BORBONE, Carolina Ferdinanda Luisa (Maria Carolina) di, duchessa di Berry
Figlia di Francesco duca di Calabria (il futuro Francesco I) e della sua prima moglie Maria Clementina arciduchessa d'Austria, nacque a Caserta il 5 novembre 1798. Il 17 giugno 1816 sposò a Notre Dame di Parigi Carlo Ferdinando d'Artois, duca di Berry, figlio del futuro Carlo X. Dal matrimonio nacque nel 1819 Luisa Maria Teresa, poi moglie di Carlo III di Borbone duca di Parma, e il 29 settembre 1820 Enrico, duca di Bordeaux, e poi conte di Chambord, quello che fu detto "l'enfant du miracle"; poco meno di sette mesi prima della nascita infatti, nella notte del 13-14 febbr. 1820, Carlo Ferdinando veniva assassinato dal fanatico Louvel, che si proponeva di estinguere in tal modo la dinastia.
Dopo la rivoluzione del luglio 1830 e l'abdicazione di Carlo X e del duca d'Angoulême (3 agosto) a favore di Enrico V, la B. seguì la famiglia reale in Inghilterra. Qui si trovò in aspro contrasto con Carlo X, alla cui politica rinunciataria opponeva il progetto di una controrivoluzione legittimista in Francia. Dopo aspri contrasti la B., appoggiata dai legittimisti più attivi, ottenne, anche se condizionalmente, la reggenza e nel giugno 1831 lasciava la Gran Bretagna per recarsi in Italia. Dopo un breve soggiorno in Liguria (Genova e Sestri, luglio 1831), politicamente importante per i contatti con Carlo Alberto ed i colloqui con numerose delegazioni legittimiste ammesse negli Stati sardi senza passaporto, la B. si stabilì a Massa, ospite del duca di Modena, unico sovrano italiano che non intrattenesse relazioni diplomatiche con Luigi Filippo. Le visite della B. a Roma e a Napoli non ottennero però alcun risultato politico, anche per il severo controllo cui era sottoposta la sua attività da parte della diplomazia francese. Carlo Alberto fu costretto a una politica ufficiale estremamente guardinga dall'ambasciatore francese Barante e dal console a Genova Decazes, ma in segreto e per interposta persona mantenne i più stretti contatti con la piccola corte di Massa: personalmente contribuì con oltre 810.000 franchi al finanziamento della B., e ne sollecitò in ogni modo i progetti insurrezionali (Salata, p. 301 e passim).
Incoraggiata anche da altre corti reazionarie, e soprattutto assicurata del successo dai legittimisti che l'invocavano, la B. lasciava Massa la notte del 24 apr. 1832 e, munita di passaporto sardo, col suo piccolo seguito s'imbarcava a Viareggio sulla nave sarda "Carlo Alberto". Sbarcò non lontano da Marsiglia, il 28 aprile; ma la sommossa ivi progettata fallì miseramente, e la B. volle dirigersi in Vandea. Qui i capi vandeani e un delegato del comitato di Parigi, che erano stati tra i primi a sollecitarla all'impresa, cercarono di convincerla a desistere; ma la B. rifiutò, ed emanò ordini di insurrezione generale per la notte del 4-5 giugno. A Chêne-enVieillevigne ottocento insorti furono sconfitti dalle truppe regie, e la B., che coraggiosamente aveva assistito alla battaglia, si rifugiò con pochissimi fedeli a Nantes.
Dal suo rifugio mantenne stretti contatti con tutte le corti reazionarie e soprattutto col comitato legittimista dell'Aia, che mirava a un'alleanza con i Paesi Bassi e alla spartizione del Belgio. Carlo Alberto s'impegnò ad intervenire, ma a condizione di essere preceduto da un altro stato. Gli Orléans e il governo francese tentarono ogni mezzo per convincere la B. ad abbandonare la Francia, volendo evitare un processo per alto tradimento a una parente così stretta del sovrano, il che, tra l'altro, avrebbe riproposto la questione della legittimità. Riusciti vani tutti gli sforzi, Thiers ne ordinò l'arresto, che fu reso possibile dalla delazione di un agente della B., Simone Deutz (novembre 1832). Rinchiusa nel forte di Blaye, la B. tornò ad essere il simbolo della riscossa legittimista, che si esprimeva nelle parole di Chateaubriand: "Madame, votre fils est mon roi".
Ma fu la stessa B. a far crollare le speranze legittimiste. In stato di avanzata gravidanza, essa dichiarò (febbr. 1833) di essersi sposata segretamente, e messa alla luce una figlia, Anna Rosalia, il 10 maggio, comunicava il nome dello sposo, il siciliano conte Ettore Lucchesi Palli dei principi di Campofranco (lo sposo era stato convinto ad accettare il ruolo da madame de Cayla e dal banchiere Ouvrard, all'Aia; la paternità di Anna Rosalia, che morì pochi mesi dopo a Livorno, è rimasta tuttavia sempre in dubbio). Decisasi al matrimonio, la B. cessava di appartenere alla famiglia reale. Avendo così perso la reggenza, il governo la liberava, consentendole di raggiungere con la figlia Palermo.
