BRAGA (A. T., 39-40)
Città del Portogallo, nella provincia di Entre-Douro-e-Minho. Aveva 21.970 ab. nel 1920 ed è capoluogo di distretto (2693 kmq., 376.141 ab. nel 1920). È situata sopra un'altura (208 m.) tra il fiume Cavado e l'Este, dominante una pianura vasta e fertile. Il suo distretto, dopo quello di Porto, ha la maggior densità di popolazione di tutta la repubblica (140). Braga è la terza città del Portogallo per importanza commerciale e industriale; vi si esercitano le industrie tradizionali dell'oreficeria, dei cappelli di feltro, dei drappi, dei tessuti di lana, di canapa e di cotone e delle armi da fuoco. La campagna è popolata di ville: vi abbondano le querce, le viti, gli aranci che dànno i frutti migliori prodotti nel Portogallo. Ha importanza strategica e vi mette capo una diramazione della linea ferroviaria Lisbona-La Coruña (Spagna).
A quattro chilometrì dalla città, sopra un'altura (400 m.) ricca di vegetazione, sorge il santuario del Bom Jesus do Monte. A due chilometri a sud della collina del Bom Jesus sorge la collina di Sameiro (582 m.), con una cappella dove si venera un'immagine della Vergine portatavi dall'Italia nel 1878.
Monumenti. - Tra i pochi vestigi che ci restano dell'epoca della fondazione della città sono da ricordare soltanto il Quintal do Idolo, una fontana rustica con la figura scolpita del dedicante, e un'edicola del genio protettore Tongoenabiagus; mentre della prima epoca cristiana rimangono, nei dintorni, la cappella di S. Girolamo de Real, costruzione visigota, e nel museo un sarcofago pre-romanico. La cattedrale, di struttura romanica, conserva i portali primitivi. In una cappella laterale vi è custodita la tomba magnifica dell'arcivescovo Gonçalo Pereira, scolpita nel 1336; e l'immagine della Madonna, ch'è la patrona del tempio, può dirsi ottimo esemplare della statuaria trecentesca. La cappella principale fu trasformata in stile gotico iberico della decadenza al principio del sec. XVI; e alla stessa epoca appartiene una cimasa d'altare scolpita in pietra calcare, e trattata come un intaglio in legno. Il coro, pure magnificamente intagliato, è opera del sec. XVIII. La cappella della Concezione, appoggiata a una costruzione turrita, adorna di statue agli angoli e sulla facciata e terminata da una loggia parimenti coronata da statue, appartiene, nel complesso architettonico e nelle sculture, alla prima metà del sec. XVI. Ma la maggior parte dei monumenti religiosi, che sono molti in questa città detta la "Roma portoghese", risalgono solo ai secoli XVII e XVIII. Tra essi sono degni di nota: le chiese della S. Croce, dei Congregati e del Buon Gesù del Monte; l'ospedale di S. Marco, il palazzo arcivescovile che contiene fra l'altro i ritratti di tutti i vescovi di Braga. All'architetto Amarante (1748-1815) sono dovuti in gran parte gli edifici costruiti alla fine del sec. XVII, e specialmente la tipica scalinata del Buon Gesù, spesso imitata nella regione settentrionale del Portogallo.
Bibl.: R. da Cunha, Historia dos Arcebispos de Braga; Contador de Argote, Memorias para a historia eclesiastica do arcebispado de Braga, Lisbona 1732; A. Belino, Archeologia Christã, Lisbona 1900; P. Aguiar Barreiros, A cathedral de Santa Maria de Braga, Porto 1922; A. de Lacerda, A capela de Nossa Senhora da Conceição, Porto 1923.
Storia. - L'età antica. - Bracăra apparteneva all'Hispania Citerior (Tarraconensis), sulla sinistra del Cebadus, nel paese dei Bracares. Nelle iscrizioni (Corp. Inscr. Lat., II, pp. 338, 706, 900, 1140) e negli antichi testi (Itin. Anton.; Tolomeo, II, 6; Anon. Ravenn., IV, 43; Plin., Nat. Hist., IV, 34, 112; Auson., Ordo nob. urb., IX, 6) figura variamente come Bracara Augusta, Bracara, Augusta Bracaria e Bracarum oppidum Augusta; come Bracara figura ancora nelle monete visigotiche (Heiss, Monnaies Wisig., p. 46). Si ignora se sia stata colonia e quando le sia stato conferito il diritto di cittadinanza, ma sappiamo che era iscritta nella tribù Quirina e che da essa prendeva nome un conventus iuridicus della provincia Asturia et Gallaecia, di cui era il maggior centro religioso (A. Fernandez-Guerra, Las diez Ciudades, in Rev. arch. e histor., I, 1897, p. 81; cfr. Koinemann, in Beitr. zur alt. Gesch., III, 1903). Due iscrizioni (Corp. Inscr. Lat., II, 2424, 2428) ne ricordano i decuriones e un sodalicium urbanorum.
