Poeta (Venezia 1493 - Ostiglia 1569). Di famiglia bergamasca, fu al servizio del conte Guido Rangoni, di Renata d'Este e dal 1532 di Ferrante Sanseverino, principe di Salerno. Nel 1536 sposò Porzia de' Rossi, figlia d'un pistoiese e d'una napoletana. Passato Sanseverino alla parte di Francia e dichiarato ribelle, T. andò peregrinando per diversi luoghi e corti di signori e prelati, finché nel 1569 ottenne la non gravosa ma modesta podesteria di Ostiglia. Ebbe fama soprattutto per il poema in 100 canti in ottave Amadigi, composto tra il 1543 e il 1557, pubbl. nel 1560, nel quale rielaborò la materia dell'Amadís de Gaula, aggiungendovi altri episodî, con l'ambizione d'innalzare il poema cavalleresco alla dignità di poema eroico secondo i precetti aristotelici e quelli della Controriforma. Di uno degli episodî dell'Amadigi T. fece un poema autonomo, il Floridante, al quale cominciò a lavorare nel 1566, ma che fu compiuto, corretto e pubblicato dal figlio Torquato nel 1587. Scrisse 55 Odi a imitazione di Orazio, 30 Salmi, parafrasò in endecasillabi, tra l'altro, la Favola di Piramo e Tisbe di Ovidio, forse la sua cosa migliore, compose egloghe, elegie, sonetti e canzoni (Rime, 1560). Notevole il suo tentativo di sostituire agli schemi usati della canzone la struttura strofica dell'ode. Pubblicò alcuni libri di Lettere (1549, 1560, 1562).