Movimento politico che operò in Francia fra il 1648 e il 1653. Esso aveva alla radice il diffuso malcontento per la pressione fiscale, dovuta alla partecipazione francese alla guerra dei Trent’anni. In questo quadro, la F. costituì il tentativo dell’aristocrazia di toga e poi di spada di riconquistare gli spazi e il potere che la politica assolutistica di Richelieu e di Mazzarino le avevano sottratto.
La F. viene comunemente distinta in due momenti: la F. parlamentare (1648-49) e la F. dei principi (1650-53). La prima, derivata dall’attrito fra la corte e il Parlamento che, con le sue ‘rimostranze’, intendeva controllare il potere regio, fu provocata dall’arresto del vecchio presidente P. Broussel (1648), fatto liberare due giorni dopo dalla popolazione di Parigi insorta. Chiuso l’incidente con l’accordo di Saint-Germain, che limitava gli arbitri regi, il conflitto riprese quasi subito e la violenza dei disordini parigini, suscitati in generale dai principi, fu tale che il Parlamento preferì, il 14 marzo, venire a un accordo. Il passaggio del principe di Condé al campo dei nemici di Mazzarino e il suo arresto (1650) fecero scoppiare la F. dei principi: tutti i nemici di Mazzarino, il Parlamento, Paul de Gondi, coadiutore dell’arcivescovo di Parigi, lo stesso Gastone d’Orléans scesero in campo e nel 1651 Parigi fu in mano del principe di Orléans, mentre il Parlamento decretò l’espulsione di Mazzarino dal regno. Sorte discordie tra Parlamento e principi, tra Condé e Gondi, la reggente Anna d’Austria poté migliorare la propria situazione, alla quale un aiuto involontario diede lo stesso Condé, stringendo un patto di alleanza con la Spagna (1651). Condé, sconfitto da Turenne nel sobborgo Saint-Antoine (1652) e alienatisi tutti gli animi per la devastazione, che gli fu attribuita, dell’Hotel de Ville, lasciò Parigi, mentre i membri del Parlamento passarono dalla parte della reggente. La F. finì così con un completo fallimento: Luigi XIV entrò nella capitale nel 1652, Mazzarino nel 1653.