La B. tentò tuttavia nuovamente di costringere Carlo X, che si era trasferito nel frattempo negli Stati austriaci - il cui accesso le era precluso finché non avesse documentato il suo matrimonio - a reintegrarla nelle sue prerogative. Recatasi col Lucchesi Palli a Roma, ottenne dal papa Gregorio XVI di poter provare di essersi sposata il 14 dic. 1831. Sembra fosse intento dello Chateaubriand, consigliere e ambasciatore della B., di farle esibire il documento per difendere il proprio onore, senza tuttavia consegnarlo a Carlo X, in modo che potesse ancora difendere i suoi diritti di principessa reale (M. Levaillant, 1943). Il certificato, firmato dal card. Zurla, con data del matrimonio non specificata, venne in effetti ritirato all'inviato di Carlo X a Padova, e fu possibile un incontro a Leoben tra la B. e Carlo X. La B. non poté raggiungere tuttavia gli obiettivi che si era prefissi: esclusa dalla famiglia reale e dalla tutela dei figli, scomparve dalla scena politica. Col marito Lucchesi Palli visse a Venezia (palazzo Vendramin) e a Brünnsee, dove morì il 16 apr. 1870.
Fonti e Bibl.:Arch. di Stato di Napoli, Archivio Borbone, 181, 290, 317, 495-505, 507-509, 721, 767, 1507 (corrispondenza coi reali di Napoli); Parigi, Archives Nationales, F7 12171-12175, BB18 1332-1333, BB30 964; Parigi, Archives de la Marine, BB4 533-533 bis, 534-538 bis, 1030 (detenzione e documenti sequestrati a Nantes, alcuni riguardanti Carlo Alberto); Roma, Vicariato, Cancelleria,Liber... Matrimoni Secrete…, I, pp. 117-118; Ibid., Archivio Matrimoni, pos. 158. Molti documenti si trovano in collezioni private, specie in quella di Brünnsee.
La stessa duchessa di Berry fece pubblicare in Francia le sue memorie, ove non si fa cenno né del matrimonio né della nascita di Anna Rosalia: Mémoires historiques de S.A.R. Madame,duchesse de B. depuis sa naissance jusqu'à ce jour, a cura di A. Nettement, Paris 1837. Il suo diario è stato parzialmente pubblicato in A. de Reiset, Marie Caroline duchesse de B.,1816-1830, Paris 1906. Numerosissime sono le biografie, in gran parte dedicate all'impresa vandeana ed al problema del matrimonio: A. L. Imbert de Saint Amand, La duchesse de B., Paris 1889-1891; C. Nauroy, La duchesse de B., Paris 1889; H. Thirria, La duchesse de B., Paris 1900; J. Lucas Dubreton, La princesse captive. La duchesse de B.,1832-1833, Paris 1925; A. Praviel, L'aventure de la duchesse de B., Paris 1925; M. Lupinacci, Il sogno della duchessa di B. (1816-1833), Milano 1937; M.-A. Fabre, La duchesse de B.,la Marie Stuart vendéenne, Paris 1938; G. Dupé, Chevauchée romantique, Paris 1946; A. A. Monti della Corte, L'amazzone dei gigli. Maria Carolina di Napoli duchessa di B., Brescia 1961; A. Castelot, La duchesse de B. d'après des documents inédits, Paris 1963. Tutte le memorie dell'epoca trattano ampiamente della B.: dal punto di vista storico politico più interessanti: R. Apponyi, Journal..., a cura di E. Daudet, Paris 1913-1926, I e II, passim; C.de Boigne, Mémoires d'une tante, Paris 1907-1908, II-IV, passim. Molti documenti sono in L. Blanc, Histoire de Dix Ans (1830-1840), Bruxelles 1847, I, pp. 88 s., 128, 147, 360-363, 442-457, 489-497; II, pp. 19-43, 392-395. Tutti i documenti relativi alle relazioni diplomatiche della B. sono stati pubblicati da E. Dejean, La duchesse de B. et les monarchies européennes, Paris 1913, e La duchesse de B. et le comité de la Haye, in Revue historique, CX(1912), pp. 32-55 e 270-290. Cfr. anche H. Prior, Documents inédits relatifs a Madame duchesse de B., Milan 1906; F. Lemmi, La politica estera di Carlo Alberto nei suoi primi anni di regno, Firenze 1928, pp. 122-169, 177 s., 182 s.; F. Salata, Carlo Alberto inedito, Milano 1931, passim (preannunzia la pubblicazione separata della documentazione relativa ai rapporti con la B. non inclusa qui); A. G. P.Brugière de Barante, L'ambassade du Baron de Barante à la cour de Sardaigne, in Revue d'histoire diplomatique, XLIV (1930), pp. 288-310, 409-423, 429-430. Vedi anche di L. de Sainte-Aulaire, Souvenirs (Vienne 1832-1841), a cura di M. Thiebaut, Paris 1927, pp. 4-10, 97 s., 101-107; sulla missione a Roma per il certificato matrimoniale, v. M. G.de Montbel, Le mariage secret de la duchesse de B.,Journal de Montbel, in Revue des Deux Mondes, 15 apr. 1923, pp. 824-852; e 1º maggio 1923, pp. 139-165. Su una missione in Russia e sull'attività all'Aia, v. L. Rochechouart, Souvenirs..., Paris 1889, pp. 518 ss.
G.de Bertier de Sauvigny, La conspiration des legitimistes et de la duchesse de B. contre Louis Philippe,1830-1832…, Paris 1950; E. C. Corti, Metternich und die Frauen, Zürich-Wien 1948-49, II, pp. 339-344 e passim;F.-R. de Chateaubriand, Mémoire sur la captivité de Madame la duchesse de B., Paris 1833; Id., Mémoires d'Outretombe, a cura di M. Levaillant, IV, Paris 1948, pp. 50-58, 170-479, passim; M. Levaillant, Chateaubriand,Charles X et la duchesse de B., in Revue des Deux Mondes, 1ºmarzo 1943, pp. 20-33; 15 marzo 1943, pp. 192-204.