BOSRA
(gr. Βόστϱα; lat. Colonia Bostra, Nova Traiana Alexandrina; turco Eski Şam)
Città della Siria meridionale, a S-O delle propaggini del Jebel al-Drūz, nell'altopiano basaltico del Ḥawrān (a S di Damasco, tra l'Hermon e il Golan a O e il deserto a E), che s'inoltra nel territorio dell'attuale Giordania entro i limiti segnati dal fiume Yarmūk e dalla strada verso Baghdad. Quest'area comprende le regioni romane dell'Auranitide (il Jebel Ḥawrān propriamente detto), della Traconitide (al-Ladjā') e la piana della Batanea, corrispondenti alla parte settentrionale della Provincia Arabia, costituita da Traiano, di cui B. fu capitale. La città emerge in antico come fortezza e come fiorente centro agricolo e commerciale, all'incrocio delle vie carovaniere e delle più importanti strade romane provenienti da N e dirette al golfo Persico e ai porti del Mediterraneo. Tale posizione fu determinante per la vita e lo sviluppo di B. anche in epoca medievale, quando la città divenne tappa dei pellegrinaggi alla Mecca e centro del culto islamico.
Dopo il tramonto del regno nabateo, l'importanza di B. si accrebbe in epoca romana: lo documentano la sua qualifica di metropolis sotto Filippo l'Arabo e l'era di B., che inizia il 22 marzo del 106, anno della conquista di Cornelio Palma. Teatro di controversie teologiche agli inizi del sec. 3° (Eusebio di Cesarea, Hist. eccl., VI, 19), B. registra una precoce organizzazione ecclesiastica che vanta illustri presuli, i quali nel sec. 5° sono certamente di rango metropolitico, dipendenti dal patriarcato di Antiochia. La sua giurisdizione si estese su numerose città del Ḥawrān, fino a S di Damasco (Constantia/Burāq), e della Giordania (Madaba, Esbus, Gerasa, Philadelphia/Amman).Il prestigio di B. trovò naturale ripercussione anche nel territorio circostante, a quell'epoca intensamente urbanizzato: centri maggiori (quali per es. Ezra, Suweydā), villaggi e fattorie, che attendono ancora uno studio sistematico, sono caratterizzati da un'edilizia austera che impiega esclusivamente quale materiale costruttivo la pietra basaltica propria della zona, il che determina particolari soluzioni per le coperture. Queste strutture singolari, tipiche del Ḥawrān dall'epoca romana fino a oggi, caratterizzano anche l'edilizia domestica di B., che convive con i monumenti antichi. Il ruolo primario di capitale amministrativa si evidenzia nel grandioso assetto urbanistico-monumentale, il cui studio attende ancora approfondimenti e indagini di scavo al pari della facies cristiana, che rispetto alla nutrita documentazione epigrafica di costruzioni religiose, civili e militari - anche d'epoca giustinianea - non trova un'adeguata corrispondenza nei reperti archeologici. A parte gli esigui indizi e resti di basiliche già visti da Butler (1914; 1929) e una recente ipotesi (Hauran, 1985) che vedrebbe, oltre la porta Nabatea, un edificio di culto cristiano (forse la cattedrale del sec. 5°) nelle ritrovate strutture di un edificio a impianto centrico, l'unica costruzione superstite è la c.d. cattedrale, una chiesa tetraconca a doppio involucro, dedicata nel 512-513 ai Ss. Sergio, Bacco e Leonzio. Quest'ultima, sita nel quartiere a N-E della città, si trova davanti a un palazzo (forse episcopale) e accanto alla basilica romana (sec. 2°-3°) poi trasformata in chiesa, che la tradizione locale considera sede del monastero di Baḥīra, il monaco ispiratore di Maometto.La grande chiesa con il suo imponente organismo absidale è oggetto delle ricerche di una missione italiana, che ha redatto una pianta dettagliata del complesso edificio nelle sue varie fasi e ha effettuato uno studio esauriente degli alzati (Farioli Campanati, 1986; 1988). L'indagine di scavo relativa al presbiterio ha portato alla scoperta della pavimentazione in basalto d'epoca medievale, del sottostante pavimento originario e del sýnthronon a cinque gradini, nonché al recupero di una grande quantità di tessere in pasta vitrea (anche d'oro e d'argento) e di frammenti di preziose lastre marmoree pertinenti alla decorazione parietale del 6° secolo. La chiesa, dopo il crollo delle strutture del quadriconco, attestava la sua continuità liturgica nel modesto edificio basilicale a tre navate - visto da de Vogüé (1865-1877) - costruito secondo i canoni del Ḥawrān. Questa basilichetta, non più documentata, s'inoltrava nello spazio centrale fino all'esedra est, già pertinente al tetraconco, e utilizzava il vano e il piano pavimentale dell'antico presbiterio con i locali annessi. Una successiva ristrutturazione medievale, evidente ora solo nel presbiterio, riguardò la sopraelevazione del pavimento articolato in tre vaste piattaforme digradanti, la sistemazione di un'iconostasi e la decorazione delle pareti estesa continuativamente anche sui vani delle finestre opportunamente tamponate. Si tratta di un ciclo di affreschi, di cui rimangono deboli tracce: figure sacre frontali nell'emiciclo absidale - che dovevano fare ala alla Vergine orante vista da de Vogüé (1865-1877) - e nel presbiterio presumibilmente scene narrative. Le pitture hanno subìto gravi danni in epoca recente a seguito della riutilizzazione a uso abitativo dell'ambiente, che fu risoffittato con arcate trasversali di sostegno, addossate ai muri perimetrali nord e sud e quindi agli affreschi. La rimozione di un'arcata (1989) ha reso possibile il recupero di un frammento pittorico pertinente alla prima scena verso S nel presbiterio, che potrebbe far luce sui dubbi relativi alla sua esegesi. Tale documentazione pittorica d'epoca medievale, così rara in Siria, induce a indirizzare le ricerche su eventuali rapporti tra B. e il regno latino di Gerusalemme e sulla possibilità di una coesistenza pacifica del culto cristiano con quello islamico.
