TECCHI, Bonaventura (XXXIII, p. 377)
Scrittore e critico, morto a Roma il 30 marzo 1968. Il suo gusto di trasformare rievocazioni e meditazioni autobiografiche in materia lirica si accentua nel volume Idilli moravi (1939), diviso in sei parti, in cui, pur nella diseguaglianza dei risultati, lo scrittore tende a superare un difficile momento spirituale, cercando di esprimere in un tono favolistico la psicologia degli animali e il loro linguaggio. L'anno seguente vede la luce il romanzo Giovani amici, che segna, con l'attenzione rivolta al problema del male (La presenza del male è anche il titolo di un libro del 1947), una svolta decisiva nella ricerca morale tecchiana. Dopo il racconto La vedova timida (1942), T. pubblica nel 1945 due diari, Vigilia di guerra 1940 e Un'estate in campagna (diario 1943), e, specialmente nel secondo, mostra di risentire, per quanto riguarda il tema del superamento dell'egoismo individuale, della lezione del suo Goethe (riferimento imprescindibile del T. germanista: si veda a questo proposito anche Officina segreta nel 1959); lezione che affiora, sia pure in forme più pacate e distese, anche nei racconti e idilli di ambiente siciliano de L'isola appassionata (1945). È solo però attraverso la lettura del Vangelo che T. riesce a chiarire il senso del suo itinerario spirituale, della sua tormentata ricerca della verità cristiana da cui non si può prescindere se si vogliono comprendere la poetica e l'entroterra culturale e ideale della sua più matura stagione artistica. Valentina Velier, apparso nel 1950, contemporaneamente ai racconti di Creature sole, può essere definito il romanzo della solitudine e dell'egoismo della protagonista (la cui psicologia, secondo lo stesso T., esprime un approfondimento della figura di Amalia, personaggio di una delle sue prime opere): dopo la morte di Giorgio, Valentina riceverà da un altro uomo, Giuliano, l'aiuto necessario a ritrovare la fede e quindi la fiducia in sé e negli altri. Seguono i racconti di Luna a ponente (1955), le note di viaggio de Le due voci (1956) e Storie di bestie (1958): libro, quest'ultimo, non del tutto nuovo in quanto diversi racconti erano già apparsi precedentemente. Nel 1959 T. pubblica Gli egoisti (premi Bagutta d'argento e Bancarella), romanzo di notevole pregio e ampio respiro in cui il tema dell'egoismo, da un ambito individuale, viene allargato a un ambito collettivo. Vi confluisce tutta l'esperienza intellettuale dell'autore, nonché la sua problematica civile, spirituale e religiosa (dal platonismo agostiniano al problema del male e del peccato): basti pensare al personaggio autobiografico del letterato Marcello. Di T. scrittore ricordiamo ancora: Baracca 15 C (1961), testimonianza del suo internamento in un campo tedesco, Storie di alberi e di fiori (1963), Gli onesti (1965), Tempesta e sereno (1966), Antica terra (1967). Postumi sono apparsi La terra abbandonata (1970), in cui l'autore delinea uno dei suoi più riusciti personaggi femminili, la Rapisarda, e in cui coglie il contrasto tra vecchio mondo contadino e nuova civiltà tecnologica, e il volume Resistenza dei sogni (1977), comprendente racconti scritti e pubblicati dal 1962 al 1968. La vasta saggistica di T. è determinata in larghissima parte dai suoi studi di germanistica, di cui fanno parte anche alcune traduzioni. Vanno ancora ricordati: Scrittori tedeschi del Novecento (1941); Carossa (1947); Sette liriche di Goethe (1949); L'arte di Thomas Mann (1956); Teatro tedesco dell'età romantica (1957); Scrittori tedeschi moderni (1959); Romantici tedeschi (1959); Mörike (1962); Le fiabe di E.T.A. Hoffmann (1962); Svevia, terra di poeti (1964); Goethe scrittore di fiabe (1966); Goethe in Italia (e particolarmente a Vicenza). Con le giornate del soggiorno vicentino, gli appunti per Carlotta von Stein e una postilla di G. Zanella. Pres. di M. Rumor (1967); Giulio Salvadori. Ricordi di un vecchio scolaro (1968); Il senso degli altri (1968); Svevi minori (1975, postumo).
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