BOURBONNAIS
(Bourbonnois nei docc. medievali)
Regione storica della Francia centrale, che prende nome dai signori di Bourbon. Questa dinastia, appartenente per lo più al casato degli Archambaud e originaria del castello di Bourbon (od. Bourbon-l'Archambault), fu a capo di un territorio che si andò ingrandendo, tra il sec. 10° e il 13°, a spese delle contee di Alvernia, di Bourges e di Autun; un altro elemento alla base delle sue fortune fu la fondazione a Souvigny nel 915 di un importante priorato cluniacense. Alla metà del sec. 13° i confini del B. erano già definiti. La sua importanza crebbe con il matrimonio, nel 1276, dell'ultima discendente del casato con Robert de Clermont, sesto figlio del re Luigi IX, e successivamente, nel 1327, con l'elevazione della contea a ducato-parìa a vantaggio di Luigi I, nato da quelle nozze e capostipite della linea dei duchi di Bourbon, grandi costruttori e mecenati, protagonisti dello splendore artistico del B., e in particolare di Moulins, capitale del ducato dalla fine del 15° secolo.Il B. comprendeva l'attuale dip. Allier con qualche piccola variazione ai confini dei dip. Saône-et-Loire e Puy-de-Dôme e parte dell'attuale dip. Cher. Dal punto di vista geomorfologico, il B. non ha carattere unitario: la pianura argillosa a N si oppone ai primi contrafforti del Massiccio Centrale a S; i due principali corsi d'acqua, l'Allier e lo Cher, scorrono da S a N e le loro valli hanno sempre costituito due distinti poli d'attrazione.Dal punto di vista ecclesiastico, il B. è sempre stato diviso tra le tre diocesi di Bourges, Autun e Clermont-Ferrand, città poste al di fuori della regione. Tale assenza di unità si riflette nell'architettura religiosa del periodo romanico, di cui il B. è particolarmente ricco. Sono possibili accostamenti fra chiese del B. meridionale (Châtel-Montagne, Chantelle, Saint-Croix de Gannat, Ebreuil, Veauce) e quelle alverniati per quanto riguarda tipologie icnografiche, sistemi di copertura e particolarità decorative; mentre strette analogie, consistenti in influenze della regione della Loira e dell'Ovest, come la presenza di portali a timpano traforato, legano le chiese della valle dello Cher (Saint-Pierre di Montluçon, Huriel, Domérat, Saint-Désiré) al Berry. I rapporti con la Borgogna sono invece sensibili nella zona orientale (timpano di Neuilly-en-Donjon). Va tuttavia osservato che questi criteri geografici e diocesani sono tutt'altro che rigidi e le eccezioni abbondano. Le filiazioni monastiche, peraltro alle origini di quasi tutte le chiese romaniche del B., hanno svolto un ruolo fondamentale nel panorama del Romanico locale. Souvigny (cui fanno capo Ygrande, Colombier, Vallon-en-Sully) e Châtel-Montagne erano priorati cluniacensi; fondazioni benedettine erano invece il priorato di Ebreuil e i monasteri femminili di Châteloy, Malicorne e Saint-Menoux; Saint-Pourçain era un priorato dipendente da Tournus; infine, Le Montet e Saint-Désiré dipendevano dalla Sacra di S. Michele, in Piemonte.La maggior parte degli edifici conservati risale al sec. 12°, con permanenze dell'11° a Souvigny, Saint-Menoux, Saint-Pourçain, Ebreuil, Châtel-de-Neuvre, Saint-Désiré. Le disposizioni icnografiche sono molto varie: le grandi chiese erano precedute da un vasto nartece (Souvigny, Saint-Pourçain, Saint-Menoux, Châtel-Montagne) o da una torre-portico (Ebreuil). Souvigny, uno dei principali priorati cluniacensi, mutua direttamente dalla casa-madre le sue cinque navate e il doppio transetto, scomparso durante i rifacimenti del 15° secolo.Il modello più comune è quello della navata fiancheggiata da due navatelle, talvolta diseguali (Ebreuil, Saint-Pourçain) oppure ridotte a stretti passaggi (Bellenaves), ma si riscontra anche la tipologia a navata unica (Saint-Pierre di Montluçon, Huriel, Neuilly-en-Donjon). Il transetto è in genere sporgente, ma sussistono numerose