AUTHION, Battaglia dell'
L'altura conosciuta con questo nome, o anche con quello di piano di Milleforche, fa parte d'una diramazione del monte Clapier, interposta fra la valle della Vesubia e quella della Roja (Alpi marittime), il cui pendio orientale costituisce il margine della cosiddetta stretta di Saorgio. Qui e nelle circostanti posizioni, dall'8 al 12 giugno 1793, i Piemontesi fronteggiarono e infine respinsero l'esercito rivoluzionario francese, scrivendo una delle più gloriose pagine della loro Storia militare.
Dopo l'invasione della Savoia e la perdita della contea di Nizza, una parte dell'esercito piemontese, passato sotto il comando - lontano, poco gradito e meno operoso - dell'austriaco generale De Vins, si raccolse nelle alte valli della Tinea, del Varo e della Vesubia. Essa era comandata nominalmente dal duca del Chiablese, fratello di Vittorio Amedeo III, ma in effetto dal nizzardo generale Carlo Francesco Thaon conte di Revel e di S. Andrea, conosciuto più brevemente col solo nome di conte di S. Andrea. Occupate nella primavera del 1793 alcune importanti posizioni avanzate, i Francesi, agli ordini del generale Brunet comandante l'armata d'Italia, attaccarono risolutamente l'8 giugno le posizioni principali dei Piemontesi; le quali, in una zona di montagna degradante verso sud, si estendevano in linea d'aria per circa 20 km., dalla cima del Capelet (2629 m.) fino alle propaggini del Col di Brouis sopra Sospello.
La destra era agli ordini del generale Colli - italiano di nome e di nascita, al servizio austriaco - che aveva alle dipendenze il generale piemontese Dellera. Forte di circa 4000 uomini, essa, dall'elevata cima del Capelet pel Colle del Raus raggiungeva l'altopiano dell'Authion o di Milleforche (2050-2075 m.). Il presidio era composto di truppe d'ordinanza e di milizia, con pochi pezzi di artiglieria. La sinistra, meno forte per natura, presidiata da 8500 uomini circa agli ordini diretti del comandante l'intero fronte, conte di S. Andrea, si raggruppava attorno al campo trincerato di Brouis, considerato perno della difesa.
Gli attacchi dei Francesi (non meno di 18.000 combattenti) si svolsero su più colonne, dando luogo a combattimenti separati. I Francesi, guidati da uomini alcuni dei quali acquistarono poi chiara fama - e fra questi Massena - combattendo con grande ardore, ma non senza qualche atto di slealtà, conseguirono alcuni progressi, minacciando da vicino il campo trincerato di Brouis. Un altro combattimento aveva luogo intanto al villaggio del Moulinet con vicende alterne, finché i Piemontesi ripiegarono sull'Authion, avendo perduto alcune posizioni circostanti.
L'attacco intenzionalmente principale - quello contro l'Authion e il piano di Milleforche - fu sferrato sotto gli ordini diretti dello stesso generale Brunet. Ma il generale Dellera, con un battaglione svizzero e i reggimenti Casale e Lombardia, contrattaccò volgendo gli assalitori in fuga. Contro la regione di Col del Raus, il Serrurier non ebbe miglior fortuna; erano quivi i fanti di Acqui.
Quattro giorni appresso (12 giugno), dopo un consiglio di guerra tenuto a Nizza, il Brunet riprese l'offensiva, concentrandola contro l'Authion e il colle di Raus. Ebbe così luogo la battaglia dell'Authion vera e propria, in cui all'impeto e all'ardor francese fece riscontro l'incrollabile tenacia dei Piemontesi.
Contro l'Authion, il piano di Milleforche e le posizioni adiacenti, l'attacco fu lanciato su quattro colonne minacciando anche i fianchi e il rovescio della posizione. Stavano alla difesa undici battaglioni piemontesi, compreso quello svizzero Christ, e due austriaci, oltre ad alcuni riparti di cacciatori, milizia e corpi franchi: tutti al comando diretto del generale Dellera. Contemporaneamente veniva attaccata la posizione del Col del Raus. Iniziata verso le 7, la battaglia durò su tutto il fronte ininterrotta, con varie e sempre più furiose riprese, fin dopo le due pomeridiane. Tutti gli sforzi francesi s'infransero. La colonna Lecointre contro Milleforche e i granatieri del Serrurier contro la destra piemontese non ebbero miglior fortuna.
Con questo fiero combattimento i Piemontesi sbarrarono, allora e per molto altro tempo, il passo alle truppe rivoluzionarie francesi. Nei due combattimenti dell'8 e del 12 giugno 1793 i Piemontesi perdettero complessivamente, secondo il De Antonio, 91 ufficiali e 1200 circa fra sottufficiali e soldati; ma il Guerrini fa ascendere le loro perdite a 2400 fra Piemontesi e Austriaci; fra i feriti fu lo stesso comandante generale Revel di S. Andrea. Le perdite complessive dei Francesi furono variamente valutate: il Guerrini le calcola, fra morti e feriti, in 3200 uomini.
Parlando di queste operazioni, Napoleone, nei Mémoires di S. Elena, le chiamò éfforts inutiles qui donnèrent de la gloire à l'armée piemontaise et firent périr l'élite des grenadiers de l'armée.
Bibl.: D. Guerrini, La brigata granatieri di Sardegna, Torino 1902; I. Thaon di Revel, Mémoires sur la guerre des Alpes et les événements en Piémont pendant la révolution française, Torino 1871; F. A. Pinelli, Storia militare del Piemonte, Torino 1854-55, voll. 3; A. Masséna, Mémoires de Masséna, rédigés... par le général Koch, Parigi 1849-50; L. Krebs e H. Moris, Campagnes dans les Alpes pendant la Révolution, d'après les archives des états-majors français et austro-sarde, Parigi 1891; C. De Antonio, Authion, in Memorie storiche militari dell'Ufficio storico del comando del corpo di stato maggiore, V, 1911.