BELOTTI, Bortolo
Nato a Zogno (Bergamo) il 26 ag. 1877 da Cesare e da Maria Offredi, si laureò in giurisprudenza a Pavia ed esercitò la professione forense a Milano. Candidato liberale, riuscì eletto consigliere provinciale a Milano (1909-1914), poi a Bergamo (1914-1924); il collegio di Zogno lo elesse suo rappresentante al parlamento per la XXIV (1913-1919) legislatura, quello di Bergamo per la XXV (1919-1921) e la XXVI (1921-1924) legislatura. Il B., che già nel 1917 aveva aderito al Fascio parlamentare, nel dopoguerra approvò l'azione di D'Annunzio a Fiume e, pur dissentendo dalla destra liberale incline ad alleanze coi fascisti, fu dapprima fra quei liberali che videro non senza simpatia l'affermarsi del fascismo. Dal Fascio parlamentare fu radiato nel 1919 quando entrò nel ministero Nitti come sottosegretario al Tesoro, carica che egli lasciò nel marzo 1920, ritenendo il Nitti troppo favorevole ai socialisti; egli stesso nel 1921 si dimise dal gruppo parlamentare liberale a causa delle sue convinzioni più vicine al liberalismo democratico. Delegato per l'Italia, con T. Tittoni e C. Schanzer, alla prima assemblea della Società delle Nazioni (1920), fu ministro dell'Industria e Commercio nel gabinetto Bonomi (1921-1922), e dovette affrontare lo scandalo della Banca italiana di sconto.
Ispirandosi ai principî della scuola liberale, sostenne la tesi del presidente del consiglio Bonomi che lo Stato non dovesse assumersi l'onere del salvataggio della Banca. Contro coloro che volevano che il governo intervenisse, in modo massiccio, con i danari dei contribuenti, il B., pur essendo l'elemento più conservatore della compagine ministeriale, prese risolutamente posizione. Questo suo atteggiamento gli costò, alcuni anni più tardi, duri attacchi in occasione del processo contro gli amministratori della Banca davanti all'Alta Corte di giustizia, celebratosi in un clima di favore da parte del regime fascista verso gli imputati e conclusosi nel 1926 con una generale assoluzione.
Particolarmente inviso ai fascisti e alla destra nazionalista, fu costretto nel 1924 ad allontanarsi dalla vita politica: non si presentò alle elezioni di quell'anno e nell'ottobre, al congresso liberale di Livorno, pronunciò un discorso di opposizione al fascismo. Aveva intanto pubblicato alcuni scritti volti a chiarire la propria attività politica e i suoi convincimenti liberali: Scritti e discorsi (Bergamo 1917), La società delle nazioni e la sua prima assemblea (Milano 1919), La politica economica del ministero Bonomi (ibid. 1922), Pagine di fede liberale (ibid. 1923), Politica del costume (ibid. 1924), La parola di C. Cavour (ibid. 1925) e Discorsi in parlamento (Bergamo 1926).
Il 27 ott. 1930 fu arrestato e condannato a cinque anni di confino per attività antifascista, perché in una lettera indirizzata al Bonomi, aperta dalla polizia, espresse giudizi assai poco lusinghieri per il modo con cui si era concluso il processo contro gli amministratori della Banca italiana di sconto: della pena scontò solo cinque mesi a Cava dei Tirreni.
Dopo l'allontamento dalla politica il B. si dedicò, oltre all'esercizio della professione forense, agli studi di storia e di diritto. Dopo il notevole successo editoriale de La vita di Bartolomeo Colleoni (Bergamo 1923, 3 ediz. 1951) s'interessò sempre più di storia bergamasca, dimostrando una singolare predilezione per gli studi letterari. Appartengono a questo periodo: Il dramma di Gerolamo Olgiati (Milano 1929), Val Brembana (ibid. 1930), Poemi e poeti del Brembo (Bergamo 1930), Pietro Ruggeri, poeta bergamasco (ibid. 1933), Poesie della montagna (ibid. 1935), Una sacrilega faida bergamasca (ibid. 1937), Poesie bergamasche (ibid. 1938). Nel 1940 pubblicava a Milano in tre volumi la prima edizione della sua Storia di Bergamo e dei Bergamaschi e nel 1942 a Bergamo la sua Storia di Zogno e di alcune terre vicine.
