BECULA (Baecula), battaglia di
Una delle battaglie più importanti che si combatté in Spagna durante la seconda guerra punica ebbe luogo presso Becula, città di cui s'ignora peraltro il sito preciso, sapendosi soltanto che non era molto lontana da Castulone (la moderna Cazlona). Accanto a Becula aveva preso i suoi quartieri d'inverno con un esercito cartaginese Asdrubale figlio di Amilcare, nel 209-208 a. C.; mentre lontano da lui svernavano Magone e Asdrubale figlio di Gisgone. Il giovane Scipione, detto poi Africano, che aveva allora il comando delle forze romane in Spagna, all'inizio della buona stagione del 208 deliberò di attaccare improvvisamente il campo di Becula, prima che i generali cartaginesi potessero congiungere le loro forze. Asdrubale si propose di schivare l'attacco e ripiegò in una posizione assai forte protetta alle spalle da un fiume e di fronte da un ciglione che il nemico non poteva superare senza perdite. L'identificazione di tale posizione non è sicura, ma essa viene cercata da qualche critico a NO. del confluente tra il Guadalquivir e il Guadalimar. Scipione, studiato il terreno, mentre teneva a bada Asdrubale con un attacco dimostrativo frontale dalla parte del ciglione, conduceva poi il grosso delle forze, parte sotto il proprio comando, parte sotto quello di Lelio, a destra e a sinistra, per vie scoscese contro i fianchi dell'esercito di Asdrubale. Asdrubale, non volendo dare una battaglia decisiva, avvistosi troppo tardi dell'attacco diretto contro i suoi fianchi, si disimpegnò non senza perdite di una certa gravità e riuscì a porre in salvo il grosso del suo esercito. Scipione si trattenne alquanto nel campo cartaginese caduto in sua mano; poi, prima che gli eserciti avversarî si congiungessero, ripiegò verso la sua base di Tarragona.
Questo è nella sua sostanza il racconto che dà della battaglia Polibio (X, 38, 7-39): lucido e logico, tale che non può senza ipercritica negarsene la sostanziale veridicità. Non altrettanto sicura, e ben distinta dal racconto, anzi in parziale contraddizione con esso, è la notizia che Polibio vi premette, secondo la quale Asdrubale voleva dare battaglia e, se l'esito era avverso, partire dalla Spagna per raggiungere Annibale. Di qui il Mommsen ricava che Scipione s'imbatté in Asdrubale mentre moveva al soccorso di Annibale (che era in Italia). Per giudicare di questa asserzione basta riflettere che la battaglia avvenne nell'Andalusia. Il racconto di Livio (XXVII, 18), desunto probabilmente da quello di Polibio, è tale che militarmente per la sua imprecisione non può essere utilizzato. La battaglia è importante per i suoi effetti, perché persuase Asdrubale dell'impossibilità di combattere con successo Scipione in Spagna; ed è anche notevole come saggio della genialità del giovane Scipione. Le asserzioni di moderni circa una seconda battaglia che si sarebbe combattuta a Becula nel 207 debbono ritenersi errate. Nei testi relativi si tratta della battaglia di Silpia.
Bibl.: C. Neumann e G. Faltin, Geschichte der pun. Kriege, Breslavia 1883, p. 463 seg.; U. Kahrstedt, Geschichte der Karthager, Berlino 1913, p. 318 seg.; W. Brewitz, Scipio Africanus Maior in Spanien, Tubinga 1914, p. 60 segg. (con piano della battaglia); G. De Sanctis, Storia dei Romani, III, ii, Torino 1917, p. 478 seg., 639 (sulla pretesa seconda battaglia di B.: p. 498, n. 86).