BIANCHI, Brunone
Nato a Figline Valdarno nell'ottobre 1803, da famiglia non agiata, fu avviato agli studi classici; forse proprio per poter proseguire tali studi entrò nel seminario di Fiesole, dove, presi gli ordini, si dedicò all'insegnamento. Di qui passò a Firenze in un istituto privato, dopo essere stato allontanato da Fiesole per avere, a quanto pare, manifestato idee liberali; si impiegò come correttore di bozze nella stamperia Cambiagi e passò poi in quella del Borghi.
Ben presto, per i suoi interessi letterari, il B. entrò in contatto con l'ambiente culturale fiorentino di tendenza liberale moderata e ne subì l'influsso, in particolare del Lambruschini e del Capponi; alle idee di quest'ultimo egli si rifece in seguito nel dettare i criteri per la quinta edizione del Vocabolario della Crusca.
La sua attività letteraria, ostacolata dalle strettezze economiche, si avviò a risultati concreti con la pubblicazione (1844) delle Aggiunte alle Note di Paolo Costa alla Divina Commedia, che, a partire dalla quinta edizione (Firenze 1857), divennero un commento tutto suo e nel 1868 arrivarono alla settima edizione. Dopo l'edizione critica delle Opere del Firenzuola (Firenze 1848) e della Vita del Cellini (ibid. 1852) l'ingegno filologico del B. (per quanto non del tutto sicuro e messo in dubbio, fra gli altri, da R. Bonghi) trovò riconoscimento nell'elezione a socio della Accademia della Crusca (18 giugno 1856). Appena quattro mesi dopo, il 14 ottobre, veniva eletto vicesegretario dell'Accademia: subito ne prendeva in mano le redini, dando decisivo impulso alla citata quinta impressione del Vocabolario.
Quest'impresa si trascinava dal 1843, e da quell'anno erano usciti appena sette fascicoli, per di più aspramente criticati. Il B. convinse i colleghi che la cosa migliore era annullarli, e ricominciare: e fu lui a dettare i criteri del nuovo lavoro e ad accelerarne i tempi. Al primo volume, uscito a Firenze nel 1863, egli premise una prefazione (pp. I-XXIV) in cui illustrava, con garbo e semplicità insoliti per materie così aride, i criteri seguiti. Abbandonando decisamente le ormai superate teorie cesariane che avevano guidato la quarta impressione (1806-11), il B. relegò in un Glossario le voci antiquate e accolse nel Vocabolario soltanto le voci dell'uso vivo, letterario nazionale e parlato toscano. Così la tradizione cruschevole non solo capitolava di fronte alle teorie degli antichi avversari, il Perticari e gli altri dell'Istituto milanese, poiché ammetteva voci di autori "toscani e non toscani, antichi e moderni", ma persino concedeva qualcosa, sia pure con ogni cautela, alle più recenti idee manzoniane, accogliendo nel Vocabolario anche voci dell'uso toscano parlato non autorizzate dalla tradizione letteraria.
Dopo la fine del granducato di Toscana il B. espresse, anche pubblicamente, come nella commemorazione dei caduti di Curtatone e Montanara, da lui tenuta nella chiesa di S. Croce il 4 giugno 1860, le proprie convinzioni politiche. Il suo atteggiamento, favorevole ad una conciliazione fra religione e patria, fra fede e libertà, gli alienò le simpatie della gerarchia ecclesiastica. Quando, infatti, nel 1865, già canonico della basilica di S. Lorenzo in Firenze, fu eletto dal capitolo e quindi nominato dal re priore mitrato di quella stessa basilica, l'arcivescovo mons. Limberti rifiutò l'istituzione canonica.
La controversia si trascinò a lungo con una causa davanti al Consiglio di stato, promossa dal ministro dei Culti, il quale aveva denunciato come abusivo il rifiuto dell'arcivescovo. Le varie fasi di questa causa trovarono un'eco nella stampa dell'epoca: in particolare l'Esaminatore, il giornale fiorentino che esprimeva le idee del clero patriottico-nazionale, prese a cuore le vicende del B. e ne difese strenuamente la posizione (III [1866], nn. 4, 14, 15).
Il B. morì a Firenze il 17 genn. 1869.
Bibl.: R. Bonghi,Perché la lett. ital. non sia popolare in Italia, Milano 1873, pp. 33ss.; M. Tabarrini,Vite e ricordi d'Italiani ill. del sec. XIX, Firenze 1884, pp. 130 ss.; G. Rigutini,Elogio di B. B., in Rass. naz., XXIV(1902), pp. 260 ss.; R. Berlingozzi, B. B., per Nozze Fritelli-Becattini, Montevarchi 1910; P. Barbera,Dantisti e dantofili: B. B., in L'Ape, n.s., LXVII (1921); G. Mazzoni,Dai rapporti accademici di Brunone Bianchi, in Studi di filologia italiana, IV(1936), pp. 43-109; A. Vallone,La critica dantesca nell'Ottocento, Firenze 1958, pp. 140 s.