Benedettino (sec. 16º), autore di un Trattato utilissimo del beneficio di Giesu Christo verso i Cristiani che ebbe gran parte nella diffusione delle dottrine riformate in Italia. Pubblicato anonimo nel 1543 a Venezia, dopo essere stato accolto come testo di pietà ortodossa negli ambienti della riforma cattolica e tradotto in varie lingue, il Trattato fu nel 1548 posto all'Indice, e di conseguenza l'originale italiano scomparve dalla circolazione. Tornato alla luce in Inghilterra nel 1855, fu in un primo momento erroneamente attribuito dall'editore ad Aonio Paleario. Il problema dell'interpretazione dello scritto, d'intonazione valdesiana secondo alcuni, criptocalvinista secondo altri, è tuttora aperto, e incerta è anche l'identificazione dell'autore. Tra i vari monaci di questo nome (rivelato da P. Carnesecchi durante un interrogatorio da parte dell'Inquisizione nel 1566), il più probabile sembra uno che, dopo aver professato a San Benedetto di Polirone (Mantova), dimorò a San Giorgio Maggiore di Venezia e dal 1537 al 1541 o 1542 a San Nicolò de Arenis di Nicolosi (Catania), dove il trattato sarebbe stato scritto. Il testo sarebbe stato poi sottoposto (sempre secondo le rivelazioni del Carnesecchi) alla revisione stilistica di Marcantonio Flaminio.