BENEDETTO III papa
Romano. Eletto a successore di Leone IV, defunto il 17 luglio 855. Il decreto della elezione fu mandato agl'imperatori Lotario I e Lodovico II, per la convalidazione. Se non che, a Gubbio, gl'inviati pontifici, Niccolò vescovo di Anagni e Mercurio magister militum, si lasciarono indurre da quel vescovo Arsenio a dichiararsi in favore di Anastasio, già scomunicato da papa Leone IV. La corte imperiale non avversò le mene di costoro. Messi imperiali, con i complici romani, vennero a Roma, cacciarono l'eletto B. dal Laterano, introducendovi in sua vece Anastasio (21 settembre 855). La maggioranza del clero e del popolo, però, rifiutò di riconoscere costui e gl'inviati imperiali ordinarono che B. fosse restituito alla sua cattedra e Anastasio deposto (24 settembre). Le lettere che si conservano di B: ci mostrano con quale iermezza B. assolvesse il suo compito di pontefice: lo vediamo così intervenire in difesa dell'episcopato anglosassone; approvare l'operato del 2° concilio di Soissons (853) e riconoscere la primazia di Incmar0 sulla provincia di Reims; intervenire nella contesa sorta fra Ignazio patriarca di Costantinopoli e Gregorio Asbestas vescovo di Siracusa. B., in occasione dell'assunzione illegale di Fozio (v.) al patriarcato di Costantinopoli, non prese netta posizione, come il suo successore Niccolò I, perché non ancora bene informato. Durante il suo pontificato B. beneficò specialmente le chiese di Roma e ricevette la visita di Etevulfo, re degli Anglo-sassoni, e di suo figlio Alfredo. Morì il 7 aprile 858.
Bibl.: Liber pontificalis, ed. Duchesne, I, Parigi 1886, pp. 140-50; Jaffé, Regesta pont. rom., 2ª ed., I, Lipsia 1881, pp. 339-41; Mon. Germ. Hist., Epistolae, V, pp. 612-614; I. Garampi, De minimo argenteo Benedicti III dissertatio, Roma 1749; cfr. Grundlach, in Neues Archiv. d. Gesel. f. ält. deutsch. Geschichtskunde, XII (1887), p. 463; v. anche la bibl. citata da H. Hemmer, in Dict. de Théol. cath., s. v.