Il titolo di Augusta le fu conferito da Augusto medesimo, come risulta dalla base iscritta di un monumento a quell'imperatore, esistente nel museo locale.
Gli antichi itinerarî segnano quattro strade romane che portavano ad essa (cfr. M. Capella, Milliarios do Conventus Bracaraugustanus, Porto 1895). Quella che veniva da Asturica Augusta fu costruita fra gli anni 70-80 a. C.: il milliario superstite più antico, presso Braga, è del 77. Lungo una di esse, non lungi da Bracara Augusta, era la stazione termale di Aquae Querquernae (Baños de Bande), ricordata da Tolomeo (II, 6, 47), da Plinio (III, 28), dall'Anonimo Ravennate e da alcune iscrizioni (Corp. Inscr. Lat., II, 2477 e p. 640); ne restano diverse rovine.
Ausonio (l. c.) la ricorda fra le più nobili città della Spagna: Quaeque sinu pelagi iactat se Bracara dives. Dovette essere anche un centro notevole di commercio, poiché vi sono iscrizioni che ricordano cives romani qui negotiantur Bracarae Augustae. Restano tuttora di essa un tratto delle mura romane, alcune rovine di un tempio, di un anfiteatro e di un acquedotto e molti documenti epigrafici e architettonici esistenti nel museo locale (A. Bellino, Ciudades mortas, in O arch. Port., 1909, p. 1; cfr. pure P. A. de Azevedo, Noticias archeol., ibid., 1897, p. 247). All'est di Bracara Augusta era pure la stazione termale di Aquae Flaviae (Chaves) ricordata da Tolomeo (II, 6, 40), nell'Itin. Anton. e in alcune iscrizioni (Corp. Inscr. Lat., II, pp. 344 e 706): lungo la strada romana che la congiungeva a Bracara (Corp. Inscr. Lat., II, 4779-83) fu costruito ed è giunto sino a noi, in parte nella sua costruzione originaria, un ponte romano di 18 archi dell'età traianea; un'iscrizione (Corp. Inscr. Lat., II, 2478) infatti ricorda che Imp. Caes. Nervae Traiano Augusto... Aquiflavienses pontem lapideum de suo faciendum curaverunt (Fernandez-Guerra, op. cit., p. 83).
Anche nell'alto Medioevo - pur fra la decadenza generale - la città continuò ad avere una certa preminenza fra i centri urbani della regione. Specialmente l'assidua opera missionaria dei suoi vescovi (dal sec. V arcivescovi) le conferì una notevole importanza; va sopra tutti ricordato il vescovo S. Martino (detto anche di Dumio), originario della Pannonia, insigne anche come scrittore di cose ecclesiastiche. Egli fu uno dei promotori del secondo concilio convocato a B. nel 572, che - oltre a risolvere varie questioni dottrinali - portò anche alla conversione dall'arianesimo al cattolicesimo dei nuovi padroni di Braga, gli Svevi, che l'avevano conquistata alla fine del sec. V e fatta capitale del loro regno. Distrutto questo e assorbito dai Visigoti, dopo una battaglia combattuta lì presso (585), la città mantenne anche sotto la nuova dominazione la preminenza ecclesiastica, anche su alcune diocesi della Spagna (di León, delle Asturie). Cominciò a decadere sotto il dominio degli Arabi, dalla metà del sec. VIII. Riconquistata da Ferdinando I di Castiglia-León nel 1040, fu data in feudo ai marchesi di Portogallo, che ne fecero la loro residenza fra il 1093-1147. Dopo che il centro della vita politica di questo paese si andò spostando verso Coimbra e Lisbona, l'importanza di Braga andò lentamente diminuendo e la sua storia non presenta più nulla di singolare.