Nome di numerosi santi, fra i quali: 1. Filippo apostolo. - È costantemente il quinto, dopo le due coppie di fratelli, Simon Pietro-Andrea e Giacomo-Giovanni. Solo il IV Vangelo dà notizie di lui: nativo di Betsaida, riconobbe in Gesù il Messia; constatò, al momento della moltiplicazione dei pani, che "non sarebbero bastati 200 denari per dare a ciascuno una piccola porzione"; introdusse con Andrea, a Gesù, alcuni "Greci" (gentili, o proseliti greci del giudaismo) che volevano parlargli; nell'Ultima Cena domandò a Gesù: "Signore, mostraci il Padre, e ci basta" (Giovanni 1, 43-45; 6, 5-7; 12, 20-22; 14, 8). La tradizione gli attribuisce l'evangelizzazione della Frigia e lo fa morire a Ierapoli, crocifisso capovolto. Ma è stato a volte confuso con F. diacono (v. oltre). Festa, 3 maggio, con s. Giacomo. Portano il suo nome varî apocrifi: Atti di F., testo della prima metà del sec. 4º, di cui restano solo frammenti anche in lingue orientali, rappresentanti recensioni diverse; composto da un eretico messaliano, probabilmente dell'Asia Minore, e utilizzato dai manichei; Vangelo di F., in uso presso gli gnostici d'Egitto, di cui una versione copta è stata ritrovata a Naǵ‛ Ḥammādī nel 1945 (prima era noto per una citazione, di tono encratita, di Epifanio, Pan. 26, 13, 2, e dallo scritto gnostico Pistis Sophia 42-44). 2. Filippo Benizzi (o Bènizi). - Medico (Firenze 1233 - Todi 1285), dell'ordine dei Servi di Maria, di cui fu generale e legislatore e che diffuse in tutta Europa; canonizzato nel 1671; festa, 23 agosto. 3. Filippo diacono. - Secondo dei sette diaconi ordinati dagli apostoli (Atti 6, 9); evangelizzò la Samaria, convertendo Simon Mago e il ministro di Candace, regina degli Etiopi; quindi giunse a Cesarea marittima, ove ospitò s. Paolo. È detto anche evangelista e fu spesso confuso con F. apostolo; aveva quattro figlie, profetesse (Atti 21, 8-9) di cui un menologio greco tardivo dà i nomi: Etmione, Caritina, Isaide, Eutichiana; ma Policrate di Efeso, Papia (secondo Eusebio) e Clemente alessandrino parlano anche di figlie di F. apostolo; festa, 6 giugno. 4. Filippo vescovo di Eraclea. - Martire sotto Diocleziano in Adrianopoli col suo diacono Ermete; festa, 22 ottobre. 5. Filippo di Gesù (al secolo F. de Las Casas). - Francescano (n. forse Città di Messico - m. Nagasaki 1597), martire, con altri compagni, in Giappone, patrono del Messico; canonizzato, 1861; festa, 6 febbraio, anniversario della morte. 6. Filippo Neri. - Fondatore dell'Oratorio (Firenze 1515 - Roma 1595), una delle figure più eminenti della riforma cattolica in Italia. Giovinetto, già noto per vivacità e bontà ("Pippo buono") e devoto alla memoria del Savonarola, dovette recarsi ad apprendere il commercio presso il cugino Romolo a S. Germano (ora Cassino), ma attratto dalla vita religiosa si recò a Roma (intorno al 1533) ove si dedicò all'educazione dei figli del concittadino Galeotto Caccia e a opere di misericordia, mentre studiava alla Sapienza. Verso la Pentecoste del 1544 ebbe un'esperienza mistica. Nel 1548 costituì con altri la confraternita della Trinità dei pellegrini presso la chiesa di S. Salvatore in Campo; nel 1551, seguendo il consiglio del suo direttore spirituale Persiano Rosa, si fece ordinare sacerdote; dopo aver vagheggiato un'attività missionaria in India, costituì il suo oratorio a S. Girolamo della Carità, e divenne poi (1564) anche rettore della chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini. La venerazione per il Savonarola, lo stato laico dei suoi seguaci, il modo popolare dell'apostolato (presso chiunque, sulla pubblica via, tra la gioventù e l'infanzia) lo resero in più occasioni sospetto. Una bolla pontificia costituì quindi (1575) la Congregazione dell'Oratorio presso la chiesa parrocchiale di S. Maria in Vallicella, presto sostituita dalla Chiesa Nuova, di cui inaugurò la prima parte nel 1577 e dove si trasferì nel 1583. Gli oratoriani intanto si diffondevano. Ma l'azione di s. F. Neri si svolse soprattutto nei colloquî, nei rapporti umani improntati a carità, a cristiana gaiezza e ad alta spiritualità, così con gente del popolo come con i personaggi più eminenti, da s. Carlo e da Federico Borromeo a s. Camillo de Lellis, ai varî pontefici. Particolare importanza ebbe, per la storia della cultura, la venerazione da lui professata e inculcata per le memorie dei martiri e per la storia ecclesiastica, allo studio della quale incoraggiò il discepolo C. Baronio; particolare importanza, nella storia della pietà, ha la "visita alle sette chiese" da lui promossa. L'amore per la natura uguagliato da quello per l'arte (specie la musica: amicizia con G. Animuccia), la pia, semplice allegrezza e lo spirito pacifico (per cui consigliò a Clemente VIII di accettare la riconciliazione di Enrico IV), caratterizzano questo santo, veneratissimo in Roma, canonizzato nel 1622; festa, 26 maggio.