BIANCHI, Pietro, detto il Creatura
Figlio di Giovanni, bottaio, originario di Sarzana, e di Antonia Bana, fu battezzato a Roma nella chiesa di S. Salvatore alle Coppelle nel 1694. Il Ratti, nell'edizione delle Vite del Soprani, dà il più completo resoconto della sua vita, includendolo tra i pittori genovesi in quanto figlio di cittadini della Repubblica. I genitori si erano stabiliti a Roma nel 1682, e quando il B. aveva due anni il padre morì; si occupò quindi di lui una sorella maggiore, il cui marito, Arrigo Giorgi, era al servizio di Marcello Sacchetti, ambasciatore di Malta. Era questi particolarmente interessato alle arti e la disposizione artistica del B. fu ben presto scoperta: a sette anni venne mandato dal cognato a studiare pittura presso Giacomo Triga e più tardi scultura in creta presso Pierre Le Gros. Quando il Triga andò a Venezia, il Sacchetti raccomandò il giovane al Gaulli che lo prese come allievo. Nel 1707, a 13 anni, il B. vinse un concorso dell'Accademia di S. Luca: da qui il soprannome "Creatura" con cui veniva deriso dagli altri competitori per la giovane età e per il fisico non particolarmente sviluppato. Fu questo il primo di una serie di successi (vinse i concorsi dell'Accademia di S. Luca ancora nel 1711 e 1713). Nel 1709 morì il Gaulli e il B. dovette cercarsi un nuovo maestro: dopo un breve periodo presso Giuseppe Ghezzi, padre del più famoso Pier Leone, entrò nello studio di Benedetto Luti, e con questo lavorò al soffitto di palazzo Colonna con la Gloria del papa Martino V, aggiungendovi tra le scene laterali Il merito incoronato dalla virtù.
Morì a Roma il 12 marzo 1740, e alla cerimonia funebre in S. Susanna parteciparono gli accademici di S. Luca (il B. era accademico dal 1735) e i membri dell'Accademia di Francia a Roma. Tra i suoi allievi si distinse maggiormente G. Sardi.
Il B. non fu artista molto prolifico; i biografi lo descrivono come timido e reticente, mai soddisfatto e quasi ossessionato dai particolari; pare che spesso si distogliesse dal suo lavoro per aiutare gli amici; gli si attribuiscono disegni e modelli per gli scultori Filippo della Valle, Giovan Battista Marini e Pietro Bracci. Gran parte delle sue opere è perduta o non ancora identificata.
Dalla biografia del Ratti si può ricavare che opere del B., tanto ad olio quanto a fresco, erano di soggetto tradizionale, religioso o mitologico, e che egli era anche apprezzato paesaggista (cfr., per alcuni paesaggi, uno dei quali datato 1739 nella coll. Brinslay Ford, Clark, 1964). L'opera più conosciuta è la grande pala con l'Immacolata Concezione con i ss. Giovanni Crisostomo,Francesco e Antonio (S. Maria degli Angeli) per S. Pietro: benché incompiuta, per la morte dell'artista, fu considerata degna di essere riprodotta in mosaico (cappella del coro, S. Pietro); il bozzetto, perduto, era stato eseguito nel 1730.
Al B. è attribuito anche un Riposo della fuga in Egitto in S. Maria delle Fornaci (completato da G. Sardi dopo la sua morte) e il Beato Giovanni Angelo Porro in S. Maria in Via, per cui però egli avrebbe dato soltanto il bozzetto (Roisecco). Tra le opere più importanti che furono a lui commissionate si ricordano una S. Chiara per la chiesa delle monache di S. Marziale a Gubbio, un Incontro del card. Zondadari con Filippo V di Spagna (Firenze, coll. Bellini) per lo stesso cardinale; una Vergine con i ss. Domenico e Francesco di Assisi per Giovanni V di Portogallo si trova attualmente nel convento di Mafra (il bozzetto già nella coll. Magnin è illustrato in Paragone, 1964). Tra le opere a soggetto mitologico ricordiamo Argo e Mercurio con Io (New York, coll. Paul H. Ganz; esposto a Cleveland nel 1964:cfr. H. Hawley,Neo classicism..., New York 1964, n. 9).
Bibl.: M. Lacombe,Dict. portatif des beaux arts, Paris 1755, pp. 79 s.; A. J-.Dézallier d'Argenville,Abrégé de la vie des plus fameux peintres, Paris 1762, I, pp. 105-111 (con una biogr. antica, ma inesatta); N. Roisecco,Roma antica e moderna, Roma 1765, I, p. 122; II, p. 247; R. Soprani-C. G. Ratti,Vite de' pittori,scultori ed architetti genovesi, II, Genova 1769, pp. 292-305; K. H. von Heinecken,Dict. des artistes dont nous avons des estampes, II, Leipzig 1788, p. 679; V. Briccolani,Descriz. della sacrosanta Basilica Vaticana, Roma 1816, p. 74; P. Zani,Encicl. metodica ... delle belle arti, I, 4, Parma 1820, p. 42; A. Ricci,Le belle arti nella città di Gubbio, Bologna 1831, p. 17; L. Lanzi,Storia pittorica della Italia, Firenze 1834, II, p. 187; G. K. Nagler. Neues allgem. Künstler-Lex., I, München 1835, p. 487; R. Wittkower,Art and Architecture in Italy, 1600-1750, Harmondsworth 1958, pp. 238, 369n. 12(erroneamente fa nascere il B. a Genova); A. M. Clark,Introduction to P. B., in Paragone, XV (1964), n. 169, pp. 44-47(cfr. anche per ulteriori attr.); Catal. del Museo provin. de Bellas Artes de Cadiz (Pinturas), Madrid 1964, p. 12(attribuz. di un Caino e Abele); L. Salerno-E. Paribeni,Palazzo Rondinini, Roma 1964, pp. 291, 294; Schede Vesme, II, Torino 1966, p. 637(sub voce Luti); U. Thieme-F. Becker,Künstler-Lexikon, III, p. 585.