BRACKLEY, sir Thomas Egerton, barone Ellesmere, visconte
Giurista e uomo di stato, nato nel 1540, morto nel 1617; era figlio naturale di sir Richard Egerton di Ridley, Chesire. Quantunque non avesse mai conseguito la laurea in legge, pure si fece un nome eminente come legista tanto che nel 1580 era rettore di Lincoln's Inn. Si racconta che la regina Elisabetta, dopo aver sentito un suo discorso contro la corona, abbia esclamato: "In fede mia, questi non condurrà mai più una difesa contro di me". Nel 1581 divenne attorney, nel 1592 solicitor-general. Fu creato cavaliere nel 1593 e nominato master of the rolls e finalmente guardasigilli il 6 maggio 1596. In quegli anni prese parte ai processi contro Campion nel 1581, contro Maria Stuarda e contro Arundel nel 1588 e contro Perrot nel 1592. Altro suo ufficio politico fu quello di rappresentante della regina nel Parlamento. Nelle faccende legali si fece rispettare da tutti per la sveltezza nel disbrigo di qualunque caso, per la rapida percezione, la profonda sua conoscenza del giure, nonché per l'immutabile cortesia e i modi premurosi che usava verso i suoi clienti. Ebbe una parte eminente dal 1596 negli affari amministrativi quale membro del Consiglio segreto. Quando il conte di Essex, intimo amico suo, cadde in disgrazia, egli tentò invano di dissuaderlo dalle sue follie. Allorché l'Essex ritornò dall'Irlanda, fu affidato fino al luglio 1600 alla custodia del guardasigilli a York House. Il tentativo di ribellione di Essex nel 1601 non ebbe successo, ma il duro compito di condannare l'amico fu risparmiato ad Egerton; comparì soltanto come testimone, e i due si separarono da amici.
Quando Giacomo I ascese al trono, Egerton fu ancora nominato guardasigilli; nel luglio 1603 fu promosso lord cancelliere e nominato pari col titolo di barone Ellesmere. Si dimise allora dall'ufficio di cancelliere generale. Fino alla sua morte (1617), egli appoggiò senza mai smentirsi il principio della Prerogativa regia, come lo esigeva re Giacomo; il fatto che la sua impopolare attitudine politica non gli attirò l'accusa di servilità né diminuì la sua fama di giudice, è una bella prova della sua forza di carattere e della sua indole. Ellesmere appoggiò l'espulsione dei preti puritani nel 1604, e dichiarò illegale il ricorso di riabilitazione; nel maggio 1613 fece rinchiudere nella Torre di Londra il Whitelocke, che aveva negato la legalità della Prerogative Court. Infine egli fu coinvolto in una lunga lite con sir Edward Coxe per i rispettivi diritti delle Corti della legge comune e di equità (Courts of Equity e of Common-law); l'unica della sua vita, nella quale il B. fu forse trascinato alla fine da risentimenti personali.
Nel decidere dello stato giuridico dei Post-Nati (1608), cioè degli Scozzesi nati in Inghilterra dopo l'avvento al trono di Giacomo, egli fu per l'interpretazione più lata; in tal modo tutti gli Scozzesi nati dopo il 1603 ebbero gli stessi diritti degl'Inglesi.
Nel 1617 chiese di potersi ritirare dalla vita pubblica; Giacomo lo nominò visconte B., e nel marzo le sue dimissioni furono accettate. Morì una settimana più tardi. Pare che l'influenza esercitata sui suoi contemporanei sia dovuta più che alla sua dottrina giuridica, alla sua dirittura di carattere. Ben Jonson stesso, che lo descrive "non meno assennato che abile", aggiunge che doveva essere provocato per essere veramente apprezzato. Il Milton, scrisse, negli Arcades, le lodi della sua terza moglie, Alice contessa di Derby, e nel Comus quelle del suo figlio primogenito, John, che divenne poi lord luogotenente del Wales e conte di Bridgewater.
Bibl.: The Egerton Papers, ed. da I. P. Collier (Camden Society, 1840), contengono documenti di famiglia dal tempo di Enrico VIII fino al 1616, riguardanti la vita pubblica di Egerton; e parte della corrispondenza del segretario di stato, minute di proclami, appunti per cause legali, privlegi, ecc., ed istruzioni della regina. Cfr. Cambell, Lives of the Lord Chancellors, II, 174-261; Spedding, Life of Bacon; Hackett, Life of Williams; S. R. Gardiner, Standard histories of Elizabeth and James I's reign, in History of England.