Vedi Burkina Faso dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
Il Burkina Faso è uno stato piccolo ma relativamente popoloso dell’Africa occidentale. Il suo principale elemento di forza consiste nella stabilità garantita dall’egemonia politica del partito dell’attuale presidente, Blaise Campaoré, al potere dal 1987 e rieletto nel novembre del 2010 con l’80% delle preferenze. Tuttavia, il tentativo di quest’ultimo di eliminare il limite costituzionale ai mandati presidenziali sta producendo una crescente opposizione, sia in campo politico che da parte della società civile e della Chiesa cattolica. Campaorè ha dovuto fronteggiare un ammutinamento di parte delle proprie forze armate nell’aprile del 2011, a seguito del quale ha dissolto il governo e ha assunto personalmente la carica di ministro della difesa.
La popolazione burkinabé, che deriva dai due maggiori ceppi culturali dell’Africa occidentale, i Voltaici e i Mande, è storicamente integrata. I Mossi, appartenenti al primo gruppo, sono stati per secoli l’etnia maggioritaria e hanno detenuto il potere tramite un impero durato più di otto secoli, fino all’occupazione francese. Oggi la gran parte della popolazione risiede nella zona centromeridionale del paese, determinandone l’elevata densità demografica e la conseguente migrazione verso gli stati marittimi confinanti, in primis Ghana e Costa d’Avorio. Inoltre, con un’età mediana pari a 16,7 anni ed il 46,3% della popolazione sotto i quattordici anni, il Burkina Faso è il quarto stato più giovane al mondo dietro a Niger, Uganda e Repubblica Democratica del Congo.
Nonostante il Burkina Faso sia tra i paesi più poveri al mondo, la sua economia sta vivendo una fase di crescita, trainata dalla ripresa del settore del cotone e dall’aumento della produzione di oro, principale fonte di guadagno del paese. Nel biennio 2006-07 il pil è cresciuto rispettivamente del 6% e del 7%, e le stime relative al triennio successivo indicano una crescita annua vicina al 10%. Il governo sta inoltre lavorando ad una nuova strategia per combattere la povertà, rendendo più efficiente il sistema fiscale, che negli ultimi anni ha fatto registrare un aumento delle entrate. Tuttavia, la corruzione e la percezione da parte della popolazione di essere governata da un’élite che mira solo ad arricchirsi costituiscono un freno all’azione governativa.
A livello commerciale il Burkina Faso dipende fortemente dalle importazioni provenienti dalla Costa d’Avorio, la cui instabilità rischia di avere gravi ripercussioni. Per questo il paese sta cercando di diversificare le importazioni rafforzando il proprio legame con il Ghana, paese verso cui è diretta, tra l’altro, una quota non indifferente delle esportazioni. Inoltre, la ripresa del prezzo dei minerali, seguita alla caduta provocata dalla crisi globale del 2008, ha rinnovato l’interesse da parte degli investitori stranieri, attirati dalle ingenti riserve di oro, ferro, zinco ed argento disponibili nel sottosuolo del paese. Nel gennaio 2010 una joint venture svizzero-australiana ha annunciato il proprio interesse ad investire 80 milioni di dollari nello sviluppo di un giacimento di zinco poco distante dalla capitale.
Sotto il profilo delle relazioni internazionali, la maggiore preoccupazione dell’esecutivo di Ouagadougou riguarda gli sviluppi del processo di pace in Costa d’Avorio. Il presidente Campaoré sta mostrando un consistente impegno diplomatico al fine di facilitare il dialogo tra le parti, dal momento che questo stato riveste una notevole importanza per il Burkina Faso sia in termini commerciali che sociali, in ragione dell’ampia minoranza burkinabé residente oltre confine. Inoltre il paese sta cooperando sempre più intensamente a livello politico e militare con gli alleati occidentali, in particolare Francia e Stati Uniti, per contrastare la minaccia proveniente dal gruppo terroristico al-Qaida nel Maghreb islamico (Aqim), presente nel vicino Niger.