Condottiero (Carmagnola 1385 circa - Venezia 1432); al soldo di Facino Cane, seguì alla sua morte le sorti della vedova Beatrice di Tenda, risposatasi con Filippo Maria Visconti, ed ebbe parte notevole nella ricostruzione dello stato visconteo. Allontanato dalla diffidenza del duca, che pure gli aveva dato feudi e onori a Genova, dove fu governatore dal 1422 al 1424, nel marzo del 1425 passò al servizio di Venezia, già decisa a rompere l'alleanza con Filippo Maria, appoggiando Firenze minacciata dal duca. Nel dic. 1425 la guerra scoppiò e il C. si distinse, nelle vicende alterne, per le sue doti di condottiero e di diplomatico: nella seconda fase di essa vinse la battaglia di Maclodio (12 ott. 1427). Ma dopo la vittoria, procedendo il C. fiaccamente nonostante le aperte sollecitazioni del senato veneto che continuava ad appoggiarlo, sempre più forti si fecero le voci di suoi rapporti segreti con Filippo Maria Visconti. Sicché, alla fine, arrestato, fu condannato a morte e decapitato, dopo un processo delle cui fasi conosciamo pochissimo e in cui il C. avrebbe confessato il suo tradimento.