Bhutan
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Geografia umana ed economica
Stato interno dell'Asia centro-meridionale, situato nel versante sud della catena himalayana. Al censimento del 1980 la popolazione risultava pari a 1.165.000 ab., e a 2.163.000 ab. (in base ad alcune stime) nel 2005. Nel 2003 ben il 95% della popolazione viveva in aree rurali e, oltre alla capitale Thimphu (34.800 ab., inclusi i sobborghi, sempre nel 2003), non esistevano altri centri di rilievo.
L'economia del B., una delle più povere del mondo, rimane strettamente legata a quella dell'India, che nel 2002 ha assorbito il 93% delle esportazioni e fornito il 75% delle importazioni. Il B. ha realizzato nel corso dei primi anni del 21° sec. qualche progresso economico, allargando la propria base produttiva, anche se questa continua a restare fondata su un'agricoltura di sussistenza e su un limitato sfruttamento delle foreste. L'industria risulta modesta (cemento, carta, prodotti alimentari), mentre l'artigianato costituisce ancora una importante fonte di reddito nelle aree rurali. Il turismo presenta favorevoli prospettive, ma ogni anno soltanto 7-8000 persone sono autorizzate a visitare il Paese.
Storia
Nei primi anni del 21° sec. si delineò la prospettiva del superamento della monarchia assoluta che reggeva il B. dal 1907. Il re Jigme Singye Wangchuk nel settembre 2001 istituì una commissione incaricata di redigere la prima carta costituzionale del Paese. La bozza, resa pubblica nel marzo 2005, prevedeva la presenza di due partiti, l'istituzione di un sistema bicamerale, la possibilità per il Parlamento di deporre il re, l'abolizione della pena di morte, la libertà di informazione e di culto. Le norme sulla cittadinanza favorivano però la comunità etnica maggioritaria, di origine tibetana e di religione buddhista, mentre continuavano a discriminare la minoranza nepalese di religione induista, gran parte della quale era stata già costretta a rifugiarsi in Nepal agli inizi degli anni Novanta. Tali profughi aspettavano da oltre un decennio un accordo tra Thimphu e Kathmandu per poter rimpatriare; ma i progressi compiuti in merito all'inizio del Duemila non ebbero seguito, a causa delle persistenti resistenze del governo bhutanese ad aprire le frontiere. Nel 2003 e nel 2004 quest'ultimo, incalzato da Nuova Delhi, lanciò diverse offensive militari contro i gruppi di separatisti armati dell'India per indurli ad abbandonare le basi da essi create nella zona meridionale del Paese.