Botswana
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Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato interno dell'Africa australe. Al censimento 2001, la popolazione, per circa i quattro quinti concentrata nella parte orientale del Paese, risultava pari a 1.680.863 ab., e una stima del 2005 confermava all'incirca tale valore demografico (1.765.000 ab.), in quanto l'elevato tasso di mortalità (29,4‰ nel 2005), dovuto principalmente alla presenza pandemica dell'AIDS, ha annullato il tasso di crescita che, elevatissimo tra il 1960 e il 1990 (5,3% annuo, contro una media dello 0,8% negli altri Paesi dell'Africa subsahariana), tra il 2000 e il 2005 era sceso a un modestissimo +0,1% annuo. In aumento la popolazione urbana, sebbene manchino centri con vere e proprie caratteristiche di città: la stessa capitale, Gaborone, ha una limitata consistenza demografica (186.000 ab. nel 2001). L'economia si fonda essenzialmente sullo sfruttamento dei giacimenti di diamanti, di cui il B. è uno dei maggiori produttori mondiali (29,5 milioni di carati nel 2003), sull'agricoltura (soprattutto cereali e cotone), sull'allevamento (le esportazioni di carne bovina costituiscono la seconda fonte di reddito del Paese, dopo i diamanti) e sul turismo.
Tuttavia il governo, in seguito alle frequenti siccità e alla recessione economica mondiale degli anni Novanta, che hanno inciso negativamente sull'economia del B., nonché di fronte al fatto che, agli attuali ritmi di sfruttamento, le riserve di diamanti si esauriranno nel corso di una trentina di anni, ha progettato di ridurre la dipendenza da questi settori, tentando di incentivare la crescita dei servizi finanziari e privilegiando il settore tessile e quello delle telecomunicazioni. Nonostante il mercato interno sia limitato, le autorità governative hanno avviato alcune misure fiscali, nel tentativo di attrarre flussi di capitali sudafricani.
Storia
di Emma Ansovini
Al passaggio del secolo il B. rappresentava all'interno dell'Africa una positiva eccezione, dal punto di vista sia economico-sociale sia politico. Tutti i suoi indicatori di sviluppo erano al di sopra della media continentale: il PIL per abitante (circa 3.330 dollari) superava addirittura quello della Repubblica Sudafricana, la mortalità infantile era del 50% inferiore a quella media africana, più del 70% della popolazione aveva accesso all'acqua potabile, la scolarizzazione raggiungeva la quasi totalità dei bambini e delle bambine, il debito estero era insignificante (inferiore al 10% del PIL), il tasso di corruzione della vita pubblica veniva collocato dalle agenzie internazionali ai livelli più bassi di tutto il continente. I rischi per il futuro sembravano risiedere soprattutto nella preoccupante diffusione dell'epidemia di AIDS, che coinvolgeva ormai il 36% della popolazione, riducendo l'aspettativa di vita alla nascita a circa 40 anni, rispetto ai 60 dei primi anni Novanta: tuttavia il B., grazie anche alla relativa solidità della sua posizione economica, era stato il primo Paese africano a garantire la distribuzione gratuita delle terapie antivirali. La forza dell'economia del B. si basava sull'estrazione di diamanti, sull'allevamento e sul turismo; tutti e tre i settori erano stati oggetto di forti processi di modernizzazione, attuati soprattutto dall'intervento pubblico. Conservazione e sviluppo di queste risorse sicuramente contribuivano anche alla stabilità politica del Paese e a garantire, sin dall'indipendenza, il mantenimento di un regime parlamentare pluralista, a cui si sommavano, in forme originali, alcuni elementi tipici della tradizione africana: per es., la Camera dei capi, con diritto di voto consultivo, che riuniva 15 leader tradizionali delle diverse etnie. La presenza di un assetto politico democratico non coincideva però con l'alternanza dei partiti al potere, e il BDP (Botswana Democratic Party) governava il Paese dall'indipendenza, nonostante avesse visto talvolta diminuire i suoi consensi, soprattutto intorno alla metà degli anni Novanta. Il presidente F.W. Mogae, del BDP, eletto nel 1998, venne riconfermato nella carica nell'ottobre 2004, riportando il 52% dei voti, mentre nelle consultazioni parlamentari tenutesi nello stesso mese il suo partito ottenne 44 seggi, rispetto ai 12 del BNF (Botswana National Front), con il 26% dei voti, e all'unico seggio del BCP (Botswana Congress Party), con il 17%.
Il B. tradizionalmente manteneva buoni rapporti con i Paesi confinanti, nonostante alcune dispute territoriali con i suoi vicini settentrionali, Namibia e Zimbabwe, e nonostante la decisione, nel 2003, di erigere una rete elettrificata sulla frontiera con questi ultimi, ufficialmente solo per impedire il passaggio di bestiame malato, ma in realtà anche per ostacolare l'arrivo dei profughi, aumentato negli anni precedenti soprattutto per il notevole peggioramento della situazione economica e politica in Zimbabwe.