BATTESIMO (dal gr. βαττισμα "abluzione"; lat. baptismus e baptisma; fr. baptême; sp. bautismo; ted. Taufe; ingl. baptism)
Il primo dei sette sacramenti della chiesa cattolica, riconosciuto come sacramento da quasi tutte le altre confessioni cristiane.
L'uso di lavare tutto o parte del corpo si ritrova come rito religioso fuori del cristianesimo, anche in zone lontane e presso popoli del tutto indipendenti da quelli ove sorse il cristianesimo. Ad es. in Islanda e alcune parti della Norvegia vi fu il costume di praticare sul neonato una lavanda per cui il padre riconosceva ed accettava come suo il bambino, mentre la mancanza di questa lavanda portava all'esposizione del medesimo: tale costume continuò ad esser praticato, dopo l'introduzione del cristianesimo in quelle regioni, anche a fianco del battesimo cristiano. Riguardano più da vicino il battesimo cristiano e le sue eventuali influenze attive o passive, su cui disputano gli studiosi della storia delle religioni, il battesimo che il giudaismo posteriore impartiva ai nuovi adepti (proseliti del Patto, o della Giustizia) i quali non essendo di nazionalità israelita desideravano abbracciare la religione giudaica (per cui cfr. Schneckenburger, Über das Alter der jüdischen Proselytentaufe, Berlino 1829; H. L. Strack e P. Billerbeck, Kommentar zum N. Test. Hus Talmud und Midrasch, Monaco 1922 segg.); il battesimo amministrato da Giovanni, a cui per ciò fu dato il nome di Battista, al quale rito si sottopose anche Gesù; il battesimo praticato dai Mandei, che si presenta strettamente collegato con quello di Giovanni (cfr. L. Tondelli, Il Mandeismo e le origini cristiane, in Orientalia, XXXIII, Roma 1928, p. 75 segg.). Cfr. in generale R. Reitzenstein, Die Vorgeschichte der christlichen Taufen, Lipsia e Berlino 1929.
La chiesa, considerando il battesimo come il rito per cui una persona umana entra a far parte di essa, lo ritiene istituito direttamente da Gesù, e trova il relativo precetto e rito contenuti nelle parole con cui egli diede agli apostoli l'incarico di diffondere il suo Vangelo: "È stato dato a me ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque ad istruire tutte le genti battezzandole nel nome del Padre, e del Figliuolo, e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto quanto vi ho comandato" (Matteo, XXVIII, 18-19).
Nessuna differenza notevole, fra le varie confessioni cristiane, esiste nello stabilire la materia con cui si deve compiere questo rito: per tutte è l'acqua naturale, e sebbene si pratichi di santificarla con una benedizione prima dell'uso, pure, generalmente, questa non si considera come essenziale. Il modo di servirsene è stato ed è tuttora diverso nelle varie chiese cristiane: presso gli orientali si usa il battesimo per immersione; nella chiesa latina si fa per infusione, cioè versando l'acqua sul battezzando, ma si tratta di una differenza accidentale.
Come in tutti gli altri sacramenti, così anche in questo l'atto dell'abluzione viene accompagnato da alcune parole che servono a determinare il senso simbolico dell'azione, e che, tratte da quelle già riportate di Gesù, sono: "Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo". Con un vocabolo consacrato dall'uso della teologia scolastica e dall'insegnamento della chiesa cattolica queste parole vanno sotto il nome di "forma" del battesimo e insieme con la materia ne costituiscono l'essenza. Siccome negli Atti degli Apostoli si parla qualche volta di battesimo conferito in nome di Gesù Cristo, è stata sollevata la questione se qualche volta gli apostoli si siano serviti di questa formula invece di quella trinitaria; ma sembra certo che queste parole significhino il battesimo conferito per autorità di Gesù Cristo, ma con la forma imposta da lui.
Il vescovo o il sacerdote sono i ministri ordinarî del battesimo solenne; mentre quando si battezza in caso di necessità può battezzare chiunque. Ma intorno alle doti che deve avere il ministro del battesimo troviamo nella storia della chiesa pagine veramente tempestose. Nell'Africa proconsolare s'era introdotta la persuasione che il battesimo conferito da un peccatore e specialmente da un eretico non fosse valido, e a questa opinione aderì anche S. Cipriano (v.). Il papa S. Stefano, interpellato in proposito, sentenziò che si stesse all'antico costume di non ribattezzare coloro che venivano dall'eresia, ma solo s'imponesse loro la penitenza. Con ciò la questione non fu troncata, ché anzi si manifestò con più violenza nel secolo seguente per opera dei Donatisti (v.), contro i quali ebbe a combattere con tutta la sua energia S. Agostino (v.). E così nella chiesa cattolica s'insegna pacificamente che è valido il battesimo da chiunque amministrato, purché voglia fare ciò che fa la chiesa.
