basileus
Nome che nell’antica Grecia designava il re; esso è stato identificato con la forma micenea pasireu che nel 13° sec. a.C. indicava, tuttavia, un signore sottoposto al vero e proprio re (wanaka). Nondimeno il termine b. finì col prevalere (già in Omero) per designare il monarca, istituto che sussisteva ancora agli inizi del 1° millennio a.C. in tutte le regioni del mondo greco; successivamente i suoi poteri furono gradualmente delimitati e assorbiti dalle aristocrazie. Nel 5° sec. a.C. la monarchia sussisteva solo a Sparta e in alcune regioni periferiche del mondo greco (Macedonia, Epiro, Cipro). Ma in alcune località si perpetuò, col nome, l’antica funzione sacrale dei re, per es. ad Atene, ove l’archon b. è appunto l’antico monarca che, analogamente al rex sacrificulus di Roma, conserva una funzione esclusivamente religiosa. La parola, che nella Grecia propria andava esaurendosi ed era usata (per lo più senza articolo) quasi esclusivamente per designare il re per eccellenza, cioè il re di Persia, trasse nuovo vigore nei regni ellenistici, eredi della concezione monarchica macedone-orientale di Alessandro Magno. B. furono ancora detti dai parlanti greco l’imperatore romano e poi quello bizantino: ma il termine era ormai carico di significati (quello di imperator e di Augustus) estranei all’accezione primitiva.