Scrittore panjābī (n. 1872 - m. 1957), considerato il padre della rinascita letteraria panjābī, fu tra i membri dell'istituzione culturale Siṅgh Sabhā e tra i promotori della Sikh educational conference, avviata nel 1908 con lo scopo di promuovere lo studio della lingua e della letteratura panjābī e di introdurre tale lingua nelle scuole e negli uffici pubblici. Fu autore di uno dei primi romanzi in lingua panjābī, Sundarī (1897), cui seguirono, tra gli altri, Bābā Nand Siṅgh e Vijai Siṅgh. S. spaziò in molti generi letterarî, ma si distinse soprattutto nella poesia, ove per primo applicò al panjābī il verso sciolto; la sua opera poetica più famosa è il lungo poema Rāṇā Sūrat Siṅgh ("Il principe Sūrat Siṅgh", 1905). L'attività di S. fu lunga e ininterrotta; una delle ultime opere, considerata tra le migliori prodotte dopo l'indipendenza, fu il romanzo Mere saiyān jīyo ("Vivi a lungo, amore").