Scrittore israeliano (n. Char´kov 1919 - m. 1989). Emigrato in Palestina nel 1924, fece parte del movimento politico culturale dei Cananei (1939-50) e curò (1965-71) il supplemento letterario del giornale Ha-Areṣ. La sua prosa, incentrata sulla società ebraica dall'epoca mandataria sino agli anni Ottanta, si caratterizza per uno stile realista e ironico. Nei suoi racconti (Ḥōlōt ha-zāhāv "Le sabbie dorate", 1950; Gan na῾ūl "Un giardino serrato", 1957; Be-sōf ma῾ărāv "Alla fine di Occidente", 1967) affiorano in chiave autobiografica esperienze di eroismi adolescenziali. Nei romanzi (Ya῾ăqōb "Giacobbe", 1972; Requiem le-Na῾ămān "Requiem per Na῾amān", 1978) emerge invece la contestazione nei confronti del paese e del "sogno sionista" che, secondo T., ha tentato invano di normalizzare la vita del popolo ebraico. Famosi sono anche i romanzi Ha-pardēs (1972; trad. it. Il frutteto, 1995) e Minōtaūr (1980; trad. it. Minotauro, 1992) dall'intreccio quasi poliziesco.