BIRON, Ernesto Giovanni, duca di Curlandia
Nacque nel 1690 a Kalenzeem da una famiglia della piccola aristocrazia della Curlandia, nota fin dal sec. XVI. Ebbe una certa cultura e frequentò per qualche tempo l'università di Königsberg. Entrato, nel 1718, alla corte della duchessa Anna di Curlandia, ne divenne il consigliere più fidato, e nel 1730, quando Anna fu assunta al trono russo, passò al suo seguito a Mosca e vi rimase fino alla morte della sovrana. Fu nominato conte e gran camerlengo, fu coperto di onorificenze e di favori e rapidamente divenne il primo dignitario dello stato. L'imperatore Carlo VI gli concesse il titolo di conte dell'impero; nel 1737 fu nominato duca di Curlandia, col titolo di altezza. Consigliere inseparabile dell'imperatrice Anna, il B. esercitò su di lei un'influenza che non conobbe limiti: diresse di fatto tutti gli affari interni ed esteri della Russia. Il gabinetto dei ministri, istituito nel 1731, come organo supremo dell'impero, fu il suo strumento, sebbene egli si sforzasse sempre di nascondere la sua partecipazione agli affari statali, riparandosi dietro il nome della sovrana. Bello, affascinante nei rapporti sociali, ma straordinariamente ambizioso, estraneo e indifferente alla Russia e a tutto ciò che fosse russo, B. perseguì sempre solo i proprî interessi personali, anche sbarazzandosi, al caso, di coloro che si trovavano sul suo cammino. Sentendo l'odio profondo dei Russi intorno a lui, B. circondò sé stesso e l'imperatrice di stranieri, coi quali la sovrana amava d'essere in amichevoli rapporti. Ben conoscendo i promotori del fallito tentativo del Supremo consiglio segreto di limitare i diritti della sovrana, quando le era stata offerta la corona, e considerandosi autocrate per diritto di sangue, Anna non perdonò né al principe Galicyn, né alla famiglia dei principi Dolgorukii di aver attentato ai suoi legittimi diritti e li perseguitò con i loro partigiani durante tutto il suo regno. Alla vigilia della morte, l'imperatrice firmò l'ukaz col quale nominava il B. a reggente per l'imperatore Joann Antonovič minorenne (16 ottobre 1740). Il B., preso il governo, intervenne assiduamente nel gabinetto dei ministri; ascoltava i resoconti del Senato; si sforzava di guadagnarsi la benevolenza della società russa con favori e ricompense. Ma la sua reggenza non durò a lungo: tre settimane in tutto. Nella notte dell'8 al 9 novembre fu arrestato dal maresciallo Minich, chiuso a Schlüsselburg, poi giudicato ed esiliato in Siberia, a Pelym, dove per lui fu costruita una casa. Nel 1742 l'imperatrice Elisabetta Petrovna lo fece trasportare a Jaroslavl′, dove rimase fino alla salita al trono di Pietro III (1761), che lo richiamò a Pietroburgo. Gli furono restituiti titoli e onorificenze. L'imperatrice Caterina II nel 1762 gli restituì il ducato di Curlandia, dove egli tornò a governare, fino al 1769, lasciando poi il governo al figlio Pietro. B. morì a Mitau, nel dicembre 1772. Il figlio maggiore Pietro (1724-1800) tenne il governo della Curlandia fino al 1795, quando ne fu privato da Caterina II verso un'indennità di mezzo milione di ducati; la Curlandia fu annessa alla Russia.
Bibl.: V. la bibl. sotto le voci anna joannovna e anna leopoldovna.