BEAUVAIS (A. T., 32-33-34)
Città della Francia nord-orientale, capoluogo del dipartimento dell'Oise. Sorge in una fertile vallata circondata da colline boscose e nella quale si riuniscono i fiumi Thérain e Avelon. La città a pianta irregolare è circondata da bei viali che sorgono al posto delle antiche fortificazioni; contava 19.387 ab. nel 1926. L'industria locale è famosa per la manifattura di tappeti, che data sin dai tempi di Luigi XIV. Vi si tengono ogni mese importanti mercati in cui si vendono specialmente grano e bestiame. È stazione della ferrovia Parigi-le Tréport e altre linee secondarie la uniscono a Amiens, Clermont, Gisors, Gournay. È sede di vescovato, di prefettura, d'un tribunale di prima istanza e di uno di commercio. Ha due seminarî, un collegio comunale, una scuola normale, un istituto d'agricoltura, un'importante biblioteca e archivî comunali assai ricchi.
Monumenti. - A eccezione delle terme, con un curioso ipocausto, non resta quasi più niente della città romana né della cinta del sec. III, forse analoga a quella di Senlis, e neppure delle fortificazioni medievali, abbattute nel sec. XIX per dar luogo ad alcuni viali che ne indicano il tracciato. Il più antico edificio religioso di Beauvais è Notre-Dame-de-la-Basse-Œuvre, costruzione senza vn̄lta, con zone di laterizio, senza decorazione. Le sue navate, la parte pił antica (987-998), hanno grossi pilastri quadrati; la facciata ę posteriore. La cattedrale di San Pietro ha una storia travagliata da molti incidenti: iniziata nel 1247, i lavori furono interrotti per un primo crollo; appena terminate, navata e parte del coro rovinavano nuovamente nel 1284. La costruzione, ripresa nel 1337, poi sospesa, fu ripresa nel 1500: il braccio nord fu inalzato dal 1510 al 1587, il braccio sud fu terminato nel 1548, ma si rinunzin̄ a riedificare la nave e i lavori furono definitivamente tralasciati nel 1578. I crolli successivi devono essere attribuiti soprattutto alla qualitމ mediocre dei materiali impiegati. Ciononostante la cattedrale di B. ę una delle pił belle costruzioni della Francia, una delle glorie dell'arte gotica e l'ultima espressione di questo stile; nonostante l'audacia eccessiva e l'insensato desiderio delle altezze, non si vorrebbe che l'opera non fosse stata tentata. Il coro ę il capolavoro del sec. XIII; la navata ę la pił alta delle navate gotiche; e il transetto, sebbene costruito da M. Chambiges all'inizio del sec. XVI, nella pienezza dello stile di Francesco I, fu concepito secondo le pure tradizioni gotiche. Le facciate del transetto (manca la facciata principale) servirono poi di modello agli architetti nella regione: furono riprodotte a Senlis, nella chiesa di Baron (Oise) e altrove. La cattedrale ha vetrate del sec. XIV e altre del sec. XVI, opera di Nicolas Lepot, o dei Leprince; alcuni arazzi, e un curioso orologio astronomico del sec. XIX. La chiesa di S. Stefano ha navata della seconda metމ del sec. XII, la facciata del XIII, il coro del XVI con una libreria a torre, cosa assai rara nell'Île de France; ha vetrate celebri del sec. XVI dovute a Engrand Leprince. Il rosone del braccio settentrionale rappresenta la ruota della Fortuna. L'antico vescovado, ora palazzo di giustizia, si compone di un avanzo di architettura militare che comprende due torri circolari (1306) e di una costruzione civile della prima Rinascenza francese (sec. XVI). Il palazzo di città (1752) è edifizio elegantemente maestoso. Molte case antiche, in assito, dei secoli XIV, XV e XVI, conservano particolari ornamentali di grande valore artistico. Nel museo municipale sono alcune sculture gotiche (una commovente testa di Cristo del sec. XVI e una statua di S. Giacomo maggiore vestito da pellegrino, che annuncia il realismo del secolo XIV) e bellissime serie di arazzi dei secoli XV e XVI. La manifattura nazionale degli arazzi, istituita nel 1664 dal Colbert, prima di quella dei Gobelins, lavora a basso liccio. Celebre per riproduzioni delle opere di J.-B. Oudry e di F. Boucher, ora rinnova la sua maniera trattando soggetti d'ispirazione esotica a forti tinte. (V. tavv. CXVII-CXVIII).
