Biancaneve
La bella salvata da uno scossone
La fiaba di Biancaneve, scritta all'inizio dell'Ottocento dai fratelli Grimm, racconta di una principessa perseguitata dalla matrigna a causa della sua bellezza. Di questa fiaba tanto nota Walt Disney ha realizzato, nel 20° secolo, con piccoli ma non trascurabili cambiamenti, una celebre trasposizione cinematografica a cartoni animati
La prima fiaba scritta che contiene motivi e temi che anticipano quelli della fiaba di Biancaneve sembra essere la fiaba italiana La giovane schiava di Giambattista Basile, della raccolta Lo cunto de li cunti.
La versione comunque più nota è quella dei fratelli Jacob e Wilhelm Grimm che, nel 1812, pubblicano nella celebre raccolta di Fiabe anche una dal titolo Biancaneve. La storia narra di Biancaneve, una principessa che, per la sua bellezza, suscita l'invidia omicida della regina sua matrigna. Abbandonata nel bosco per suo ordine, Biancaneve viene salvata da morte sicura da sette generosi nani. Questi la accolgono nella loro casa e la proteggono dall'ostilità della matrigna la quale, saputo che Biancaneve è ancora in vita, fa di tutto per farle del male. Così, mentre i nani sono fuori casa a lavorare, la matrigna, travestita da mendicante, va da Biancaneve e la convince a mangiare una mela avvelenata. Al primo boccone Biancaneve cade in un profondo sonno e appare senza vita; così la trovano al loro ritorno dal lavoro i nani, che, disperati, la rinchiudono in una bara di cristallo. Qui ella rimarrà finché non giungerà un Principe Azzurro che, con uno scossone involontariamente dato alla bara, la riporterà in vita, mentre la matrigna verrà giustamente punita.
Nella favola c'è un violento conflitto tra due donne, Biancaneve e la regina, che combattono per rivendicare ambedue autonomia ed emancipazione nel decidere del proprio destino. Ciò è narrato con dettagli cruenti e simboli pieni di profonde implicazioni psicologiche e sociali: Biancaneve bella, infelice e dolce è in parte, secondo alcuni, ella stessa causa dei propri guai per la sua non nascosta vanità, che la espone al pericolo anche se non consapevolmente. D'altronde, nella struttura dell'intreccio incide il retroterra dei fratelli Grimm che mescolano la cultura romantica con la speranza in un miglioramento delle condizioni di vita per gli umili.
Nel 1937 la casa di produzione cinematografica Disney fa un lungometraggio totalmente animato dal titolo Biancaneve e i sette nani. La storia è molto simile alla versione dei fratelli Grimm, però piccole variazioni ne mutano, anche profondamente, il significato. Il film trasforma in modo edulcorato molti elementi ma soprattutto sposta l'attenzione sui nani, che nella versione originaria rivestono un ruolo secondario. Nel film i nani sono piccoli lavoratori, minatori, i cui nomi rivelano il carattere di ognuno. Così Dotto, Gongolo, Brontolo, Pisolo, Eolo, Mammolo e Cucciolo sembrano rappresentare gli istinti vitali dell'uomo. Biancaneve per i nani ha il ruolo di una madre, perché li accudisce e si occupa di tenere in ordine la loro casa. Il principe risveglia Biancaneve con un bacio, anziché con uno scossone.
Le immagini della foresta e della casa ricordano i prati ben tenuti dell'America dei sobborghi e i modelli di vita proposti sono quelli dell'ottimismo e dell'impegno individuale che si preoccupa anche del bene della comunità. Il messaggio del film sembra essere che la felicità per gli individui consiste nel sapere qual è il proprio posto nella vita e nella società e nel compiere diligentemente il proprio lavoro.
Il confronto operato tra queste due versioni di Biancaneve evidenzia come le trasformazioni presenti nella narrazione dipendano, qui come altrove, dalle realtà sociali dell'epoca in cui le storie vengono raccontate; quindi anche l'immaginazione va collocata nella storia e cambia nel tempo.