È insegnamento cattolico che per conseguire la salute eterna il battesimo è indispensabile; ma i suoi effetti si possono ottenere anche col martirio (battesimo di sangue), o col desiderio di essere battezzati (battesimo di desiderio).
Ci sono tuttora alcune sette le quali asseriscono che i bambini non si possono battezzare, perché così si violano i loro diritti. Al contrario la Chiesa cattolica insegna che essi non solo si possono, ma si debbono battezzare, perché solo così si ottiene la loro salvezza, e che d'altra parte non si viola nessun diritto, perché non s'impone loro nessun dovere che essi non siano obbligati ad accettare quando siano giunti all'età della ragione.
Il conferimento del battesimo fu sino dall'antichità circondato di riti solennissimi, che dovevano servire per mettere in rilievo agli occhi dei fedeli la dignità del sacramento e per farne intendere meglio la portata e gli effetti. Oggi questi riti sono conservati quasi integralmente per il battesimo degli adulti: per quello dei bambini sono stati assai ridotti. Tra questi riti merita una menzione speciale quello dei padrini, i quali levando il battezzato dal sacro fonte, contraggono con lui una parentela spirituale, che costituisce un impedimento dirimente del matrimonio, e l'obbligo di provvedere alla formazione spirituale del battezzato, quando questi non avesse altri che vi provvedano. Negli antichi tempi, quando il più degl'iniziandi era costituito da adulti che si convertivano dal paganesimo, si introdusse, per la loro istruzione, il periodo di preparazione chiamato "catecumenato".
Gli effetti che, secondo la dottrina cattolica, il battesimo produce in chi lo riceve sono i seguenti: 1) la remissione di tutti i peccati, tanto dell'originale quanto dei personali; 2) la remissione di tutte le pene dovute per il peccato, non però di quelle penalità che, sebbene non siano peccato in sé, sono però conseguenza del peccato originale, cioè l'ignoranza, il dolore, la concupiscenza, la morte; 3) infusione della grazia santificante, delle virtù infuse e dei doni dello Spirito Santo; 4) impressione nell'anima d'un segno spirituale che si chiama "carattere", che distingue il cristiano da chi non è tale: questo carattere è la cagione per cui il battesimo non si può conferire che una volta sola; 5) incorporazione alla Chiesa di Gesù Cristo, cioè alla società dei credenti in lui, e quindi possibilità di ricevere gli altri sacramenti, i quali sarebbero invalidi se fossero conferiti a uno che non è battezzato. Nonostante tutti questi vantaggi che procura il battesimo, la Chiesa vieta, per rispetto alla patria potestà, che i figli degl'infedeli siano battezzati senza il consenso del padre.
Bibl.: S. Tommaso d'Aq., Summa Theol., III, q. 69, art. i segg.; D. Petau, Theol. dogm., Parigi 1644; W. Koch, Die Taufe im N. Test., Münster in W. 1910; A. von Stromberg, Studien zur Theorie und Praxis der Taufe, Berlino 1913; A. De Smet, Tractatus dogmaticus-moralis de sacramentis in genere, de baptismo et confirmatione, 2ª ed., Bruges 1925, e in genere gli altri trattatisti del dogma cattolico. Per la controversia fra Cipriano e papa Stefano, V. Tizzani, La celebre contesa fra S. Stefano e S. Cipriano, Roma 1862 (che, senza fondamento, stima apocrifi i relativi documenti). Ottimi per la parte dogmatica e storico-liturgica i numerosi articoli su Baptême nel Dictionnaire de théologie catholique, II, Parigi 1905, coll. 167-378, e, anche per la parte storico-religiosa, Baptism, in Encyclopaedia of Religion and Ethics, II, Edimburgo 1909, pp. 367-410, e baptême, nel Dict. de la Bible. Suppl., I, Parigi 1928, coll. 852-924.
