CAPELLO, Bianca
Figlia di Bartolomeo, nata nel 1548, di nobile famiglia patrizia, nipote del cardinal Grimani, patriarca di Aquileia. Avvenente e bellissima, abbandonava, appena quindicenne, nel 1563 il paterno palazzo della città natale per seguire un gentiluomo fiorentino di casa Salviati, Pietro Buonaventuri. La fuga suscitò rumore: il governo intervenne e sollevò - ma inutilmente - un incidente diplomatico con la corte fiorentina per far tornare la fuggitiva. Moglie del Buonaventuri, da cui ebbe una figlia, divenne l'amante di Francesco de' Medici (marito a Giovanna di Baviera), dapprima confidenzialmente, di poi, in seguito all'assassinio del marito (1569) anche ufficialmente. Questo illegittimo amore aveva sollevato le ire della corte fiorentina e la scaltra Bianca aveva simulato una gravidanza e un parto allo scopo di legare irrimediabilmente a sé l'amante, divenuto granduca dopo la morte del fratello (1574). Il trucco fu svelato, ma il filo dell'illecito amore non fu spezzato; anzi, morta la legittima consorte di Francesco, nonostante le avversioni del cardinal Ferdinando, la C. nel 1579 ne prendeva legalmente il posto. Lo splendore degli onori, cui essa era chiamata, anche per considerazioni politiche, faceva dimenticare il passato di lei; la famiglia patrizia accettava gli onori offerti dal congiunto e il governo veneziano riconosceva la dignità, cui la C. era stata assunta. Ma nella corte fiorentina serpeggiava una sorda ostilità, contro Bianca e anche contro il granduca: in uno dei tanti tripudî, a Poggio, nel 1587 improvvisamente Francesco cessava di vivere, e poche ore dopo lo seguiva nella tomba la consorte. Si disse che la tragedia fosse avvenuta per veleno, propinato non certo alla insaputa del cardinale Ferdinando. L'avventura era destinata a lasciar larga eco nei posteri e ad alimentare un ciclo letterario, creato e vissuto senza fortuna non solo per la mediocrità degli autori, ma anche per la povertà d'ispirazione del dramma umano.
Bibl.: Saltini, Della morte di Francesco de' Medici e B. C., in Arch. stor. italiano, XV e XVIII (1863); Romanin, Lezioni di storia veneta, II, Firenze 1875; L. Grottanelli, Fra Geremia da Udine e B. C., in Nuovo archivio veneto, VII, p. 171 segg.; P. Galletti, Poesia di don Francesco de' Medici a Madonna B. C. tratta da un codice della Torre al Gallo, in Nuovo arch. veneto, VII, p. 469; Odorici, B. C, in Strenna Ripamonti, 1859, p. 60; B. Canal, Il palazzo di B. C. e la residenza vescovile in Murano, in Nuovo arch. ven., XIV (1907), p. 89 segg.; B. Capello, Memorie, in Arch. veneto, XVI (1886), p. 89 segg.