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BURKINA FASO

di Paola Morelli, Pierluigi Valsecchi - Enciclopedia Italiana - V Appendice (1991)
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BURKINA FASO

Paola Morelli
Pierluigi Valsecchi

Il 4 agosto 1984 l'Alto Volta (v. II, p. 725; App. III, i, p. 77; IV, i, p. 108), repubblica indipendente dal 1960, ha assunto il nome di B. F. (che significa "patria dei veri uomini"). Precedentemente distinto in 10 dipartimenti è ora suddiviso in 30 province amministrative; la popolazione complessiva al 1988 era di 8.530.000, con una densità di 31 ab. per km2, con l'eccezione della provincia di Kadiogo ove la presenza della capitale, Ouagadougou (442.223 ab.), porta la densità a 400 ab. per km2. Nel Nord del paese la popolazione, dedita al nomadismo pastorale, non raggiunge i 20 ab. per km2, mentre valori inferiori a 5 si osservano nella fascia sud-orientale: qui l'ambiente naturale è particolarmente ostile, abbondano le piogge che oscillano tra i 1000 e i 1500 mm annui, le malattie infettive hanno carattere endemico. La struttura della popolazione pone in rilievo l'elevata presenza delle classi giovani (il 45% non supera i 15 anni); il coefficiente di accrescimento annuo si attesta sul 2,6% (media 1980-88), la speranza di vita alla nascita è tuttora particolarmente bassa: poco meno di 44 e di 47 anni rispettivamente per maschi e femmine. La metà della popolazione è formata da Mossi, prevalentemente dediti all'agricoltura e all'allevamento; seguono i Mandingo e i Fulbe (7% e 10%), i Lobi e i Bobo (entrambi con valori pari al 7% ciascuno), i Sénoufo e altre etnie. Continuano a prevalere gli animisti (45%) rispetto ai musulmani (43%), ridotta è la presenza di cristiani. Elevatissimo è il tasso di analfabetismo che interessa il 91% della popolazione.

Il B. F. continua a essere uno dei paesi più poveri del mondo e il ripetersi di annuali siccità ha contribuito ad aggravare una situazione già compromessa. La continentalità del paese e la sua lontananza dalla costa rafforzano la tradizionale vocazione agricola e pastorale. L'attività primaria occupa più dell'80% della popolazione e contribuisce al 45% del prodotto interno; le aree arative superano di poco il 10% della superficie totale, mentre i prati e i pascoli si estendono su una superficie quasi quadrupla e le foreste impegnano il 25% del territorio. Le produzioni prevalenti, tipiche del clima tropicale a due stagioni, sono destinate al consumo interno e comprendono miglio, sorgo, mais, riso, batata e manioca. Le colture del cotone, delle arachidi e del sesamo alimentano invece una buona corrente di esportazioni. Rilevante è il patrimonio zootecnico (2,8 milioni di bovini, 5,2 milioni di caprini, 2,9 milioni di ovini, 500.000 suini e 200.000 asini), destinato ai mercati internazionali.

Marginale è il contributo dell'industria estrattiva nonostante la presenza di tre importanti risorse: l'oro a Poura, a sud-est di Bobo-Dioulasso; il manganese presso Tambao, il cui giacimento è ritenuto tra i più estesi del mondo; lo zinco e l'argento rilevati recentemente a Perkoa, presso Koudougou. Il 14% del prodotto interno proviene dall'industria manifatturiera incentrata sulla trasformazione dei beni agricoli (cotone, birra, tabacco e zucchero) e sulla lavorazione dei manufatti destinati al lavoro rurale. L'energia elettrica installata è pari a 59.000 kW e la produzione tocca i 125 milioni di kWh.

La valorizzazione di alcune località turistiche (come la riserva di caccia di Diapaga e quella faunistica di Arly) trova ostacolo nella carenza di strutture ricettive e nella inefficiente rete di comunicazioni.

La principale linea ferroviaria è ancora l'Abidjan-Niger, che collega le capitali del B. F. e della Costa d'Avorio (517 km), e il suo prolungamento di circa 100 km verso Dousin e Kaya, al Nord del paese. Su quasi 11.300 km di strade soltanto il 12% sono asfaltate; a Ouagadougou e a Bobo-Dioulasso sono attivi due aeroporti internazionali.

