Buondelmonti
. Famiglia magnatizia fiorentina, inurbatasi verso la metà dell'XI secolo. Cacciaguida, in Pd XVI 66, ricorda questo fatto che fa risalire all'errato atteggiamento della Chiesa e dei guelfi nei confronti dell'imperatore: Se la gente ch'al mondo più traligna / non fosse stata a Cesare noverca / ... sariesi... in Valdigrieve i Buondelmonti. Per D. infatti i B. sono particolarmente colpevoli del disordine della città in quanto per l'uccisione di un membro della loro casa (vedi B. BUONDELMONTE) ebbe tradizionalmente origine la scissione fra guelfi e ghibellini in Firenze.
Culla della famiglia fu il castello di Montebuoni in Val di Greve, dal cui nome deriva il cognome B. (originariamente essi infatti erano chiamati Montebuono, solo in un documento del gennaio 1052 compare un " Bono de Monte "). Il primo membro della famiglia di cui abbiamo notizia è un Ranieri di Montebuoni la cui vedova Gisla, nel 1048, acquistò una casa dentro le mura di Firenze. Il loro definitivo inurbamento si fa comunque risalire alla distruzione del castello di Montebuoni (23 ottobre 1135), a opera delle armate fiorentine. Avvenne infatti che durante l'assedio del castello di Montegufoni in Val di Pesa, di, proprietà degli Ormanni, Rainieri di Montebuoni, che quale feudatario del vescovo di Firenze partecipava all'impresa, defezionò fortificandosi nel suo castello; prendendo questo pretesto i Fiorentini distrussero questa fortezza che, data la sua posizione strategica, controllava la via che conduceva da Firenze a Siena. I B. tuttavia non. furono privati dei loro possessi feudali, pur subendo alcune restrizioni. La loro potenza in città andò comunque sempre aumentando: furono protagonisti delle lotte di parte come esponenti dei guelfi, e seguendo le vicissitudini della fazione aumentarono in varie circostanze il loro potere; loro nemici irriducibili furono gli Uberti. Alcuni dei B. inoltre raggiunsero alte cariche sotto i primi Svevi; altri al contrario furono al seguito degli Angioini.
Bibl. - Gran copia di notizie sui B.; si ricavano dalle cronache di G. Villani, Cronica IV 13, VI 33, 89, VIII 1, 39, X 181, XII 9; D. Compagni, Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi II 24; inoltre N. Ottokar, Il comune di Firenze alla fine del Dugento, Torino 1962, 49, 60, 97; G. Salvemini, Magnati e popolani in Firenze dal 1280 al 1295, Milano 1966, 9, 26, 54, 67; e, fondamentale, Davidsohn, Storia, passim.