Bullettino della Società Dantesca Italiana
. Periodico italiano, organo della Società Dantesca Italiana (1888). Iniziò la pubblicazione nel 1889. Gli studiosi che lo vollero realizzato, uomini tutti di grande ingegno e dottrina, si erano prefissi di ovviare alla mancanza in Italia di un periodico dantesco che unisse alla metodicità del lavoro e alla chiarezza del programma, garanzie di serietà.
Il compito primo assegnato al B. è fissato nell'atto di nascita di esso, stilato dal Biagi, dal Franchetti e dal Nencioni, Per la pubblicazione di un Bullettino (n. 1 [1890] 29-30): " ... seguire il movimento degli studi danteschi, avviare ricerche e discutere sul lavoro della Società ". Con la Relazione... sull'edizione delle opere di D. (ibid. 25-28), frutto della collaborazione di tre insigni studiosi, A. Bartoli, A. D'Ancona, I. Del Lungo, e con il ‛ canone ' dei luoghi scelti della Commedia per lo spoglio dei manoscritti (n. 5-6 [1891] 25-38), la Società Dantesca poneva su un piano di serietà scientifica la preparazione del testo critico della Commedia. Confermate come, punto di partenza - dell'esplorazione e valutazione di tutta la tradizione manoscritta le " varianti lessicali di senso ", già assunte dal Bartoli e dal Monaci a validi testimoni per l'individuazione dei manoscritti e delle famiglie in cui si aggregano, veniva rivolto a tutti gli studiosi l'invito a " spogliare le rispettive lezioni " e, per l'interesse della filologia dantesca, ad " esercitare le proprie osservazioni " sui codici esaminati (1 [1890] 26). Il B., inoltre, si assunse esplicitamente l'impegno di affiancare l'opera di ricerca e di studio fornendo " notizie di fatto, informazioni letterarie, storiche, geografiche, quant'altro possa essere d'aiuto agli studiosi ". Il lavoro, con tanto entusiasmo iniziato, non giunse a compimento: necessitava di ricerche oscure, senza gloria, alle quali non tutti erano disposti. Le bibliografie annuali invece, affidate per la prima serie a M. Barbi e da questo condotte secondo un piano unitario, con la coscienza precisa degli scopi da raggiungere, costituirono un apporto veramente fondamentale allo sviluppo della critica dantesca: non si limitavano alla pura e semplice bibliografia, ma informavano criticamente, con rettifiche e aggiunte profonde e acute, su tutto ciò che poteva giovare agli studi sulla vita e le opere di Dante.
L'esperimento di pubblicazione diretta durò tre anni (prima serie, n. 1-18). Nel 1893 la direzione della nuova serie fu affidata al Barbi, con facoltà di trasformare il B. da raccolta di studi e atti in rassegna critica, in quanto " fu manifesta l'opportunità di prender parte più diretta nel movimento degli studi, per indirizzarlo su via 'più sicura a meta migliore ". Seppure legato ai particolari argomenti di quanto veniva stampato e spesso costretto a lottare " per rompere pregiudizi, mostrare l'inutilità di certe questioni, richiamare sulla retta via i disviati ", il periodico si tenne sempre lontano " da ristrettezze di propositi e di criteri ". Così ebbe a scrivere lo stesso Barbi, il quale si preoccupò di chiamare a collaborare studiosi che offrissero sicure garanzie di giudizio sereno e illuminato. Nel 1906 la direzione del B. fu assunta dall'amico fraterno del Barbi, E.G. Parodi, che la tenne sino al 1921 (voll. XIII - XXVIII), quando la Società decise di far cessare la pubblicazione e di sostituirla con gli " Studi danteschi ". L'ultimo volume, datato 1921, apparve nel 1923, dopo la morte del Parodi: alcune note vennero da lui composte nel 1922.