La Storia di Bergamo costituisce l'opera nella quale confluiscono i precedenti lavori di argomento bergamasco, ai quali da anni il B. attendeva, ed è anche la sua opera principale. I tre volumi della prima edizione, che abbracciavano le vicende municipali dalla preistoria alla seconda guerra mondiale, furono quindi sottoposti a un ampio lavoro di revisione e di completamento, che - lasciato interrotto per la morte del B. - fu portato a termine da un comitato di studiosi. La nuova edizione, in 7 voll. (Bergamo 1959), rispettando il testo riveduto dal B., lo presenta aggiornato bibliograficamente, corredato da un'ampia documentazione iconografica, in una veste editoriale corrispondente alle note tradizioni bergamasche in questo campo. Opera di storia locale, essa costituisce un importante contributo alla conoscenza delle vicende municipali italiane, analizzate ed esposte con serietà e rigore scientifico.
Nel campo giuridico il B. pubblicò una raccolta di articoli e commenti a sentenze (Scritti di diritto privato, Milano 1913), una monografia sul Diritto turistico (ibid. 1919) e un Contributo alla riforma del Codice di commercio (Torino 1924), oltre ad altri saggi e articoli. Socio dell'Istituto lombardo e dell'Ateneo di Brescia, collaborò anche sotto pseudonimo a diverse riviste giuridiche e letterarie.
Dopo il 25 luglio 1943 il B. riprese i contatti politici; il 1° novembre dello stesso anno, per sfuggire all'arresto, riparò in Svizzera, ove morì a Sonvico (Ticino) il 24 luglio 1944.
Dopo la sua morte furono pubblicati o ristampati diversi suoi scritti, tra i quali L'avventura fascista (Milano 1945), Appunti e memorie del mio esilio nella Svizzera (Bergamo 1946, 2 ediz. a cura della figlia Bianca Maria, ibid. 1963) e una serie di profili biografici intitolata Gli eccellenti bergamaschi (Bergamo 1956).
Fonti e Bibl.: Oltre agli scritti autobiografici cit., vedi: B. B. Commemorazione, 24 giugno 1945. Con una appendice (a cura del comune di Zogno), Bergamo 1945; G. Rinaldi, B. B. Discorso commemorativo..., Bergamo 1945; E. Morandi, B. B. nella rievocazione di E. M., Teatro Donizetti, Bergamo 1945; E. Janni, Un tempo. Un uomo (B. B.), Milano 1952; Corriere della sera, 24 luglio 1955; Ateneo di scienze, lettere ed arti in Bergamo, B. B., suppl. al vol. XXX (1960): contiene saggi di L. Angelini, G. Rinaldi, P. Capuani e G. Gambirasio.
Sull'attività del B. quale ministro dell'Industria e Commercio, cfr. L. Salvatorelli-G. Mira, Storia d'Italia nel periodo fascista, Torino 1957, pp. 180, 198; F. Catalano, L'Italia dalla dittatura alla democrazia (1919-1948), Milano 1962, p. 66; L. Einaudi, Cronache econom. e polit. di un trentennio (1893-1925), Torino 1963, VI, pp. 284-286, 290, 293, 326, 351, 496, 519, 630, 649, 724; Dalle carte di G. Giolitti - Quarant'anni di politica italiana, III, a cura di C. Pavone, Milano 1962, pp. 341, 342, 344.
Sullo scandalo della Banca italiana di sconto vedi per tutti E. Rossi, Chi rompe non paga, in Tempo presente, IX, 11 (1964), pp. 28-40 (con bibl.).
Per una valutazione critica dell'opera storiografica del B., vedi le recensioni alle sue ultime opere di F. Forte, in Arch. stor. lombardo, VI (1941), pp. 195-205; A. Visconti, A proposito di un recente libro di storia municipale, in Rendic. d. Ist. lombardo di scienze e lettere, s. 3, LXXIV, 5 (1940-41), pp. 171-180; P. Pieri, in Nuova riv. stor., XXVI (1942), pp. 268-272; G. Solari, in Bergomum, n. s., XL, (1946), n. 2, parte speciale, pp. 1-16.