BERAT
(lat. Antipatrea, Antipagria; Pulcheriupolis, Belgrad nei docc. medievali; albanese Berati)
Città dell'Albania centrale, sul fiume Osum (Asum). Insediamento fortificato degli Illiri già nel sec. 4° a.C., nell'Antichità e nel primo Medioevo B. si sviluppò grazie alla sua posizione chiave all'inizio della pianura Musacchia, diventando una delle fortezze più importanti della parte occidentale della penisola balcanica. A partire dal sec. 7° assunse il nome Belgrad ('roccaforte bianca'; gr. Belégrada) e poi quello albanese di Berati. Dopo la soppressione della metropoli di Glavinica, B. ne assunse le funzioni come suffraganea dell'arcivescovado di Ochrida e rimase una solida roccaforte dell'ortodossia anche dopo la conquista ottomana, avvenuta nel 1417.Divenuta anche centro commerciale di rilevante importanza, grazie allo spostamento del tratto meridionale della via Egnatia, B. conobbe un ulteriore sviluppo durante i secc. 13° e 14°, nonostante vari eventi bellici, tra cui l'occupazione da parte delle truppe di Carlo d'Angiò. Nel sec. 14° B. era la capitale del principato albanese dei Muzakia e, dopo l'occupazione ottomana, divenne un sangiaccato.L'importante fortezza, abitata senza interruzioni fino al sec. 20° e continuamente trasformata, negli anni Sessanta è diventata monumento nazionale e quindi è stata ampiamente restaurata. La sua forma di triangolo irregolare, entro il quale è compresa una superficie di m2 160.000 ca., segue l'andamento del terreno; le mura, in alcuni tratti molto alte, sono rinforzate da ventiquattro torri diverse per tecniche costruttive e disposte a intervalli irregolari lungo il perimetro. Oltre all'ingresso principale, nella zona meridionale, vengono ancora utilizzati tre accessi laterali. I più importanti rifacimenti della fortezza risalgono all'inizio del sec. 13° (testimoniato dal monogramma dell'imperatore Michele Comneno Ducas nella zona settentrionale del muro), agli inizi del sec. 14°, al 1768 e al 19° secolo. A partire dal sec. 16°, furono anche rimaneggiate alcune chiese medievali. La chiesa della Blacherniotissa (albanese Shën-Mëri-Vllahernës) ha conservato la maggior parte delle sue strutture architettoniche; fu costruita agli inizi del sec. 10° come piccola basilica con copertura a tetto in legno e con bema a volta, del tipo architettonico delle chiese di Pliska, di Nessebar (chiesa di S. Stefano) e di Kastoria (chiese di S. Stefano, degli Anargiri e dell'Arcangelo). Risalgono al sec. 14° la chiesa della SS. Trinità (albanese Shën-Triadës), a croce, cupolata, con quattro sostegni liberi, tamburo ottagonale, nartece con volta a botte e cupola cieca, decorata con affreschi risalenti alla fase più antica, e la chiesa di S. Michele (albanese Shën-Mëhillit), posta sul ripido pendio della montagna, a S delle mura, un piccolo edificio a cupola, preceduto da un nartece a volta trasversale. Entrambe le chiese sono state restaurate negli anni Settanta.Al tesoro della chiesa metropolitana costruita nel 1797 all'interno della fortezza e a quello della Blacherniotissa appartennero numerosissime icone di elevata qualità artistica, in parte postbizantine, e alcuni manoscritti, tra cui il Codex Beratinus Purpureus, del sec. 6°, con centonovanta fogli di pergamena con varie decorazioni ornamentali, che contiene una delle più antiche testimonianze testuali dei Vangeli di Matteo e di Marco, e il Codex Beratinus 4 o Codex Aureus Anthemi, del sec. 9°, un evangeliario con iniziali miniate e con raffigurazioni degli evangelisti. Tali codici e l'Epitaphios-Threnos di Glavinica, del 1373, dopo la secolarizzazione delle chiese nel 1967, sono conservati a Tirana (Arch. di Stato, Mus. storico). Le icone e altri oggetti artistici di carattere religioso costituiscono invece il principale patrimonio di un grande Mus. dell'arte ecclesiastica, ospitato nella ex-chiesa metropolitana di Berat.A km. 8 ca. a N-O di B., in località Perhondi, si trova la chiesa di S. Nicola, una piccola basilica con tetto in legno, databile al 10° secolo. A km. 16 ca. in direzione O, nel castello vicino al villaggio di Kurjan, si trova un'altra chiesa, a schema triconco, coperta in origine, probabilmente, con un tetto in legno, la cui interessante decorazione architettonica è in parte conservata a Coritza (Corçë Mus.); l'edificio risale ai secc. 9°-10°, ma ha subìto rifacimenti nel 14° e 16° secolo.
Bibl.:
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