BRǍILA (A. T., 79-80)
ILA Città della Romania, situata sulla riva sinistra del Danubio, a 20 m. s. m., a 170 km. dalla foce di Sulina. È il porto più importante della Valacchia, grande centro d'esportazione del grano, con magazzini che ne possono contenere 300.000 tonnellate. La parte centrale della città ha aspetto prettamente europeo, mentre i sobborghi hanno piuttosto un aspetto orientale. Brăila è congiunta con Bucarest da una linea ferroviaria che passa per Buzău e Ploeşti; mentre un'altra ferrovia la collega con Galati, una tramvia elettrica col Lac Sărat, dove si trovano sorgenti minerali e bagni di fango assai frequentati. La popolazione di Brăila, che era di circa 66.000 abitanti nel 1920, ora, forse, raggiunge i 100.000 abitanti.
Storia. - La città è sorta da un villaggio di pescatori. Prese il nome, probabilmente, dal fondatore Brăilǎ (da Brae). Forse già prima della creazione del principato di Valacchia, la località era in qualche rapporto con quei piccoli stati che si trovano dal sec. XI nella Dobrogea odierna, e con quella misteriosa città di Vicina, che era la residenza di un vescovo e uno dei porti dominanti le foci del Danubio. Nel 1445 si parla già di Brǎila come di una località importante. Una lettera dei magistrati, una ventina d'anni dopo, mostra l'energia con cui questi cittadini sapevano rintuzzare le prepotenze dei Moldavi, che cercavano d'imporre altri signori al principato della Valacchia. Verso il 1550, i Turchi, già possessori di tutta la riva sinistra del Danubio, se ne impadronirono e ne distrussero ben presto la prosperità. Da allora Brăila non fu che uno dei luoghi per i quali si esportavano a Costantinopoli le ricchezze di una provincia vassalla. A Proilavo, nome greco della città, risiedette un vescovo, che aveva la sorveglianza su tutta questa parte di cristianità danubiana sottomessa al sultano. Qualche volta i principi valacchi assalirono e incendiarono questo nido turco, come già il moldavo Stefano il Grande nel 1470. Tornata sotto il governo valacco per la pace russo-turca di Adrianopoli, nel 1829, Brăila fu totalmente ricostruita secondo un piano moderno. Ben presto vascelli genovesi si mostrarono nel suo porto e una popolazione operosa di Greci ne formò la nuova borghesia commerciale, presto snazionalizzata in gran parte. I Bulgari vollero farne, nel 1841, il punto di partenza della loro rivoluzione nazionale. Tra gli Italiani stabiliti a Brăila vi era la famiglia del poeta Arturo Graf, che vi pubblicò il primo volume di versi. I diritti della commissione delle Bocche del Danubio furono estesi dalla conferenza di Londra fino a Brăila, ma queste decisioni non furono mai accettate ed eseguite dallo stato romeno.