Vedi Burkina Faso dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
Il Burkina Faso, chiamato Alto Volta fino al 1984, è uno stato piccolo e popoloso dell’Africa occidentale. Fino al 2014, la sua stabilità era dovuta all’egemonia politica del partito dell’ex presidente, Blaise Compaoré, salito al potere nel 1987, a seguito dell’omicidio dell’amatissimo presidente Thomas Sankara, di cui Compaoré era il numero due. Compaoré è stato sempre rieletto, l’ultima volta nel novembre del 2010 con l’80% delle preferenze. Nel maggio 2013, l’Assemblea nazionale ha approvato una legge per l’istituzione del Senato, composto da 89 seggi, di cui 29 nominati dal presidente, 39 dai governatori e 21 destinati ai rappresentanti della società civile. Attraverso il nuovo Senato Compaorè aveva cercato di imporre una modifica costituzionale che gli permettesse di estendere il suo mandato oltre il termine previsto per la fi ne del 2015. Proprio una tale eventualità ha scatenato proteste popolari sempre più diffuse, sfociate tra l’ottobre e il novembre del 2014 in vere e proprie rivolte diffuse in tutto il paese. Le manifestazioni hanno portato Compaoré alle dimissioni il 31 ottobre e, dopo un periodo transitorio, la Presidenza è stata assunta dall’ex diplomatico Michel Kafando, che ha il compito di guidare il paese verso nuove elezioni presidenziali nel 2015. La popolazione burkinabé, che deriva dai due maggiori ceppi culturali dell’Africa occidentale, i voltaici e i mande, è storicamente integrata. I mossi, appartenenti al primo gruppo, sono stati per secoli l’etnia maggioritaria e hanno detenuto il potere tramite un regno durato più di otto secoli. Oggi la gran parte della popolazione risiede nella zona centromeridionale del paese. Con un’età mediana pari a 17 anni ed il 45,5% della popolazione sotto i quattordici anni, il Burkina Faso è l’ottavo stato più giovane al mondo. Nonostante il Burkina Faso sia uno dei paesi più poveri al mondo, la sua economia è in crescita, trainata dalla ripresa del settore del cotone e dalla messa in produzione di nuove miniere d’oro, il principale prodotto esportato. Nel 2014 il pil è cresciuto del 6,7% e si prevede che manterrà questo tasso nel 2015. Il governo sta lavorando a una nuova strategia per combattere la povertà, rendendo più efficiente il sistema fiscale; tuttavia l’alto tasso di corruzione all’interno delle istituzioni pubbliche rende difficile l’accettazione di queste politiche da parte della popolazione. Il Burkina Faso dipende fortemente dalle importazioni e dalle rimesse provenienti dalla Costa d’Avorio, la cui precaria stabilità ha convinto il governo di Ouagadougou a cercare di diversificare le importazioni rafforzando il proprio legame con il Ghana, paese verso cui è anche diretta una quota non indifferente delle esportazioni. La Costa d’Avorio riveste comunque una notevole importanza per il Burkina Faso anche in termini politico-sociali, in ragione dell’ampia minoranza burkinabé residente oltreconfine. La ripresa del prezzo dei minerali ha rinnovato l’interesse da parte degli investitori stranieri, attirati dalle ingenti riserve di oro, ferro, zinco e argento disponibili nel sottosuolo. Nel biennio 2012-13, in seguito alla crisi in Mali, in cui Compaoré ha giocato con alterne fortune il ruolo di mediatore per conto dell’Ecowas, almeno 50.000 persone hanno trovato rifugio in Burkina Faso. L’area di insediamento dei tuareg, coinvolti nella crisi maliana, tocca anche il territorio nazionale. Ouagadougou ha inviato un contingente a sostegno dell’intervento militare francese e coopera sempre più intensamente con gli alleati occidentali (Francia e Usa, ma di recente anche l’Italia) contro la minaccia dei gruppi terroristi jihadisti attivi nella fascia saheliana, che potrebbero mettere a rischio la sicurezza del paese.