Vedi Bhutan dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
Il Regno del Bhutan, situato alle pendici dell’Himalaya e incastonato tra le due maggiori potenze asiatiche, Cina e India, è uno degli stati più isolati al mondo. Emblematica è l’assenza di relazioni diplomatiche formali tra il Bhutan e tutti i membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dai quali, inoltre, non riceve aiuti economici. Le relazioni internazionali del paese sono dominate dal rapporto con l’India, che fino al 2007 ha avuto formalmente voce in capitolo nella politica estera bhutanese. Solo in tale anno è stata cancellata la clausola contenuta nel Trattato di pace perpetua e di amicizia del 1949, che consentiva a Nuova Delhi di supervisionare l’operato del Bhutan e la facoltà di concedere il nulla osta per l’acquisto di armi da stati terzi.
Diametralmente opposti sono invece i rapporti con Pechino: nell’ambito della rivalità sino-indiana, il Bhutan si configura come una delle regioni su cui i due giganti si contendono l’egemonia. Fin dalla fondazione della Repubblica Popolare, la Cina ha giudicato il controllo di Nuova Delhi sul piccolo vicino come l’effetto di una chiara volontà egemonica e ha reagito rivendicando una larga fetta di territorio bhutanese. Sebbene i colloqui iniziati a metà anni Ottanta abbiano ridotto l’area contesa da più di mille a soli 269 km2 e, nel 1998, si sia giunti a un accordo di coesistenza pacifica, la questione appare tutt’altro che risolta, dal momento che le rivendicazioni di Pechino non sono cessate.
Tra il 2007 e il 2008 il Bhutan ha mutato la propria forma di governo, trasformando la monarchia assoluta in una costituzionale. Nel 2007 si sono tenute le prime elezioni nella storia del paese e l’anno successivo è stata varata la prima Costituzione. Rispetto alle altre monarchie del mondo, quella bhutanese possiede una particolarità unica: l’articolo 2 comma 6 della Costituzione impone al sovrano di abdicare quando raggiunge i 65 anni di età. Il medesimo articolo è particolarmente rilevante anche in quanto prevede la possibilità di abolire la monarchia tramite referendum. Nel 2013 si è tenuta la seconda tornata elettorale della storia politica del paese. Il People’s Democratic Party, guidato da Thsering Tobgay, ha ottenuto 32 seggi su 47 ed è andato così a sostituire il Bhutan Peace and Prosperity Party alla guida del paese.
Il Bhutan è celebre per aver adottato un indicatore contrapposto al pil: la ‘felicità nazionale lorda’. Tale misura non è focalizzata esclusivamente sull’economia ma tiene conto, secondo un approccio olistico, dei valori spirituali e dell’ambiente.
Di conseguenza, l’economia bhutanese si basa essenzialmente sull’industria idroelettrica e su quella edilizia e dipende fortemente dall’India sia a livello di importazioni sia di esportazioni. Inoltre, il governo continua a dipendere fortemente dai finanziamenti stranieri, in particolar modo dall’India, per sostenere la propria spesa pubblica. Le priorità del governo appaiono essere la diversificazione dell’economia, sia per settori sia per partner, e lo sviluppo del terziario. Processi, questi, da sostenere senza intaccare l’ambiente, coerentemente con l’approccio della ‘felicità nazionale lorda’. Una grande potenzialità per l’economia del Bhutan è rappresentata dal turismo, ma le restrizioni relative ai permessi di accesso ne limitano la portata.