BERLINGHIERI, Berlinghiero
Pittore lucchese, di origine milanese, della prima metà del sec. XIII, è ricordato soltanto in un documento del 1228, insieme con i figli Marco, Barone e Bonaventura. L'unica sua opera firmata è la Croce dipinta pel monastero di S. Maria degli Angeli di Lucca, ora nella pinacoteca della città; opera della piena maturità del maestro, che per la nobile monumentalità dell'insieme e la raffinatezza delle figure minori nei bracci della croce può considerarsi come un magnifico saggio della maniera bizantina in Italia. Per affinità con la Croce di Lucca sono state attribuite a Berlinghiero le seguenti opere: il Crocifisso del museo di Palazzo Venezia, a Roma; quelli di villa Basilica e di Tereglio (Lucca) e dell'oratorio del Bigallo a Firenze; le Madonne dell'Accademia fiorentina (n. 433), di S. Andrea a Rovezzano, e di una raccolta privata di Stoccolma. Pur attraverso la sola Croce di Lucca, Berlinghiero può considerarsi il capo della fiorente scuola berlinghieriana, che produsse il più vasto e omogeneo gruppo di pitture di tutto il Duecento toscano.
Bonaventura, figlio del precedente, nacque verso il 1210; nel 1235 eseguiva la pala di S. Francesco per la chiesa di S. Francesco di Pescia (ancora esistente, firmata e datata); nel 1244 affrescava una sala, nel 1250 era citato in un contratto, insieme con il fratello, miniatore, per decorare una Bibbia; è ricordato per l'ultima volta nel 1257. L'unica opera sicura di B. è dunque la pala di Pescia, ch'egli dipinse quasi all'inizio della sua vita artistica, mantenendosi ligio alle forme bizantineggianti. Ma egli rende più plastico il modellato, raggiungendo una rara potenza di ideali2zazione. L'opera che più si avvicina a questa di Pescia, per le forme secche e taglienti, è la tavoletta rappresentante S. Francesco che riceve le stigmate, nell'Accademia di Firenze; le altre che vanno sotto il nome di B. gli sono meno sicuramente attribuibili.
Barone, figlio di Berlinghiero, è ricordato per commissioni avute nel 1240 e nel 1244. Nel 1243 eseguiva un Crocifisso per la pieve di Casabasciana; nel 1282, una Madonna per S. Andrea di Lucca; e nel 1284 un secondo Crocifisso per S. Alessandro di Lucca. Ma queste opere sono perdute. Quelle a lui assegnate, per le loro notevoli affinità con la maniera del padre e del fratello, sono il Crocifisso (n. 434) dell'Accademia di Firenze, che mostra, impoverite da un artista minore, le nobili qualità della Croce di Lucca; la tavola di S. Francesco in S. Croce di Firenze, vicina, specialmente nelle figurazioni laterali, a quella di Pescia della quale può considerarsi, nel complesso, una debole traduzione; e i Crocifissi di Tereglio (Lucca), attribuiti anche al padre, e di Vico l'Abbate (Firenze).
Bibl.: L. Fumi, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, III, Lipsia 1909; O. Sirén, Toskanische Maler des XIII Jahrh., Berlino 1922, pp. 37-76; R. Van Marle, The Development of the Italian Schools of Painting, I, L'Aia 1923, p. 319 segg.; W. de Grünesein, La Madone du triptique inédit de Bonaventure B. de Lucques, in Studien zur Kunst des Ostens, Vienna 1923, pp. 204-212; P. Toesca, Storia dell'arte italiana, I, Il Medioevo, Torino 1927, p. 989 e note; V. Lazareff, Two newly-discovered Pictures of the Lucca School, in The Burl. Mag., XLI (1927), pp. 56-67.