Poeta indiano oriundo del Kashmir, autore di un poema storico intitolato Vikramāṅkadevacarita ("Le gesta del re Vikramāditya [Tribhuvanamalla]") in cui egli, divenuto capo dei paṇdita alla corte del re Vikramāditya VI (1076-1127) della dinastia Cālukya, celebra le imprese del suo regale patrono. Appartiene alla lirica erotica il suo breve componimento Caurīsuratapañcāśikā ("La raccolta di cinquanta strofe sull'amore furtivo"), molto apprezzata in India.