Bibl.: B. Hopkins, Forest and savannah: an introduction to tropical plant ecology with special reference to West Africa, Londra 1965; A. Seck, A. Mondjannagni, L'Africa Occidentale, trad. it. Milano 1970; Istituto Italiano per l'Africa, L'Africa: profilo geografico e storico del continente, Roma 1971; H. P. White, M. B. Gleave, An economic geography of West Africa, Londra 1971.

Storia. - Con la Costituzione del 1977 il generale S. Lamizana tornò a un governo civile; nel 1978 venne eletto Presidente e si tennero contestate elezioni legislative. In un quadro di grave carenza alimentare, di esasperato contrasto tra fazioni e di continue agitazioni sindacali, il colonnello S. Zerbo assunse il potere con un colpo militare incruento il 25 novembre 1980. Un nuovo gabinetto civile-militare cercò di disciplinare le esplosive rivendicazioni dei sindacati. I tentativi di mediazione fallirono e il 7 novembre 1982 un sanguinoso colpo di stato condotto da sottufficiali instaurò un Conseil de Salut du Peuple (CSP), con a capo il sergente-maggiore J. B. Ouedraogo, che prese posizioni radicali a favore del diritto di sciopero. Nel gennaio 1983 il capitano Th. Sankara, già membro del precedente governo di Zerbo ma licenziato per il suo radicalismo, fu nominato Primo ministro, ma in maggio Ouedraogo, timoroso del suo crescente seguito, tentò di arrestarlo, provocando minacciose reazioni nell'esercito.

Il 4 agosto Sankara attuò un cruento colpo di mano, arrestò Ouedraogo e i moderati, e annunciò una svolta rivoluzionaria assumendo una posizione anti-occidentale.

Installato un Conseil National de la Révolution (CNR) di 15 civili e 5 militari (età media 30 anni), Sankara diede il via alla sua rivoluzione, connotata più da un radicale moralismo populista che non da marxismo dottrinale. Obiettivi primari furono l'autosufficienza agricola e alimentare, l'educazione e l'assistenza sanitaria per i contadini (90% della popolazione), la promozione femminile. Le funzioni dei capi tradizionali furono rilevate da comitati rivoluzionari, mentre tribunali popolari processarono politici e burocrati accusati di corruzione. Dopo l'esclusione dal CNR degli estremisti della marxista LIPAD (Ligue Patriotique pour le Développement) nel settembre 1984, la foga purificatrice si moderò. La breve guerra di confine col Mali, nel 1985, terminò con una mediazione dei paesi africani occidentali. Eminenti detenuti politici furono rilasciati dal regime ormai forte e popolare.

Nell'ottobre del 1986 F. Mitterrand visitò il paese. Al di là dei risultati effettivi della rivoluzione in un quadro disperante di assoluta miseria, la grande popolarità di Sankara era legata all'integrità del personaggio e alla sincerità della sua dedizione a incontestabili princìpi di giustizia e di umana solidarietà (forte la sua matrice cristiana). Grande emozione nel paese e all'estero provocò la notizia della sua uccisione nel colpo di palazzo ''fratricida'' del 15 ottobre 1987, capeggiato dal suo vice, B. Compaoré. Compiacendo i ceti urbani, Compaoré diede il via a una revisione della politica di austerità e autosufficienza, riavvicinandosi ai paesi moderati filo-occidentali (Costa d'Avorio, Senegal). Sventati due tentativi di colpo di stato nel settembre e nel dicembre 1988, il nuovo leader eliminò gli esponenti superstiti della vecchia guardia rivoluzionaria del 1983. Il primo congresso del Front Populaire (FP), la formazione capeggiata da Compaoré, inclusiva di numerose organizzazioni politiche e sociali nazionali autonome e presentata come una via intermedia fra gli estremi del partito unico e del multipartitismo, si è tenuto nel marzo 1990. Il Congresso ha adottato una linea definita di ''capitalismo di stato'' come politica economica ufficiale del paese, ha deciso il varo di una nuova costituzione (approvata nel giugno 1991) e ha eletto il Comitato esecutivo del Fronte.

Bibl.: D. M. McFarland, Historical dictionary of Upper Volta, Metuchen (N.J.) 1978; J. Ziegler, Sankara: un nouveau pouvoir africain, Losanna 1986.

Vedi anche
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altovoltiano agg. e s. m. (f. -a). – Dell’Alto Volta, colonia del gruppo dell’Africa Occidentale Francese, indipendente dal 1960, che dal 1984 ha assunto il nome di Burkina Faso. Come sost., abitante o nativo dell’Alto Volta.
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