CORIO, Bernardino
Storico, nato a Milano l'8 marzo del 1459, morto fra il 1503 e il 1512. Fu caro agli Sforza: dopo il colpo di stato di Lodovico il Moro fu fatto cameriere del giovane principe Gian Galeazzo, e il Moro gli diede il delicato incarico di guadagnare alla sua causa il castellano Eustachio. Lo stesso Moro lo incaricò di scrivere una storia di Milano, assegnandogli un onorario e mettendo a sua disposizione gli archivî. La catastrofe sforzesca fu per lui causa di dolori e di disastri. Privato dal governo francese delle cariche e degli appannaggi datigli dagli Sforza, si ridusse a vivere nella sua villa di Niguarda a due miglia dalle porte di Milano.
La storia di Milano, dalle origini fino al 1499, è la prima scritta in italiano, un italiano, per altro, rozzo e infarcito di latinismi. Nella parte antica è anch'essa favolosa, ma per i tempi più recenti, specialmente dai comuni in qua, è ampia, minuziosa, diligente, evidentemente condotta su fonti d'archivio; spesso la narrazione è intercalata di documenti. Manchevole di critica, con errori e confusioni (che il Giulini cominciò a correggere), partigiana forse nel periodo visconteo e sforzesco, è però preziosa, perché il Corio ha attinto a fonti disperse poi dal tempo. Nei secoli XVI e XVII l'opera fu ritenuta dai Milanesi una gloria nazionale, e faceva testo nelle questioni di precedenza, di nobiltà e simili. Il Corio scrisse pure le Vite dei Cesari da Giulio al Barbarossa, in italiano, aggiunte all'edizione principe della Storia, compilazione di scarso valore, due libri De viris illustribus rimasti inediti, e un Utile dialogo omoroso ecc., sbiadita imitazione del Boccaccio.
Alla magnifica edizione principe della Patria Historia, pubblicata in Milano da A. Minuziano nel 1503, altre ne seguirono: due a Venezia nel 1554, di cui una a cura di Tommaso Porcacchi che, per ingentilirne la lingua e correggerne gli errori, la manomise, sopprimendo passi e narrando fatti di suo arbitrio, messi poi in rilievo da Apostolo Zeno. Una terza uscì a Padova nel 1646, una quarta infine a Milano nel 1855, a cura di E. De Magri, che ammodernò la lingua e aggiunse prolisse note storiche.
Bibl.: E. De Magri, Vita di B. C., nell'ediz. della Storia del 1855; C. Annoni, Un plagio dello storico B. C., in Rivista ital. di scienze e lett., II, Milano 1874, pp. 57-89; G. Porro, Della necessità di correggere il Corio, in Archivio stor. lombardo, 1877; F. Gabotto, B. C., in Vita nuova, II (1890), n. 35; P. Ghinzoni, Rettifiche alla storia di B. C. a proposito di Cristierno re di Danimarca, in Arch. stor. lomb., 1891; F. Guterbock, Die Urkunden des C., in Neues Archiv, XXIII, pp. 213-227; E. Fueter, Geschichte des neueren Historiographie, 2ª ed., Monaco e Berlino 1925, pp. 44-47.