Senza staccarsi dalla linea fissata e seguita dal Barbi nei tredici anni della sua direzione, il Parodi indirizzò il B. verso temi sempre più vasti di discussione e verso più complessi interessi culturali. Il suo personale apporto, come già quello del Barbi, contribuì ulteriormente al progresso degli studi danteschi. A volte la recensione era solo lo spunto per precisare, completare, rifinire, e si trasformava in un lavoro del tutto originale. Di ciò sono esempio gli articoli: Il comico nella D. C. (XVI [1909] 161-215); Sulla data della composizione della Commedia (XV [1908] 1-51), in cui dalla questione cronologica si risale all'indagine psicologica, con osservazioni finissime sul tono artistico delle tre cantiche; le rassegne sulle Lecturae Dantis (VIII [1901] 89-103, 281-290; IX [1902] 97-107; XI [1904] 177-194; XII [1905] 321-331; XIII [1906] 241-270; XXIV [1917] 1-57; XXV [1918] 1-33) che sono al Parodi pretesto per porre uno schema base e tracciare la linea di sviluppo di un commento alla Commedia.
Le ricerche sulla tradizione manoscritta interessano tutta l'area delle opere dantesche, dalle Rime alla Commedia, della quale sono stati pubblicati, tra gli altri, spogli dei codici veneziani, riccardiani, dei Cento. La questione dell'attribuzione delle Epistole (VII [1900] 59-68; VIII [1901] 137-164; IX [1902] 273-279; XII [1905] 121-174) e della Quaestio (XIII [1906] 52-71; X [1903] 388-400; XIV [1907] 250-255; XVI [1909] 161-175) vi fu ampiamente dibattuta. La cultura, specie quella astronomica e scientifica, le concezioni estetiche, politiche, sociali, religiose - elementi questi assai utili per risolvere questioni di autenticità e illustrare dottrine delle opere minori - le fonti biografiche, l'ambiente storico, la famiglia, gli amori, il traviamento, le amicizie, la vita civile, l'esilio, la figura morale e intellettuale, la fortuna in Italia e fuori, la cronologia delle opere, la lingua e lo stile di D. sono stati tutti argomenti di studio amoroso e attento. Anche quando non sono stati raggiunti accettabili risultati, il B. ha il merito di avere posto il problema, sommosso le acque, spianato la via per ulteriori ricerche e approfondimenti.
Coloro che, oltre al Barbi e al Parodi, contribuirono con la loro competenza specifica a quest'opera meritoria furono: E. Angelitti, G. Boffito, M. Casella, T. Casini, V. Cian, R. Davidsohn, F. D'Ovidio, I. Del Lungo, A. Della Torre, A. Fiammazzo, F. Flamini, G. Mazzoni, S. Morpurgo, M. Pelaez, F. Pellegrini, F. Pintor, M. Porena, P. Rajna, F. Tocco, L. Rocca, V. Rossi, E. Rostagno, M. Scherillo, F. Torraca, G.A. Venturi, N. Zingarelli.
Ancor oggi il periodico rimane uno " dei maggiori monumenti della filologia dantesca ", una specie di ‛ summa ' o enciclopedia alla quale è necessario e doveroso ricorrere ogni qual volta si affronta un problema dantesco. La consultazione della vasta materia è resa agevole e rapida dagl'indici preparati con cura minuziosa nella Bibliografia ragionata da M. Barbi per gli anni 1889-1893; e inoltre da F. Pintor, Indice decennale, Nuova serie: voll. I - X, 1893-1903, pref. di M. Barbi, Firenze 1912; da G. Sgrilli, Indice degli anni 1904-1921, Nuova Serie: voll. XI-XX VIII, pref. di M. Casella, ibid. 1951.
Bibl. - M. Barbi, Un cinquantennio di studi danteschi (1886-1936), in Problemi fondamentali per un nuovo commento della D. C., Firenze 1956, 141-159; F. Maggini, La critica dantesca dal '300 ai nostri giorni, in Questioni e correnti di storia letteraria, Milano 1949, 148-149; A. Vallone, La critica dantesca contemporanea, Pisa 1953, 137; ID., La critica dantesca nell'Ottocento, Firenze 1958, 32-33. Utili riescono, per la storia del B. e per il suo contributo agli studi danteschi, le prefazioni agli Indici, e Assumendo la direzione del Bullettino, di E.G. Parodi (XII [1906] 1). Il Barbi, in Problemi, e il Parodi, in Poesia e storia nella D.C., Napoli 1921, Venezia 19652, hanno raccolto quasi tutti i loro articoli apparsi sul B.; altri contributi del Parodi sono stati inseriti nei due volumi di Lingua e letteratura, Venezia 1957, da G. Folena, che in un terzo volume, in due torni, Studi sulle opere minori di D.; Altri studi sulla D.C., darà posto a un altro gruppo di articoli apparsi sul " Bullettino ".