eccezioni (Saint-Menoux, Châtel-Montagne, Néris-les-Bains), o in alcuni casi è del tutto assente (Malicorne, Vallon-en-Sully, Châteloy). Il coro a deambulatorio e cappelle radiali fu adottato nelle grandi fondazioni (Souvigny, Saint-Menoux, Châtel-Montagne, Sainte-Croix de Gannat). Il capocroce c.d. benedettino, a cinque absidi scalate, si ritrova a Bourbon-Lancy, a Saint-Désiré e può essere ritenuto la disposizione originaria a Bellenaves. Frequente, soprattutto nella valle dello Cher, la pianta con absidiole innestate sul transetto (Colombier, Domérat, Huriel, Saint-Pierre di Montluçon, Ygrande) o poste a prolungare le navatelle (Malicorne, Vallon-en-Sully, Châteloy). La navata centrale è in genere voltata a botte, le laterali a semibotte o a crociera; in alzato si osservano per lo più navate centrali cieche o debolmente illuminate (fanno eccezione le grandi chiese benedettine). I campanili sono caratterizzati da una pianta quadrata e due ordini di arcature, il primo cieco e il secondo traforato; la loro collocazione è variabile: sulla facciata o più frequentemente sulla crociera del transetto, talvolta in un'insolita posizione laterale.La decorazione scultorea è limitata ad alcune lunette (Bellenaves, Neuilly-en-Donjon, Autry-Issards, Meillers) e soprattutto ai capitelli, i cui esempi più interessanti sono quelli di Souvigny, Saint-Menoux e Le Montet. Ancora una volta predomina l'influenza borgognona trasmessa da Souvigny.La pittura murale occupava certamente un posto più importante di quanto non lascino oggi supporre i frammenti del sec. 12° di Ebreuil o Sauzet, in entrambi i casi completati da decorazioni più tarde (secc. 14°-15°).Nell'architettura religiosa, l'arte gotica non ha conosciuto uno sviluppo paragonabile a quello dell'arte romanica. Benché introdotta già alla fine del sec. 12° nelle absidi di Ebreuil e Saint-Pourçain, la tecnica della crociera costolonata per tutto il sec. 13° tese ad adattarsi all'arco a tutto sesto e a forme ancora romaniche. Nei secc. 14° e 15° si lavorò soprattutto alla trasformazione o al riattamento di edifici più antichi bisognosi di restauro. Nella chiesa di Souvigny - divenuta luogo di sepoltura dei duchi di Bourbon con la costruzione delle cappelle sepolcrali di Luigi II (iniziata nel 1373) e di Carlo I (1453-1457), bella opera flamboyante di Jean Poncelet - furono ricostruiti, a partire dal 1432, la parte orientale, il muro meridionale e le volte della navata centrale. Le uniche fondazioni degne di rilievo furono la chiesa di Notre-Dame di Montluçon, avvenuta intorno al 1400 a opera di Luigi II, i cui lavori si protrassero per un secolo, e la collegiata di Moulins, che costituisce il capocroce dell'attuale cattedrale (1468-1507).Nel campo dell'architettura militare, il donjon di Huriel (sec. 12°) può essere collegato agli esempi presenti nella valle della Loira. Nel sec. 13° furono costruite importanti fortezze, soprattutto nelle sedi di castellanie; le principali, Bourbon-l'Archambault, Hérisson, Billy, furono ristrutturate da Luigi II (1356-1410) per fronteggiare gli attacchi inglesi e adattate alle nuove esigenze residenziali con la creazione di grandi sale. Luigi II fece costruire anche i castelli di Moulins e di Montluçon, i cui lavori furono proseguiti dai suoi successori per tutto il 15° secolo. L'incendio che nel 1755 devastò il castello, l'abbandono e i rimaneggiamenti successivi hanno fatto sì che di quel vasto insieme oggi sia rimasta soltanto la grossa torre quadrata chiamata correntemente Mal Coiffée, costruita da Luigi II, e il pavillon rinascimentale restaurato nel secolo scorso.L'architettura civile medievale è rappresentata da qualche antica casa in legno e pietra a Moulins, Montluçon, Gannat, città il cui centro conserva in parte l'originario tracciato viario raccolto intorno al castello e stretto all'interno della cinta muraria, ancora