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B. e il Ḥawrān passarono all'Islam, assieme al resto della Siria meridionale, nel 13 a.E./634 dopo la battaglia del fiume Yarmūk. La città acquistò grande rinomanza negli anni della formazione dell'Islam grazie a due tradizioni popolari, riportate da fonti arabe e bizantine, relative l'una alla venuta a B. di Maometto fanciullo, che sarebbe stato qui 'riconosciuto' dal monaco cristiano Baḥīra, l'altra al fatto che a B. sarebbe stata portata la prima copia del Corano arrivata in Siria: due celebrati 'primati' della città, collegati all'origine di alcune sue moschee quali quelle di Fāṭima, al-'Umarī, al-Mabrak, al-Khiḍr. Con l'avvento della nuova religione, la regione di B. aggiunse alla sua funzione di granaio della Siria quella di tappa obbligata di una delle principali rotte di pellegrinaggio verso la Mecca. B. registrò una certa continuità di insediamento lungo tutto l'arco storico dell'Islam medievale, come attestato dalle fonti e dalle iscrizioni (alcune omayyadi e fatimidi, pur reimpiegate). Ebbe periodi di particolare prosperità e relativa stabilità sotto i Selgiuqidi di Iran (471-511 a.E./1078-1117) e particolarmente con la dinastia locale dei Buridi (497-549 a.E./1104-1154, fondata dall'atabeg Tughtikin), nonché, dopo la vittoria sui crociati e la riconquista di Gerusalemme, sotto gli Ayyubidi (582-658 a.E./1186-1260), che segnarono l'epoca d'oro della città, sino alla conquista della Siria da parte dei Mongoli nel 1260. Con i Mamelucchi B. visse un periodo tranquillo e prospero sulle precedenti realizzazioni e Ibn Baṭṭūṭa la ricorda ancora, all'inizio del sec. 14°, come luogo di raduno delle carovane di pellegrini, una funzione che però perse con la conquista ottomana nel 1516, allorché la città subì un notevole spopolamento e la via del pellegrinaggio si spostò su un percorso a km. 60 a O, attraverso il villaggio di al-Muzarib.Come altre città della Siria, B. si andò formando in epoca islamica a partire dalla rigida struttura già esistente, classica e bizantina, attraverso riadattamenti e nuove edificazioni. Anche se non restano che pochi indizi, per lo più epigrafici, di ciò che fu costruito sino al sec. 11°, appare certo che la Grande moschea (più tardi affiancata da un importante bagno pubblico) andò a situarsi lungo uno dei due decumani, ove erano posti anche il mercato e, all'altra estremità, la cittadella, formando così una struttura compatta di 'servizi pubblici' urbani. Altri poli di carattere religioso e culturale si formarono precocemente attorno a quello che era stato il nucleo paleocristiano e bizantino (prima e seconda cattedrale, palazzo episcopale, c.d. basilica del monaco Baḥīra), o in stretta contiguità con esso, sviluppandosi ben presto anche in altre zone della città antica, inclusi i settori nordorientale e sudorientale, con insediamenti legati all'insegnamento, a funzioni cimiteriali e ad attività artigianali favorite dall'abbondante disponibilità di acqua.B. conserva una decina di monumenti del periodo islamico e la memoria, documentata da iscrizioni erratiche, di almeno altri sei edifici andati distrutti e finora non localizzati.Il maggiore monumento della città romana, il teatro (inizio del sec. 3°), rimase, pur mutando radicalmente aspetto e funzione, il più importante edificio della B. islamica. Con l'aggiunta di undici torri rettangolari lungo il perimetro esterno (che reimpiegavano ampiamente materiali di spoglio, tra cui rocchi di colonne), esso divenne sin dalla fine del sec. 11°, sotto i Selgiuqidi, un'imprendibile cittadella, che acquisì poi, con gli Ayyubidi, funzioni di residenza e di rappresentanza accolte nelle nuove torri difensive erette nei primi due decenni del 13° secolo. La più antica di queste, quella posta all'angolo nordoccidentale, reca la data 599 a.E./1202-1203 e il nome dell'architetto Ibrāhīm b. 