Vedi BLERA dell'anno: 1959 - 1994
BLERA (Blera, etr. Bleva; fino al 1952 Bieda)
Piccolo centro della provincia di Viterbo, con resti di un'ampia necropoli di età etrusca e romana.
L'abitato moderno occupa una parte di un vasto altopiano su cui sorgeva la città etrusca. La sommità dell'altopiano è spianata e termina su fianchi ripidissimi, spesso a picco, sui due corsi d'acqua di Fosso Ricanale e Torrente Biedano. L'avanzo più cospicuo della fase etrusca sono le tombe che si sormontano in ordini regolari, a terrazze tagliate nella roccia e scavate interamente nel tufo. Esternamente sono ornate con facciate architettoniche accuratamente modanate e più varie di quelle di altri centri vicini (Castel d'Asso, Norchia) e che in parte riproducono le facciate delle case etrusche con porte e finestre, come l'interno di alcune tombe riproduce l'interno delle stanze di abitazione. Contemporanee alle tombe rupestri sono alcune tombe a tumulo. Anche uno dei due ponti antichi, ad un arco, e pochi avanzi delle mura appartengono alla fase etrusca.
Di minore importanza sono gli avanzi della B. romana: muri di edifici non bene identificati, colombari ed epigrafi ne attestano la vita; sappiamo che B. ebbe magistrati proprî e che fu iscritta alla tribù Arnensis. Anche l'altro ponte antico a tre archi è romano. Blera è menzionata anche da Plinio (Nat. hist., iii, 5, 8) che comprende i Blerani tra gli Etruschi, da Strabone (v, p. 226) e da Tolomeo (iii, 1, 50) ed è segnata sulla Tabula Peutingeriana vicino alla via Claudia.
Bibl.: E. H. Bunbury, in Smith, Geogr. Dict., s. v.; G. Dennis, Cities and Cemeteries, Londra 1883, I, pp. 207-218; H. Koch, E. von Mercklin, C. Weickert, B. Nogara, B., in Röm. Mitt., 1915, pp. 161-303; Fasti Arch., VI, 2274; Chr. Hülsen, in Pauly-Wissowa, III, s. v.; A. Gargana e P. Romanelli, in Not. Scavi, 1926, pp. 55-56; 1932, pp. 485-506; G. Rosi, in Journ. Rom. Stud., XV, 1925, p. i ss.; XVII, 1927, p. 59 ss.; Mon. Ant. Lincei, XXXIII, 1930, c. 298 ss.