BAGAROTTI, Battista (erroneamente talvolta Giovanni Battista)
Nacque a Piacenza, da Luigi, probabilmente nel 1437. Studiò a Pavia e, addottoratosi in utroque iure, abbracciò la carriera ecclesiastica. Dopo aver alternato per vari anni la sua dimora tra Piacenza e Milano, ove risiedeva il fratello Filippo, che era addetto alla cancelleria ducale e che il 26 genn. 1481 aveva ottenuto la cittadinanza milanese, fu chiamato in Curia da Innocenzo VIII dal quale ebbe l'ufficio di abbreviatore delle lettere apostoliche "de prima visione" (18 dicembre 1484) e numerosi benefici.
Il 12 sett. 1491 lo stesso pontefice lo promuoveva all'"offitium magistri registratoris in registro litterarum apostolicarum". Nel frattempo veniva anche nominato arciprete della chiesa cattedrale di Piacenza e notaio apostolico, come viene ricordato nella bolla con la quale il 14 settembre 1495 Alessandro VI lo nominò protonotario apostolico "de numero". Dal nuovo pontefice, che lo ebbe assai caro, ottenne altri benefici e nel 1498 l'ufficio di collettore "taxae plumbi" : questa carica, che il B. conservò anche sotto Giulio II, probabilmente fino al 1509, gli permise di raccogliere ingenti somme di danaro che investì in beni immobili nel Piacentino e nel Milanese; altro danaro ricavò dalla vendita dei vari uffici che aveva in curia dopo che, nominato vescovo di Bobbio, decise di lasciare Roma per trasferirsi in Lombardia.
Nel 1509 ottenne da Luigi XII re di Francia, allora signore di Milano, il permesso di acquistare beni nel ducato fino ad una somma complessiva di 5.000 ducati. Analogo permesso otteneva da Francesco I nel 1516 per altri 3.000 ducati.
L'8 apr. 1500, per la morte di Bemardino Ilcino, il B. era stato nominato vescovo di Bobbio, ma vi risiedette solo saltuariamente, preferendo abitare a Piacenza o a Milano, ove si trasferì poi definitivamente.
Secondo una notizia riferita dal Mensi (p. 50) il B. nel 1512 sarebbe stato scomunicato da Giulio II per non essersi recato al Concilio lateranense ed avrebbe poi ottenuta l'assoluzione per intercessione del capitolo della cattedrale di Piacenza in considerazione dei benefici costituiti dal B. per quella Chiesa; ma non è improbabile che tale contrasto tra il pontefice e il B., che fu di idee filofrancesi, fosse dovuto a motivi di natura politica.
Nel 1519 il B. resignò il vescovato di Bobbio al cardinale Agostino Trivulzio - altro esponente del partito filofrancese in Lombardia - dedicandosi sempre più esclusivamente ad esercizi di pietà in comunità con i frati minori osservanti di S. Maria della Pace a Milano. In questa chiesa, nella cappella dell'Assunta, si fece costruire una tomba con sarcofago in marmo (conservato ora nel museo archeologico del Castello sforzesco, proveniente dal museo archeologico di Brera) dallo scultore Andrea Fusina.
Morì a Milano il 5 sett. 1522, e non nel 1519, come afferma la maggior parte degli autori, ingannati dalla data posta sul suo sarcofago, che è invece quella dell'erezione di esso. Lasciò erede il nipote Ottaviano, figlio di Filippo. Più tardi però l'eredità finì al luogo pio della Divinità in Milano.
Fonti e Bibl.: Una lettera dei B. a Benedetto Rizzoni e nove di questo al B., degli anni 1493-94, sono conservate nella Biblioteca Comunale di Verona (cfr. G. Biadego, Catalogo descrittivo dei manoscritti della biblioteca comunale di Verona, Verona 1892, pp. 153-155); il testamento del B., è nell'Arch. di Stato di Milano, Notarile, Rogiti di Gira Boniforte q. Giorgio, 20 luglio e 12 ag. 1519; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, IV, Venetiis 1719, col. 947; P. Pezzi, Serie cronologica dei vescovi di Bobbio, Voghera 1838; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese... di Milano, I, Milano 1889, p. 295; L. Mensi, Diz. biogr. piacentino, Piacenza 1899, p. 50; E. Motta, Morti in Milano dal 1452 al 1552, in Arch. stor. lombardo, s. 2, VIII (1891), pp. 282 s.; D. Santambrogio, L'arca del vescovo Bagarotto del 1519, in Monitore tecnico, n. 11 (1901), pp. 163-165; E. Motta, Appunti e notizie. Testamenti milanesi del Quattrocento con lasciti artistici, in Arch. stor. lombardo, s. 4, VII (1907), pp. 260 s.; Dispacci e lettere di Giacinto Gherardi a cura di E. Carusi, Roma 1909, pp. CLXVIII, 152, 235, 237, 246, 334, 438, 449, 494; C. Eubel, Hierarchia catholica..., II, Monasterii 1914, p. 108; A. Noto, Gli amici dei poveri di Milano, Milano 1953, pp. 165 s.; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., VI, col.193.