Iconografia. - La figurazione del battesimo fu abbastanza diffusa nell'arte paleocristiana. E se l'interpretazione ne è incerta per un affresco della cripta di Lucina delle catacombe di san Callisto (sec. II; G. Wilpert, Le pitture delle catacombe romane, tavola XXIX, I), monumento isolato nell'iconografia, questa sembra sicura in due altri affreschi, uno della fine del sec. II (Wilpert, op. cit., tav. XXVII, 3), l'altro nelle catacombe dei Ss. Pietro e Marcellino, del sec. III. La scena assunse caratteri meglio determinati nel sec. IV; il Cristo, infante, immerge i piedi nell'acqua, a volte raccolta in un piccolo bacino, a volte sgorgante da una vasca o da una roccia; verso di lui, dai cieli, scende la colomba, e, da uno dei lati, si protende, a battezzarlo, il Battista. Nel sarcofago di Giunio Basso i protagonisti della scena sono due agnelli. Nel sec. V e nel VI in avorî e in miniature orientali e nei musaici dei due battisteri di Ravenna, venne accentuata, con modi ellenistici, la descrizione del paesaggio, e dal Giordano, le cui acque velano il corpo del Cristo fino alla cintola, emerge la classica personificazione del fiume. Nell'evangeliario del monaco Rabula appare la mano divina; e nella cattedra di Massimiano, in un avorio del British Museum (. 294), in un affresco delle catacombe di Ponziano, due angeli. Lo stesso schema con numerose minute varianti permane per tutto il Medioevo (nelle figurazioni bizantine o bizantineggianti, a partire dal sec. XI, le acque del fiume velano una colonna sormontata dalla Croce, come i pellegrini di Terra Santa videro, fin dal sec. VI, nel luogo ove, secondo la tradizione, fu celebrato il Battesimo): il Battista, il Cristo, gli angioli con le vesti del Redentore; e fu mantenuto anche nelle più diverse realizzazioni artistiche del soggetto; da Giotto, che vi improntò una sua religiosità, al Verrocchio che effuse la luce. Nell'arte del Rinascimento e in quella moderna si prestò facilmente ad ogni sviluppo secondo il vario genio degli artisti, nello sfondo di paese, nelle scene di genere facilmente inserite a contorno. Si vedano il rilievo del Ghiberti nel battistero di Siena, l'affresco di Masolino a Castiglione d'Olona, le pale di Piero della Francesca nel Museo di Londra, di Giambellino in S. Corona di Vicenza, di Cima nel S. Giovanni in Bragora di Venezia, l'affresco del Perugino e dei suoi aiuti nella cappella Sistina e, per tempi più moderni, quello di G. B. Tiepolo nella cappella Colleoni di Bergamo. Ma il tema, sempre adatto alla decorazione di battisteri e di fonti battesimali, ora è trattato assai raramente. (V. tavv. CIII e CIV).
Bibl.: J. Strzygowski, Ikonographie der Taufe Christi, Monaco 1885; F. Cabrol, Dictionnaire d'archéol. chrétienne, II, i, Parigi 1910; G. Millet, Recherches sur l'iconographie de l'Évangile, Parigi 1916, p. 170 segg.; L. Bréhier, L'art chrétien, 2ª ed., Parigi 1928, passim; K. Künstle, Ikonographie der christlichen Kunst, Friburgo in B. 1928, p. 385 segg.
Usi battesimali. - Per gli usi popolari che si connettono col battesimo, v. nascita. Impropriamente si dà il nome di battesimo della nave alla cerimonia che si svolge immediatamente prima del varo. Assume presso i varî popoli forme diversissime (cfr. Encycl. of Relig. and Ethics, XI, p. 471 segg.). Nel rito cattolico culmina con l'aspersione dell'acqua benedetta; poi la madrina lancia contro il fianco della nave oppure lascia cadere mediante il taglio di un nastro una bottiglia di vino spumante. Tanto la benedizione della nave quanto il bagnarne il fianco con un liquido speciale, o comunque il consacrarla, sono cerimonie assai diffuse, e la prima risale almeno al tempo delle Crociate. Dall'esito della seconda, un tempo i marinai traevano auspici per la futura navigazione: oggi il sistema del taglio del nastro, sostituitosi a quello del lancio diretto, ha reso questo rito pressoché uniforme.
È da ricordare altresi il battesimo della linea, cerimonia burlesca che ha luogo quando una nave passa l'equatore o i tropici: le persone che varcano per la prima volta queste linee vengono bagnate con acqua di mare, e il pretesto dà luogo a una festa più o meno stravagante, cui partecipano equipaggio e passeggeri camuffati da divinità o mostri marini, e che consente ogni sorta di burle reciproche. L'origine di questa consuetudine è assai dubbia. Si ricorda peraltro che sin dal sec. XVI i marinai francesi creavano cavalieri del mare quelli tra i loro compagni novellini che passavano l'equatore o i tropici, e che la cerimonia aveva allora probabilmente anche un carattere religioso, che oggi si è completamente perduto.