'Alī b. Fuhaid, mentre altre torri racchiudono, come nella coeva cittadella di Damasco, articolati spazi interni a volte, basati su impianti bisimmetrici a quattro īwān. All'interno della cavea sorsero una moschea, una grande cisterna, un bagno con una fontana pavimentale circondata da canaletti a mosaico con pesci e uccelli acquatici (ora trasportata nella torre sudoccidentale) e altre strutture voltate, tra cui un arsenale e un deposito di derrate alimentari (in gran parte demoliti tra il 1946 e il 1970).Anche la cittadella di Salkhad, ad alcuni chilometri a E di B., fu restaurata e fortificata dagli Ayyubidi tra il 12° e il 13° secolo.Nell'ambito dell'architettura religiosa, la regione conserva due grandi moschee di origine antica: quella di Dera'a, di fondazione omayyade (edificata forse da Marwān II al-Ḥimār nel 130 a.E./749), e quella di B., del tipo a sala ipostila trasversale e corte porticata, detta pure moschea al-'Umarī (dal nome del secondo califfo 'Umar b. al-Khaṭṭāb). Anch'essa ritenuta un tempo di epoca omayyade, rivela in realtà due principali fasi costruttive, risalenti al 506 a.E./1112-1113 e al 618 a.E./1221-1222, allorché, in sostituzione di una più antica struttura per la chiamata alla preghiera (di cui sussistono tratti della scala), fu eretto l'attuale minareto a torre di pianta quadrata, in basalto, prototipo di altre strutture analoghe nella stessa città e di quello, datato 1232, che sorge a N-O del villaggio di Salkhad.Tra gli altri edifici di culto di B. occorre citare, nel settore nordorientale, la moschea al-Mabrak al-Naqa - legata alla leggenda dell'inginocchiamento della cammella recante la prima copia del Corano -, con l'adiacente madrasa hanefita del 1136, la più antica della Siria, del tipo a quattro īwān introdotto dall'Iran, e una piccola moschea anonima a sala trasversale in cui si fece largo uso di materiali di spoglio. Nel settore occidentale si annoverano la moschea al-Khiḍr, con minareto forse del 1221-1222, e, nei pressi della cattedrale bizantina, la moschea di Fāṭima - dal nome della figlia del Profeta -, che è però di epoca ayyubide, della prima metà del sec. 13° (con minareto mamelucco del 1306), entrambe di modesta struttura muraria con solai in travi monolitiche di basalto su archi trasversali, tipica delle costruzioni civili del Ḥawrān.Al periodo degli Ayyubidi e alla loro politica di restaurazione dell'ortodossia sunnita si devono pure la madrasa alDabbāgha - datata 622 a.E./1225-1226 da un'iscrizione con il nome del pellegrino Muqanna', che forse ne fu anche l'architetto, e restaurata nel 1982-1985 - con disposizione assiale, ambienti voltati a botte, mausoleo a cupola e minareto, e la piccola moschea Yāqūt (658 a.E./1259-1260) con l'adiacente mausoleo, entrambi voltati a crociera: dispositivi di copertura, questi, non comuni nel Ḥawrān ma riscontrati nella cittadella. Entrambi gli edifici si affacciano su un grande bacino idrico di costruzione antica, che serviva ad alcune attività di lavoro svolte nelle vicinanze e che fu restaurato a servizio dei pellegrini, prendendo il nome di Birkat al-Hājj.Allo stesso scopo furono pure realizzati alcuni miglioramenti della rete stradale della regione, a esempio dei quali resta il ponte a tre arcate presso il villaggio di al-Kharāba (623 a.E./1226), e una moschea nei pressi di Dera'a, costruita nel 1253 dall'emiro ayyubide Naṣr al-Dīn Uthmān b. 'Alī.L'ultima grande opera pubblica di B. fu il bagno edificato per volere del governatore mamelucco Manjak al-Yūsufī nel 773 a.E./1372 su un'area longitudinale di fronte alla Grande moschea. Esso presenta una disposizione tripartita: ambiente di ingresso a cupola con quattro īwān e vasca centrale; zona del bagno vero e proprio, con un sistema di sale attorno a un ambiente di disimpegno, tutti coperti a cupola e decorati da stucchi ora perduti; zona dei servizi e impianti tecnici, con accesso esterno. Si tratta di un sofisticato complesso architettonico a molte cupole, con soluzioni stilistiche ricercate, includenti la dicromia per l'uso di inserimenti di calcare bianco nella muratura di basalto nero, che fanno attribuire quest'opera alla scuola mamelucca di Damasco.La città di B. è dotata di due musei: il Mus. d'art populaire du Hauran - Mus. d'Antiquités, allestito in alcune sale della cittadella, con una sezione archeologica e una etnografica, e il Mus. islamico, accolto nel Ḥammām Manjak, edificio recentemente riportato alla luce e restaurato nel quadro delle attività di rilevamento e conservazione architettonica delle antichità islamiche di B., condotte negli anni 1981-1990 in cooperazione tra la Direzione delle Antichità di B. e il Deutsche Archäologische Inst. di Damasco.
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