leggibile nel suo andamento. Il beffroi di Moulins, detto Jacquemart in seguito all'installazione, nel 1667, di un sistema di automi sulla sommità, risale al 1408.Quanto alla scultura, il B. conserva alcune pregevoli opere, in particolare figure della Vergine seduta con il Bambino; la più famosa è la Vierge noire, opera lignea del sec. 12° (Moulins, cattedrale). Le tombe dei duchi a Souvigny - soprattutto quella di Carlo I e Agnese di Borgogna, commissionata nel 1448 ed esemplata sui sepolcri di Filippo il Buono e Giovanni Senza Paura nella certosa di Champmol, presso Digione - mostrano, malgrado i danneggiamenti subìti, una veste qualitativamente notevole. Lo scultore lionese Jacques Morel vi ha effettuato una sintesi tra l'arte movimentata ed espressiva delle botteghe borgognone legate a Claus Sluter e un'accentuata dolcezza nel modellato, caratteristica di una corrente che si sarebbe imposta nel corso della seconda metà del 15° secolo. Quest'arte serena ed elegante, vero e proprio momento di transizione tra il Tardo Gotico e il Rinascimento, ebbe nel B. uno sviluppo particolare. Tra il 1480 e il 1503 Giovanni II, Pietro II e Anna di Francia chiamarono alcuni tra i migliori scultori dell'epoca, come Michel Colombe, Jean de Rouen e Jean de Chartres a decorare le proprie fondazioni religiose (collegiata di Moulins, Sainte-Chapelle a Bourbon-l'Archambault) o i propri castelli, da poco ingranditi e trasformati (Moulins, Chantelle).Per quanto riguarda la pittura, alla fine del sec. 15° è da ricordare il Maestro di Moulins (forse Jean Hey), uno dei più capaci artisti del suo tempo in Francia; il suo capolavoro è il trittico della Vergine in gloria (Moulins, collegiata, sacrestia), con la rappresentazione dei donatori Pietro II e Anna di Francia sugli scomparti laterali.Il Mus. d'Art et d'Archéologie di Moulins e alcune chiese della regione (Longvé, Villebret, Jaligny, Varennes-sur-Tèche) conservano numerose opere scultoree interessanti, tra le quali spicca la S. Maddalena della chiesa di Saint-Pierre di Montluçon (sec. 15°).Il Mus. Mun. du Vieux Château di Montluçon e il Mus. Delarue di Gannat, sistemati in antichi castelli, conservano pochi reperti medievali: in quello di Gannat è conservato l'Evangeliario di Sainte-Croix di Gannat, manoscritto del sec. 12°, con un piatto di rilegatura che utilizza una piastra d'avorio carolingia del sec. 9° raffigurante la Crocifissione. La Bibbia di Souvigny, del sec. 12°, è il più pregevole tra i manoscritti miniati conservati a Moulins (Bibl. Publique, 1).
Bibl.:
Fonti. - A. Allier, A. Michel, L'ancien Bourbonnais, 3 voll., Moulins 1833 (1934-19382); A. Huillard-Bréholles, L. de la Marche, Titres de la maison ducale de Bourbon (Inventaires et documents), 2 voll., Paris 1867-1874; J. Cabaret d'Orville, La cronique du bon duc Loys de Bourbon, a cura di A.M. Chazaud, Paris 1876; N. de Nicolay, Générale description du Bourbonnais (1569), a cura di A. Vayssière, Moulins 1889; Chartes du Bourbonnais. 918-1522, a cura di J. Monicat, B. de Fornoux, Moulins 1952.
Letteratura critica. - J. Viple, Histoire du Bourbonnais, Moulins 1923; CAF 101, 1938; M. Génermont, P. Pradel, Les églises de France. Allier, Paris 1938; P. Dupieux, M. Moreau, Histoire du Bourbonnais pour la jeunesse, Moulins 1945; P. Pradel, Michel Colombe, le dernier imagier gothique, Paris 1953; A. Leguai, Histoire du Bourbonnais, Paris 1960; P. Pradel, Notre-Dame en Bourbonnais, Aurillac 1968; C. Sterling, Jean Hey le Maître de Moulins, RArt 1, 1968, pp. 27-33; N. Reynaud, Jean Hey peintre de Moulins et son client Jean Cueillette, ivi, pp. 34-39; P. Pradel, Le premier édifice de la Renaissance en France, MSAF, s. IX, 4, 1969, pp. 243-258; Y. Bruand, L'amélioration de la défense et les transformations des châteaux du Bourbonnais pendant la Guerre de Cent ans, CRAI, 1972, pp. 518-540; CAF 146, 1988.Y. Bruand