Bibl.: Abbé Barraud, Les vitraux de la cathédrale de B., in Mém. de la société accad. de l'Oise, I (1850) e III (1856-57); id., Les tapisseries de la cathédrale, ibid., II (1853); id., Étude sur les tableaux, ecc., ibid., V (1863); id., Note sur quelques émaux, ecc., ibid., V (1864); G. Desjardins, Histoire de la cathédrale de B., Beauvais 1865; Abbé Pihan, B., sa cathédrale, ses monuments, Beauvais 1885; E. Lefèvre Pontalis, Congrès archéol. de France, tenu à B. en 1905, Parigi 1906; E. Bousson, La manufacture nationale de tapisserie de B., 1904; V. Leblond, B., Guide du visitateur, Beauvais 1924; id., La cathédrale de B., Parigi 1926; M. Maguien, Le Musée de B., Parigi 1926.
Storia. - Prima della conquista romana della Gallia, Beauvais era capoluogo dei Bellovaci. Mantenne una certa importanza anche più tardi, e nell'epoca cristiana divenne sede di un vescovado. La felice situazione geografica contribuì al suo sviluppo economico nell'epoca del risorgere delle città, e verso la fine del sec. XI Beauvais diventò uno dei centri urbani più popolati e operosi della Francia settentrionale. Vi prosperava soprattutto la produzione di panni di lana, e gli esportatori dei prodotti di quest'industria (che ne erano anche gli organizzatori e gl'imprenditori) costituivano a Beauvais, come altrove, quell'aristocrazia cittadina, ricca e attiva, che dirigeva e governava il comune. La signoria di Beauvais apparteneva al vescovo, il quale riuscì, assai prima dell'affermarsi delle istituzioni comunali, ad estendere il suo potere sulle varie signorie particolari, raggiungendo così una certa unificazione giuridica della città. In tal modo l'azione del potere dominante del vescovo favorì l'emancipazione della cittadinanza da varie gravezze ed estorsioni signorili e l'unificazione delle condizioni giuridiche; ma il successivo autonomizzarsi di questo mondo cittadino trovò, per contro, sempre un ostacolo nel forte potere del vescovo, e la città non raggiunse mai un grado notevole di autonomia giudiziaria e amministrativa. Mancando a Beauvais l'istituto dello scabinato, le aspirazioni autonomistiche della cittadinanza si manifestavano in forme prettamente associative, fuori dei quadri dell'organizzazione del potere esistente. L'associazione comunale coi suoi organi direttivi (i pari; più tardi uno o due maieurs e 13 pari) si affermava a lato dei poteri esistenti e pretendeva ad una azione parallela e concorrente. Però, mantenendosi sempre ferma l'autorità del vescovo, la competenza del comune di Beauvais rimaneva contestabile e, comunque, secondaria. Le stesse carte comunali di Beauvais non segnano nessuna conquista di diritti positivi da parte dell'associazione comunale, ma solo la capacità potenziale di tali conquiste. Naturalmente le contese e i conflitti fra il comune e il vescovo erano assai frequenti e talvolta provocavano anche l'intervento del re (così negli anni 1151,1202, fra il 1230 e il 1235); ma il vescovo riuscì a mantenere intatta la sua supremazia effettiva sulla città. Solo più tardi gl'interventi dell'autorità regia, ai quali allora offrivano spesso pretesto le lotte interne fra l'oligarchia dominante e la borghesia media e minore, portarono ad alcune limitazioni del potere del vescovo; ma queste limitazioni non si rivolsero a vantaggio dell'associazione comunale, bensì dell'accentramento monarchico. L'oligarchia dirigente del comune era costituita soprattutto dai grandi esportatori di panni, ma anche dai cambiatori e prestatori di denaro. A questi ultimi, alla fine del sec. XIII, apparteneva la metà dei seggi nel collegio dei pari. D'altra parte, data appunto la scarsa importanza del comune a Beauvais, le principali famiglie cittadine cercavano spesso d'infiltrarsi nei ranghi degli ufficiali e dei feudatarî del vescovo: con che le funzioni pubbliche nella città trapassavano nelle mani dei cittadini.
La città ebbe nei secoli XIV-XV un'esistenza travagliata per le vicende esteriori. Fu assalita dagl'Inglesi nel 1346, e l'assalto venne respinto; fu coinvolta nelle lotte tra Borgognoni e Armagnacchi, all'inizio del sec. XV, e dopo aver parteggiato per i Borgognoni e gl'Inglesi, passò nel 1429, a Carlo VII re di Francia; fu assalita nuovamente - se pure invano - dagl'Inglesi nel 1433, a due riprese; dovette infine nel 1472 sostenere per più d'un mese l'assedio di Carlo il Temerario, duca di Borgogna. Infine, sulla fine del sec. XVI, dal 1590 al 1594, Beauvais fu in potere della Lega che vi spadroneggiò. Sotto il nome di Beauvais appare dall'822 una contea, che verso il 1000 passa ai vescovi della città.
Bibl.: A. Giry, Documents sur les relations de la royauté avec les villes en France, Parigi 1885; H. Labande, Histoire de Beauvais et de ses institutions communales, Parigi 1892; K. Hegel, Städte und Gilden, II, Lipsia 1891; N. Ottokar, Le città francesi nel Medioevo, Firenze 1927.