BORTOLINI, Bernardino (Bernardino da Morcote, Bernardino da Udine)
Di famiglia originaria di Morcote (diocesi di Como), figlio di Martino, lapicida, fu attivo come architetto e come scultore a Udine. Lo Joppi ha raccolto i documenti che si riferiscono alla sua attività testimoniata per la prima volta il 25 apr. 1525, quando fu iniziata la facciata della chiesa di S. Giacomo. Il 3 maggio 1530 il B. s'impegnava a eseguire gli ornati per l'altare (non più esistente) della chiesa di S. Pietro Martire (Joppi, p. 146). Tre anni dopo (10 ag. 1533) accettava di scolpire l'altare con la Vergine e il Bambino,i santi Antonio e Michelino e il Padre Eterno per S. Antonio Abate a Feletto (restano alcuni frammenti inseriti nel muro della chiesa).
Il 3 nov. 1533 il B. presentò alla Convocazione della città di Udine il disegno per la sistemazione della piazza Contarena davanti alla loggia del Lionello, suggerendo quindi la costruzione del tempietto di S. Giovanni con il suo porticato, il cui campanile fu eretto su disegno di Giovanni da Udine: i lavori erano terminati nel 1539. Il 6 febbr. 1542 fu pagato per la cappella del Crocefisso (oggi distrutta) nella chiesa di S. Francesco.
Già nel 1528 fece testamento; il 19 apr. 1535 sposò Antonia nipote di Giovanni da Udine, il quale il 30 apr. 1538 aveva a lamentarsi per maltrattamenti da essa subiti; il 9 febbr. 1540 viene registrata un'altra lite. Altri due testamenti il B. redasse, presso diversi notai, il 28 maggio e il 24 luglio 1542: si presume che sia morto poco dopo.
La sistemazione della piazza Contarena dà l'idea della grande importanza raggiunta dal B. nell'ambiente udinese: egli dovette superare difficoltà di ordine planimetrico, dovute alla natura del terreno, e di ordine estetico volendo collegare le nuove costruzioni alla torre dell'orologio innalzata nel 1527 (secondo la tradizione, da Giovanni da Udine); l'architetto, diede carattere bramantesco alla facciata della chiesa e fece lievemente convergere verso il centro le ali dei portici in modo da unificare scenograficamente l'insieme (cfr. Someda de Marco). Nel suo stile perdurano i caratteri lombardeschi, tipici dell'architettura udinese agli inizi del sec. XVI, ma si nota già in lui un orientamento verso nuovi problemi, testimoniati dall'aprirsi di una più ampia e mossa articolazione spaziale e dalla prevalenza che ormai assumono i caratteri più chiaramente strutturali su quelli decorativi.
A Martino, figlio del fratello Giovanni, il B. lasciava i suoi marmi nel testamento del 24 luglio 1542; era lapicida ed è nominato in due documenti, del 27 marzo 1547 e 9 ott. 1551, per un portale in pietra nella chiesa di S. Giuseppe di Blessano e per pietre sepolcrali e vasi nella chiesa di S. Lucia a Udine, ma non è restata testimonianza della sua opera.
Fonti eBibl.: F. di Maniago, Storia delle belle arti friulane, Udine 1823, pp. 155, 390; R. Deputaz. veneta di st. patria, V. Joppi, Contributo quarto ed ultimo alla storia dell'arte nel Friuli, Venezia 1894, pp. 127 (anche per Martino), 146; C. Someda de Marco, Architetti e lapicidi lombardi in Friuli, in Arte e artisti dei laghi lombardi, I, Como 1959, pp. 320 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, III, p. 443 (subvoce Bernardino da Udine);IV, p. 379 (anche per Martino).