bilancio comunitario
bilàncio comunitàrio locuz. sost. m. – Documento contabile dell’Unione Europea approvato annualmente dalle istituzioni comunitarie e definito all’interno di un quadro finanziario pluriennale. In base alle modifiche apportate con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona (che modifica il Trattato sull’Unione Europea e il Trattato che istituisce la Comunità europea) la procedura di bilancio è la seguente: la Commissione europea, che amministra il bilancio, propone il progetto che viene discusso dal Consiglio dell’Unione Europea e dal Parlamento europeo. Entrambi gli organi sono responsabili dell'adozione del b. c., ma il Parlamento europeo ha la facoltà di respingere il bilancio proposto e in tal caso l'intera procedura deve ricominciare dal principio. La Corte dei conti, che esamina la legittimità e la regolarità delle entrate e delle spese dell'Unione, accerta la corretta gestione finanziaria del bilancio dell'’Unione Europea. Il potere di bilancio consiste dunque nel determinare la natura delle spese, nel fissare ogni anno l'importo delle spese e delle entrate necessarie per coprirle, infine, nel controllare l'esecuzione del bilancio; la procedura di bilancio si riferisce alla predisposizione e all'adozione del bilancio comunitario. Fra le entrate del b. c. figurano 3 voci principali: le cosiddette risorse proprie tradizionali (che rappresentano circa il 12% del b.), costituite dai dazi doganali e da un’imposta sullo zucchero, ovvero da diritti prelevati sulle importazioni di prodotti dai paesi terzi e da prelievi sulle esportazioni di zucchero; la risorsa basata sull’IVA (circa l’11% delle entrate del b.), che rappresenta una parte dell’IVA raccolta dagli stati; il contributo annuale diretto di ogni Stato membro, in proporzione al reddito di ciascuno (circa l’1% del reddito nazionale lordo di ogni Paese), che è la voce di gran lunga più importante e costituisce circa il 76% del totale delle entrate; infine, l’1% circa delle entrate è costituito da contributi del personale dell’Unione Europea, somme non spese dagli anni precedenti, ammende su società che infrangono la normativa sulla concorrenza o altre norme. Le spese (non più distinte dopo il Trattato di Lisbona in spese obbligatorie e spese non obbligatorie) sono distribuite in specifiche aree generali, quali il rafforzamento dell’integrazione economica, dello sviluppo sostenibile, della cittadinanza e del ruolo dell’Europa nel mondo, che richiedono investimenti nei settori specifici di ricerca, innovazione, formazione, agricoltura, ambiente, libertà, sicurezza, giustizia, affari esteri, coesione politica, gestione dell’amministrazione ecc. Al momento dell’approvazione del b. c. da parte del Consiglio e del Parlamento le entrate e le spese devono essere uguali, il bilancio dev’essere in equilibrio, sebbene in genere si crei un surplus che viene utilizzato per ridurre i contributi al bilancio per l’anno successivo. Il bilancio annuale dell'Unione europea è comunque di dimensioni limitate: corrisponde solo all'1% della ricchezza prodotta ogni anno dai paesi membri.