Bielorussia
Repubblica presidenziale, Stato dell’Europa orientale, con capitale Minsk. Parte del granducato di Kiev dalla fine del sec. 10°, il territorio dell’od. B. fu gradualmente annesso, fra la metà del 13° e la metà del 14° sec., alla Lituania; unito poi alla Polonia (1385), passò sotto la sovranità russa nel corso del sec. 18°. Nel 1918 fu occupata dai tedeschi e nel 1919 passò sotto il controllo dei bolscevichi, che vi proclamarono la Repubblica socialista sovietica bielorussa. Nello stesso anno, rivendicata da Varsavia, fu occupata da forze polacche, respinte dall’intervento dell’Armata rossa. Nel 1922 la B. partecipò alla costituzione dell’URSS, di cui seguì da allora le vicende politiche. Durante la Seconda guerra mondiale fu di nuovo occupata dai tedeschi (1941), subendo gravi distruzioni, e liberata nel 1944. In seguito alla crisi dell’URSS, nel 1991 fu proclamata l’indipendenza e la nuova Repubblica della B. aderì alla CSI (la federazione delle ex repubbliche sovietiche). S. Šuškevič, membro del Partito comunista, fu eletto capo dello Stato e avviò una ristrutturazione in senso liberista dell’economia del Paese. La Russia è rimasta l’interlocutore più importante per la B. in ambito sia politico sia economico; il rafforzamento di questi legami è stato perseguito anche da A. Lukašenko, presidente della Repubblica dal 1994, che ha instaurato un regime fortemente accentrato e autoritario. Le elezioni degli anni successivi, che l’hanno sempre confermato al potere (terzo mandato, 2006), si sono svolte tra intimidazioni e violenze e la loro validità è stata contestata sia dall’opposizione interna sia dagli osservatori internazionali.