BARBERI, Benedetto
Nacque a Cittareale (Rieti) il 7 nov. 1901 da Camillo e da Marianna Chieroni. Laureatosi nel 1930 in matematica e fisica presso l'università di Roma, fu nel medesimo anno chiamato a dirigere l'ufficio studi dell'Istituto centrale di statistica (Istat), che era stato istituito con la legge 9 luglio 1926, n. 1162, sul "Riordinamento del Servizio statistico" in sostituzione dell'antica direzione generale della statistica dipendente dal ministero dell'Economia Nazionale. Dopo trentatré anni di attività presso l'Istat, diciotto dei quali (1945-63) in veste di direttore generale, nel 1963 il B., quale primo ternato nel concorso, venne chiamato a ricoprire la cattedra di statistica economica nella facoltà di scienze politiche dell'università di Roma. Sarebbe passato nel 1970-71 a ricoprire nella medesima facoltà la cattedra di statistica, resa vacante per i raggiunti limiti di età del precedente titolare, Raffaele D'Addario. Prima del suo definitivo passaggio nei ruoli universitari il B. - che nel 1935 aveva conseguito la libera docenza in statistica - aveva insegnato per molti anni in qualità di professore incaricato nelle università di Siena e di Roma.
Il B. morì a Roma il 6 febbr. 1976.
Fu membro dell'Istituto internazionale di statistica, della Società italiana di statistica, della Società italiana di economia, demografia e statistica, della Società italiana degli economisti, dell'Associazione italiana di ricerca operativa (di cui fu cofondatore con Giuseppe Pompilj e primo presidente), nonché membro fondatore di sodalizi scientifici internazionali, quali l'International Association for Research and Income e la Conference of European Statisticians.
L'attività scientifica del B., che si articola in oltre 160 pubblicazioni, risente gli effetti della sua quasi ventennale attività quale massimo dirigente dell'Istat, essendo prevalentemente rivolta all'analisi di tematiche di tipo applicativo, che trovarono il loro sbocco naturale nel perfezionamento e nello sviluppo di tutte le statistiche ufficiali pubblicate dall'Istat e nella esecuzione di nuove rilevazioni, particolarmente in campo economico, ispirate ai più moderni canoni della tecnica e della metodologia statistica.
Di particolare rilievo furono il suo impegno e la sua azione per dotare l'Italia di statistiche concernenti i conti economici nazionali, ai cui metodi di calcolo offrì il contributo del proprio ingegno e della propria esperienza con i suoi scritti (Ilreddito privato degli italiani nel 1936 e confronti col 1928, in L'Economia italiana, XXIII [1938], pp. 312-318; Il nuovo censimento industriale dell'anno 1951, in L'Industria, 1951, pp. 131-144; Problemi di revisione e integrazione dei sistemi standardizzati dei conti economici nazionali, in Rivista italiana di economia demografia e statistica, XVII [1963], n. 1-2, pp. 1-136; Sulla metodologia delle previsioni economiche, in Statistica, XXIV [1964], pp. 5-54) e con la partecipazione a numerosi convegni nazionali ed internazionali, non solo come rappresentante dell'Istituto, ma anche, e soprattutto, come esperto di problemi economici, finanziari e statistici.
L'applicazione dei metodi campionari alle rilevazioni demografiche, sociali ed agrarie costituì un altro settore di ricerca che gli fornì l'occasione per approfondire l'analisi teorica, in ciò favorito dalla sua solida preparazione matematica (Contributo ad una sistematica della teoria dei campioni casuali, in Rivista italiana di economia, demografia e statistica, X [1956], n. 3-4, pp. 539-575; Schemi probabilistici e teoria dei campioni casuali, in Statistica, XIV [1954], pp. 429-443; Requisiti teorici e limitazioni pratiche delle rilevazioni campionarie, in Studi di mercato, III [1957], pp. 233-253).
La sua spiccata inclinazione ad occuparsi di tematiche di ordine generale lo indussero a riflettere sul contenuto, sui metodi, sui fondamenti logici della statistica, cui ha dedicato alcuni importanti scritti, tra i quali: Statistica e calcolo delle probabilità, in Statistica, XIII (1953), pp. 139-162; La statistica come scienza matematica dei fenomeni del reale, Roma 1954; Statistica e previsioni, Torino 1955.
Particolarmente stimolante e suggestiva la sua opera Macromeccanica economica (Roma 1968), nella quale - seguendo una corrente di pensiero che nella Meccanica economica di Luigi Amoroso trova una delle sue più limpide espressioni - traccia un parallelo tra fenomeni fisici e fenomeni economici, suggerendo di studiare gli aggregati economici con i metodi utilizzati per lo studio dei sistemi meccanici.
Tra le molteplici attività del B. va annoverata la ricca produzione di manuali di statistica, di statistica economica, di demografia e di analisi matematica (Principi di statistica, Roma 1952; Nozioni di calcolo statistico, Torino 1962, Il metodo statistico nello studio dei fenomeni osservazionali, ibid. 1962; Metodi statistici nelle ricerche economiche e sociali, ibid. 1967; Statistica - Teoria e applicazioni, Roma 1971; Appunti di statistica economica, ibid. 1957; Elementi di statistica economica, Torino 1958; Teoria e politica della popolazione, Roma 1970; Introduzione all'analisi matematica, ibid. 1962), indirizzati ai laureati frequentanti corsi di specializzazione, di perfezionamento, di aggiornamento, sovente da lui stesso promossi ed organizzati. Vivo apprezzamento riscossero i corsi da lui svolti nella Scuola postuniversitaria di sviluppo economico presso l'Unione italiana delle camere di commercio.
Fonti e Bibl.: Necrologi di F. Giusti-R. Guarini, in Annuario dell'università degli studi di Roma per gli anni accademici 1976-77, 1977-78, 1978-79, pp. 1001 s.; R. Guarini, B. B.: una vita dedicata alla statistica, in Statistica, XXXVI (1976), pp. 221-236 (con bibliografia).