finestre a traforo del coro creano un forte contrasto con le piccole aperture del cleristorio della navata.Legata all'architettura mendicante è anche la chiesa delle Agostiniane di Klingental (1278-1293, in parte trasformata successivamente), con lungo coro a sei campate.La chiesa di St. Alban conserva un chiostro dal nucleo ancora sostanzialmente romanico, di cui resta visibile la galleria settentrionale, con arcate su colonnine abbinate, con capitelli a dado di varia ornamentazione.Fra le tre porte delle mura cittadine esterne tuttora esistenti, la più significativa è lo Spalentor, del tardo sec. 14°, costituito da un corpo centrale quadrato - con ripido tetto piramidale, membrature architettoniche arcaizzanti e un avancorpo aggiunto in epoca posteriore - fiancheggiato da due torri cilindriche (poligonali negli ultimi due piani). Sulla fronte occidentale si trovano figure scolpite in tardo stile internazionale raffiguranti la Vergine con il Bambino fra due profeti (1420 ca.), forse opera di Cuntz Niemantsnarr (Stamm, 1985, p. 54).L'Antikenmus. und Sammlung Ludwig espone pezzi tardoantichi e bizantini. Nell'Historisches Mus. della Barfüsserkirche sono conservati: oggetti provenienti dalle necropoli altomedievali; reperti della fase più antica della storia della città; altari e sculture tardogotici; un gruppo di importanti arazzi locali del sec. 15° (Rapp Buri, Stucky-Schürer, 1990); resti dell'antico tesoro del duomo e una croce dipinta proveniente dal convento di Katharinental (Thurgau), datata al 1270-1280.Lo Stadt- und Münstermus., Kleines Klingental, conserva gli originali delle sculture del duomo e modelli della città. La Universitätsbibl. custodisce manoscritti e importanti incunaboli.
Bibl.:
Fonti. - Annales Colmarienses, Basilenses, Chronicon Colmariense, in MGH. SS, XVII, 1861, pp. 183-270; C. Wurstisen, Epitome historiae Basiliensis, Basel 1577; J. Trouillat, Monuments de l'histoire de l'ancien évêché de Bâle, 4 voll., Porrentruy 1852-1867; Basler Chroniken, 7 voll., Leipzig 1872-1915; Urkundenbuch der Stadt Basel, 11 voll., Basel 1890-1910.
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