Bonald, Louis-Gabriel-Ambroise, visconte di
Filosofo e scrittore politico francese (castello di Monna, presso Millau, Aveyron, 1754 - Parigi 1840). Nel 1790 membro dell’Assemblea per il dipartimento dell’Aveyron, si dimise l’anno successivo per le sue convinzioni religiose ed emigrò in Germania, per tornare in Francia nel 1797. La sua iniziale simpatia per Napoleone scemò a causa della politica ecclesiastica dell’imperatore. Dopo il 1815, B. difese la causa dell’assolutismo nel Conservateur e nel Defenseur, da lui fondato con Lamennais. Fu accademico di Francia dal 1816. Nelle sue opere Theorie du pouvoir politique et religieux dans la societe civile (1796), Legislation primitive (1802; trad. it. La legislazione primitiva), Demonstration philosophique du principe constitutif des societes (1827), deduce da premesse metafisiche tutto il suo sistema politico-religioso: contro il sensismo sostiene la teoria della parola anteriore al pensiero, cioè rivelata da Dio all’uomo e da questo pensata; contro la teoria del contratto sociale afferma, in nome di ciò che egli chiama «volontà generale» (cioè, non quello che tutti vogliono, ma ciò che è voluto in nome di tutti), la necessità naturale della monarchia ereditaria di tipo francese.