BASTIA (A. T., 24-25-26)
Città della corsica; capoluogo di circondario, sede di corte d'appello e del comando militare di tutta la Corsica, è la metropoli commerciale dell'isola, come Ajaccio ne è il capoluogo politico.
Deve la sua prosperità alla situazione geografica sul Mar Tirreno (9°26′ E.; 42°42′ N.) al termine del grande promontorio di Capo Corso, in vicinanza delle più belle e fertili vallate del Nebbio, ma soprattutto di fronte a Livorno, dal quale non dista che 4 ore di navigazione, e attraverso cui ha i suoi maggiori rapporti commerciali con la penisola italiana.
Gli abitanti, in numero di 33.024 nell'intero circondario (1922), parlano usualmente un dialetto corso assai simile a quello toscano; usano il francese nelle scuole e negli uffici pubblici, ma l'italiano nelle relazioni commerciali e nel porto.
Con numerose fabbriche di paste alimentari, di cui si fa grande uso nel paese, con opifici di mobili, manifatture di tabacchi, saponifici, fabbriche di tannino e confetture, Bastia ha un commercio assai attivo, specialmente di vini, legname, primizie orticole, legumi secchi, castagne, aranci, mandarini, cedri, che esporta a Livorno, Genova, Nizza e Marsiglia. Le anguille del vicino stagno di Biguglia sono spedite vive a Napoli (capitoni) e sono dette capponi a Bastia. Essa è il grande centro di esportazione dei cedrati e suoi canditi, giacché il cedro del Capo Corso, è superiore a quello del Marocco, di Smirne, di Candia e della Sicilia.
La ferrovia unisce Bastia ad Ajaccio (km. 158), a Calvi, a Ghiornaccia. Servizî marittimi bisettimanali la uniscono a Marsiglia e Livorno, settimanali a Nizza e a Porto Torres, giornalieri, per via aerea, ad Antibo.
Arte. - Vista dal mare, Bastia, che si stende ai piedi dei monti, sembra una grande città. L'impressione, che è dovuta in parte all'altezza delle case è presto cancellata quando si osservino l'angustia delle vie e il loro tracciato irregolare. La città bassa, la Terra Vecchia costruita dai Genovesi intorno al vecchio porto, ha vicoli molto pittoreschi, ricoperti qua e là di vòlte, selciati con larghe (astre di pietra durissima delle cave di Branzio. L'altro vecchio quartiere della città, detto Terra Nuova, è costruito attorno alla cittadella. Ambedue questi quartieri sono un dedalo di viuzze e vicoli che convergono tutti al vecchio porto ove s'innalzano case di quattro o cinque piani. I recenti quartieri, costruiti attorno alla metà del sec. XIX, sono allineati invece verso nord lungo il nuovo porto, e presentano vie parallele, ampie, aerate, con grandi palazzi. La maggiore arteria è il viale Paoli, detto volgarmente la Traversa; la piazza maggiore è quella di S. Nicola, adorna di platani e palme lungo il mare, e con una statua marmorea di Napoleone I, del Bartolini. Nel recinto della cittadella, il cui mastio risale al sec. XIV, sono la chiesa di S. Maria (1604) e la chiesola di Santa Croce, il cui interno ha stucchi dorati del sec. XVIII. Nella città bassa, la facciata classica della chiesa di S. Giovanni Battista, di uno stile gonfio, mal si adatta alla povertà della navata. Il museo è stato ordinato in una chiesa sconsacrata costruita nel sec. XVIII con una semplicità rara in quell'epoca nell'isola. Vi si notano particolarmente oggetti interessanti per la storia della Corsica.
Storia. - A sud dello sbocco del ruscello Fango si ergeva, nel sec. XIV, un piccolissimo villaggio di pescatori detto Marina di Cardo. Quando Biguglia, ove risiedevano i governatori genovesi della Corsica, fu presa dal conte Arrigo della Rocca, Leonello Lomellino, governatore per conto della Maona di Genova, fece fabbricare al di sopra della collina che dominava la marina una torricella o Bastia per proteggere le navi che portavano soccorsi da Genova (1380) e parecchie case si edificarono a poco a poco nell'immediata vicinanza della nuova fortezza. Nel 1453 l'Officio di S. Giorgio decise che il governatore e il suo vicario risiedessero nella Bastia; poi, nel 1484, l'Officio concedette alla città importanti privilegi e franchigie. Fra l'altro, Bastia ebbe un podestà eletto dai più autorevoli cittadini con giurisdizione civile e criminale: al podestà si aggiungevano quattro anziani, e un consiglio di 30 magistrati per il governo della città. Nel 1563, avendo l'Officio ceduto alla repubblica di Genova il possesso dell'isola, i collegi confermarono gli antichi statuti: solo la giustizia criminale passò dalla competenza del podestà a quella del governatore. Nel contempo, la città si formava e si ampliava: il recinto delle mura, iniziato nel 1481 da Tommasino di Campofregoso, fu terminato nel 1488 da Raffè de' Grimaldi, che intraprese nello stesso tempo l'edificazione della cittadella, compiuta da Andrea Spinola (1521). Nel corso del sec. XVI parecchi bastioni furono edificati; in Bastia pose la sua residenza il vescovo di Mariana ed Accia. Nel 1617, il visitatore apostolico Gio. Antonio, vescovo di Policastro, divise la città in due parrocchie: di Santa Maria di Terranova e di San Giovanni di Terravecchia. Terravecchia era scoperta, senza recinto; il porto, bene acconciato nel Settecento, ebbe un molo. Così la città prosperava per il commercio: contava, nel sec. XVII, 7000 ab.; ai bisogni culturali provvedeva un collegio tenuto da gesuiti.
Nel corso del sec. XVIII, Bastia soffrì per le lotte dell'indipendenza. Domenico Rivarola, capo delle truppe del re di Sardegna, alleato dei nazionali còrsi, e aiutato dall'ammiraglio inglese Cooper, espugnò la città nel novembre 1745; ma in breve Bastia fu sgomberata e i Genovesi esercitarono crudeli rappresaglie. Nel 1764 il generale francese Marbeuf occupò la città, che dipoi restò alla Francia sino alla Rivoluzione. In quest'epoca, la Bastia fu sconvolta da varî tumulti. Fra il 1793 e il 1796, il governo nazionale anglo-còrso dominò la città, che dopo il '96 ricadde sotto il dominio francese, con tutta l'isola. E Bastia, che sino allora era stata capitale della Corsica, divenne semplice capoluogo del dipartimento del Golo; nel 1811, quando un decreto imperiale creò l'unico dipartimento di Corsica, divenne addirittura semplice capoluogo di circondario. Nel 1814, il generale inglese Montresor occupò Bastia per alcuni giorni. In Bastia ebbero i natali Lazzaro, che fu bey di Algeri nel Seicento, e il poeta italiano Salvatore Viale, autore della Dionomachia.
Bibl.: Per la parte artistica vedi: P. Mérimée, Notes d'un voyage archéologique en Corse, Parigi 1840; A. Ambrosi, Histoire des Corses et de leur civilisation, Bastia 1914. La storia di Bastia non è stata oggetto di una monografia: bisogna ancora ricorrere alle storie generali della Corsica. Nel Bulletin de la Société des Sciences de Bastia (1885-86), v. Statuts et privilèges accordés à Bastia; S. de Caraffa, Promenade historique à travers Bastia au XVIII siècle, 1916. Cfr. J. B. Marcaggi, L'Île de Corse, Ajaccio 1908.