Estensione della città fuori delle antiche mura.
Il significato originario del nome, proprio dei popoli germanici, pare quello di luogo fortificato. In Germania e Francia settentrionale fu designato come b. anche il massimo centro murato, cioè la città. Dal 10° sec. il termine indica due distinti tipi di formazioni territoriali: un aggregato di case nel suburbio o nello spazio tra una più antica cerchia di mura e una nuova difesa (muro o fossato); un centro rurale fortificato anche solo da un fossato. Dal 12° sec., mentre in Germania la parola passava a indicare la rocca feudale, in Italia rimase a indicare nel villaggio fortificato il gruppo delle abitazioni del popolo, contrapposto al castrum o castellum, dimora del signore, e distinto dai paesi aperti del contado (vicus, locus, villa, terra).
Gli abitanti del burgus fruivano di una particolare condizione di diritto pubblico, le franchigie. Queste potevano talvolta essere accresciute da speciali concessioni o da un pratico riconoscimento d’autonomia, arrivando fino alla parificazione del burgus alla città e quindi alla liberazione da ogni vincolo feudale. Le città crearono i b. franchi per contrastare la potenza dei grandi feudatari della campagna, o per guadagnarsi la fedeltà di popolazioni sul confine con città rivali, o per danneggiare altri mercati. Il b. franco d’Italia però non assunse mai tutte le funzioni e l’importanza del corrispondente Freiburg tedesco e del Liber burgus inglese.