Brasilia
La città del futuro
Dal 1960 Brasilia ha sostituito Rio de Janeiro come capitale del Brasile. Costruita nell'interno del paese, sull'altopiano di Goiás, Brasilia è una città interamente nuova, sorta dal nulla in soli quattro anni. Nel 1987 è stata dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità. Concepita per 600.000 abitanti, Brasilia ha visto più che triplicare negli anni la sua popolazione e numerose 'città satellite' sono sorte caoticamente alla sua periferia.
Rispetto ad altre grandi città che hanno alle spalle una storia millenaria o secolare, Brasilia è quasi una neonata. La città è stata fondata soltanto nel 1960, progettata da cima a fondo 'a tavolino': il luogo in cui sorge, la disposizione dei suoi quartieri, il numero di abitanti, tutto è stato stabilito in anticipo. L'idea di creare una capitale nell'interno del Brasile non era nuova. La prima proposta in questo senso fu avanzata già nel 1789 dai colonizzatori portoghesi che desideravano promuovere lo sviluppo del loro impero coloniale. I grandi centri urbani e la maggior parte delle attività commerciali, infatti, erano e rimasero per lungo tempo limitati alla fascia costiera del Brasile, mentre l'interno restava poco sfruttato e quasi spopolato.
La prima Costituzione del Brasile repubblicano, scritta nel 1891, stabiliva che un'area di 14.400 km2, chiamata Distretto Federale, fosse riservata alla fondazione di una nuova capitale. Sarebbero però passati molti anni prima che questo progetto si traducesse in realtà. Una prima pietra simbolica fu collocata nel 1922, ma solo nel 1956 furono avviati i lavori, che si conclusero a tempo di record: in soli quattro anni il Brasile aveva la sua nuova capitale.
Il sito scelto per costruire Brasilia, sulle sponde di un lago artificiale, dista 1.015 km da San Paolo e 1.148 km da Rio de Janeiro. La città fu progettata dall'urbanista Lucio Costa, ma la maggior parte degli edifici si deve all'architetto Oscar Niemeyer. Brasilia ha una pianta a forma di aeroplano, con le due ali costituite da una strada principale fiancheggiata da palazzine, e da un'altra grande strada con banche, alberghi, ministeri e altri uffici. All'estremità orientale di questo viale si trova una piazza con i principali edifici pubblici.
Grazie a un'efficiente rete stradale, la nuova capitale ha senza dubbio contribuito a unificare il paese e ha spinto a valorizzare le immense risorse del suo interno, anche se l'altopiano su cui sorge continua a essere poco popolato. Nel 1987 Brasilia è stata dichiarata dall'UNESCO patrimonio culturale dell'umanità. La nuova capitale, però, non ha mai soppiantato Rio de Janeiro o San Paolo come principale centro politico e culturale del paese, e soprattutto non è riuscita a conquistare il cuore dei suoi abitanti, che la considerano anonima e ben lontana dalla 'città a misura d'uomo' sognata dagli urbanisti. I suoi critici l'hanno definita "città da tre giorni": chi se lo può permettere, infatti, soggiorna nella capitale dal martedì al giovedì e poi vola verso altri centri che offrono una vita sociale più allettante per trascorrere lunghi fine settimana.
Il problema più grave è la proliferazione nelle aree periferiche di una vasta rete di città satellite, o meglio di sobborghi-dormitorio, cioè di abitati che hanno le dimensioni di una città, ma che dipendono per i servizi e le possibilità di lavoro dalla città principale, attorno alla quale si sviluppano. La vera e propria città di Brasilia conta oggi oltre due milioni di abitanti, più del triplo dei 600.000 previsti originariamente; ma se si considera tutta l'area metropolitana, si arriva a 3.200.000 persone. La città attira, infatti, ingenti flussi di immigrati dalle campagne o dai centri minori dell'interno del paese, che si ammassano in quartieri costruiti in modo disordinato e in bidonville, in stridente contrasto con l'accurata pianificazione del nucleo originario della capitale.